Non solo la Val Gardena in lutto per Stafan Prinoth

Non solo la Val Gardena in lutto per Stafan Prinoth

In un momento difficile per l’hockey italiano ci lascia un altro “padre” del nostro sport a quasi un anno esatto dalla scomparsa di Nilo Riva.
Stefan Prinoth non ce l’ha fatta a sconfiggere la malattia e s’è spento all’età di 67 anni.
Era il simbolo dell’hockey in Val Gardena: prima da giocatore e poi, da general manager, ecco i tre storici scudetti delle Furie nel 1976, 1980 e 1981, gli anni dei derby contro il Bolzano attesi da un anno intero sull’onda dell’entusiasmo di una nazionale che cresceva a vista d’occhio e che, proprio nel 1981 sul ghiaccio di Ortisei, ottenne la promozione al mondiale dei grandissimi. Da quasi 50 anni nel mondo dell’hockey, Prinoth ha anche ricoperto ruoli direttamente in FISG organizzando i mondiali di Gruppo A sul suolo italiano.
Nonostante la malattia l’hockey non l’ha mai abbandonato, specie in Val Gardena che con lui è stata riportata nell’hockey d’élite con la nascita dell’attuale Gherdeina, mettendosi in prima persona alla carica di presidente prima che la malattia lo costrinse a passare la mano. Era titolare con i figli di una tra le più importanti ditte di attrezzature sportive per l’hockey in Italia.

Lo staff di hockeytime pone le più sincere condoglianze alla famiglia Prinoth e all’HC Gherdeina

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(dal sito del Gherdeina) – La dirigenza dell’HC Gherdëina a titolo di ultimo saluto e ringraziamento al caro Stefan, pubblica con la presente il discorso tenuto dal suo presidente durante il funerale svoltosi in data 02.07.2013 nella chiesa di Ortisei, affinché anche chi non ha potuto prendere parte alla cerimonia religiosa possa – leggendo queste righe – tenere un personale minuto di raccoglimento per questo grande uomo del hockey gardenese.
Stefan, sei veramente andato via troppo presto!

Non ritengo opportuno entrare nei dettagli di tutti i gloriosi momenti che tu hai fatto vivere all’Hockey Gardena, contribuendo tra l’altro sensibilmente alla vincita dei titoli del 1976, 1980 e del 1981, perché personalmente allora ero veramente troppo giovane per cogliere a che livelli alti si coltivava a quei tempi questo sport di grandissima tradizione nella nostra valle. E visto che le vittorie e le statistiche del nostro club comunque sono consultabili pubblicamente, di Stefan io vorrei in questa sede illustrare brevemente quello che invece non risulta da dati ufficiali a disposizione della collettività.

Pur avendo sentito parlare sin da piccolo di questo “Stefan dell’hockey”, ahimè ho potuto conoscerlo appena da circa un anno, con l’avvento di quest’attuale nuovo consiglio di quest’associazione. E pur che lui combattesse già contro una malattia accanita, che non conosce né discipline né regolamenti, né strette di mano a Stefan così care, lui seguiva con grande attenzione le vicende del club e di come noi del nuovo consiglio ci muovevamo su gambe gracili e ancora insicure. Era sempre a disposizione per ogni consiglio che a lui si chiedeva, anche se ogni tanto si notava la stanchezza che la malattia in lui provocava. E ogni tanto si avventurava ancora a vedere il suo “hockey” allo stadio di ghiaccio, pur sapendo che la tenace malattia non aspettava a fargli un dispetto quando prendendo freddo indebolivi il tuo sistema immunitario.

Caro Stefan, come ho saputo apprezzare la saggia superiorità con la quale vedevi il movimento dell’hockey in Val Gardena, che hai saputo condurre come un tenace capitano marittimo attraverso le tempeste più burrascose, portando la nave sempre in un porto sicuro. E se la nave era ammaccata, la riparavi tu, con le tue stesse mani e spesso in silenzio, perché la ciurma magari non ci credeva più. Spero vivamente che il giudice supremo che ci giudicherà tutti, abbia già debitamente tenuto del tuo impegno per il movimento dell’hockey, trattandosi di attività notoriamente avente anche un forte risvolto sociale, formativo e di volontariato nella nostra valle.

Stefan, concedici da lassù che cercheremo di imitarti nel tuo modo di fare pacato e molto riflessivo, ma comunque efficace e veloce abbastanza per aver contribuito in uno sport estremamente dinamico come l’hockey a raggiungere importanti risultati. Ci rimarrà sempre impresso il tuo sorriso così originale e che per te contavano più le cose stabilite con stretta di mano, che non tortuosi contratti che ahimè il sistema sempre più ci richiedono.

Noi ti ricorderemo nelle nostre preghiere, ma Stefan ti prego di “tifare” da lassù per noi tutti, dirigenti, atleti, volontari, che riusciamo ad andare avanti nella nostra attività di volontariato per questo club con la stessa dedizione e costanza come lo hai saputo fare tu, in periodi analogamente difficili come quelli attuali!

Grazie per tutti quello che hai fatto per questo club! Stefan, la comunità dell’hockey gardenese non si dimenticherà mai di te!

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