Michele Marchetti:”Conquistare una medaglia ad un mondiale non è mai facile”

Michele Marchetti:”Conquistare una medaglia ad un mondiale non è mai facile”

Di Mattia Desilvestro

Michele Marchetti, promettente attaccante di 18 anni attualmente in forza al Fassa, ha fatto parte della spedizione azzurra in Slovacchia, dove sono stati disputati i campionati mondiali di prima divisione Under 18, nella quale la nazionale italiana ha conquistato la medaglia di bronzo alle spalle delle temibili Slovacchia e Norvegia.

Come giudichi la prestazione della tua nazionale ai mondiali Under 18?

La prestazione dell’Italia la giudico sicuramente positiva, perché conquistare una medaglia ad un mondiale non è mai facile visto anche il buon livello delle squadre avversarie. La beffa per non aver raggiunto l’argento ci ha demoralizzato un po’, ma nel complesso è stato un buon mondiale.

E la tua prestazione personale, impreziosita dalla rete contro il Giappone?

Fare gol con la maglia della tua nazione è sempre un’emozione quindi sono molto contento e la giudico positiva, anche perché la mia rete ha contribuito a conquistare una sofferta vittoria.

Ti ha stupito la forza della Slovacchia, e della sua punta di diamante Marko Dano?

Sicuramente prima del mondiale sapevamo della qualità di questa squadra, e soprattutto dei due giocatori Dano e Reway che hanno contribuito in maniera determinante al successo della loro squadra. In ogni caso la partita contro di loro all’esordio poteva essere gestita meglio.

Questa stagione hai giocato molte partite nella tua squadra, il Fassa, ricoprendo più volte il ruolo di titolare in terza linea guadagnandoti la fiducia di coach Frycer. Quali sono le differenze tra le partite del campionato italiano e quelle di  un torneo internazionale giovanile come quello a cui hai partecipato?

Come ritmo durante la partita siamo più o meno allo stesso livello, ma la differenza fisica è notevole, e inoltre ci sono giocatori di alto livello con anni di esperienza  alle spalle. Indossare però la maglia della propria nazionale è un’emozione unica, non comparabile con altre esperienze.

Quali sono le tue speranze per il futuro, a breve (prossima stagione) e lungo termine?

Le mie speranze per il futuro sono innanzitutto di poter continuare la mia esperienza in serie A. Quest’estate probabilmente andrò in Svezia a fare un try-out e si vedrà se potrà nascere qualcosa, avere l’opportunità di giocare lì sarebbe un bel traguardo.

Tuo fratello Stefano è attualmente impegnato in Svezia per i mondiali “Top Division”: come vedi l’Italia? Si salverà?

Fino ad ora contro Germania e Danimarca l’Italia ha giocato bene, speriamo che prosegua in questo modo avendo l’opportunità di salvarsi e restare nel gruppo dell’hockey che conta.

Si ringrazia Michele e l’ufficio stampa FISG per la disponibilità.

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