Domani al via la nuova stagione KHL: anteprima Western Conference

Domani al via la nuova stagione KHL: anteprima Western Conference

Prenderà il via domani sera, con il consueto rematch della finale della stagione precedente, la Kontinental Hockey League 2013/14. Il massimo campionato europeo, arrivato alla sua sesta stagione, si presenta più interessante che mai, dopo un’estate che ha finalmente visto grosse star mondiali dell’hockey su ghiaccio dirigersi verso la Russia e non più verso il solo Nordamerica.

La stagione ormai alle porte potrebbe rivelarsi un vero e proprio turning point per l’hockey russo e mondiale: gli inserimenti di Zagabria e Vladivostok riusciranno a sostenere gli oneri, sia sportivi che finanziari, necessari a ben figurare in un campionato così ampio, o i loro eventuali fallimenti porteranno la Lega a ripensare gli ambiziosi piani di ampliamento? Le superstar mondiali, come per esempio Ilya Kovalchuk, riusciranno ad attirare sulla KHL l’attenzione dei media internazionali, tradizionalmente ancora legati in prevalenza al mondo nordamericano? Il recente accordo di sponsorizzazione tra la KHL e il gigante PepsiCo aiuterà il “prodotto KHL” a fare breccia anche nel mercato americano? Le Olimpiadi invernali in programma a Sochi daranno la spinta definitiva al sorpasso della NHL nella “classifica” delle Leghe più blasonate? Queste sono solo alcune delle moltissime domande che troveranno risposta nel corso di questa stagione, e che detteranno la direzione da intraprendere per il piano di sviluppo previsto per le prossime stagioni. Ma procediamo con ordine, ed analizziamo brevemente le 14 squadre che prenderanno parte alla prossima KHL nella Conference Ovest.

In questa stagione, la Conference occidentale si spinge fino ai confini dell’ex blocco comunista, grazie all’ingresso nella Bobrov Division del Medvescak di Zagabria. Dopo alcune stagioni non propriamente entusiasmanti nella ErsteBank Liga austriaca, gli orsi affrontano la loro prima stagione in KHL con la tranquillità di chi sa di non avere nulla da perdere, e che, tutto sommato, un obiettivo dignitoso potrebbe essere quello di evitare l’ultima posizione nella classifica di Conference. La squadra, dalla base locale praticamente inesistente, è infarcita di “cro-nucks” (Croatian Canucks), nomignolo abusato e poco sopportato dagli interessati, gli oriundi croato-canadesi, spesso bambini emigrati oltreoceano ai tempi della guerra dei Balcani ed ora in possesso della doppia cittadinanza.

A contendere agli orsi il penultimo sedile saranno, con tutta probabilità Vityaz Podolsk, Dinamo Riga e Dinamo Minsk. I primi, abbandonato (forse) definitivamente l’inutile e pericoloso stile di “gioco” a cui ci avevano abituati, hanno messo sotto contratto due giocatori di esperienza internazionale e dal talento cristallino, con l’obiettivo di sostenere un roster ancora troppo giovane ed inesperto per puntare ai playoff. I signori in questione rispondono ai nomi di Maxim Afinogenov e Maxim Rybin ed entrambi provengono dallo SKA San Pietroburgo. Per le due “Dinamo” est europee si prospetta invece una stagione all’insegna del risparmio, con la parziale eccezione della squadra lettone, che è riuscita a mettere sotto contratto Marcel Hossa e alcuni altri nomi importanti. Nessuna delle due compagini sembra tuttavia avere le carte in regola per ambire ad un posto nella postseason.

Tante ambizioni ma poche speranze di postseason anche per Donbass Donetsk, Slovan Bratislava e Spartak Mosca. Gli Ucraini potranno contare sul “ritorno a casa” dell’eroe nazionale Ruslan Fedotenko e sui servigi del talentuoso coach Andrei Nazarov, regista dell’exploit targato Severstal della scorsa stagione. A Mosca invece sono arrivati due nomi di spicco come il portierone Jeff Glass e il roccioso difensore (ex Bolzano) Deron Quint. Pochi gli arrivi a Bratislava (Martin Skoula e Tomas Netik i più importanti) a fronte di numerose partenze, tra cui quelle di alcuni uomini chiave della scorsa stagione come Miroslav Satan e Lubomir Visnovsky.

Inizia sotto un grosso punto di domanda la stagione di Severstal Cherepovets, Lev Praga e Atlant Oblast’ di Mosca. I primi, come spesso succede dopo una stagione ben oltre le aspettative, hanno visto molti degli autori di quell’exploit partire verso altri lidi, più redditizi ed economicamente più sicuri. Senza grossi nomi in entrata a parte Kasutin ed Antipov, i gialloneri dovranno probabilmente lottare per un posto nei playoff assieme ai leoni praghesi, privati della superstar Nikolai Zherdev quando tutto sembrava ormai essersi concluso per il meglio. Gli arrivi di Thornberg e Kapanen vanno a pareggiare le partenze di Hossa e Skoula, mentre in attacco l’attuale mancanza di un attaccante di peso come Zherdev si farà sicuramente sentire. A Mytischi, casa dell’Atlant, si respira invece aria di ottimismo. Anche perché, peggio della scorsa stagione, davvero non può andare. Il team guidato da Sergei Svetlov ha messo sotto contratto il possente attaccante russo Yevgeny Artykuhin e il giovane difensore statunitense Bobby Sanguinetti con l’obiettivo dichiarato di ottenere un posto nei playoff senza troppi patemi d’animo.

Uno scalino sotto alle tre corazzate della Conference, ritroviamo il Lokomotiv di Yaroslavl. Pur senza innesti stellari rispetto alla scorsa stagione, la squadra guidata da Tom Rowe presenta uno dei roster più profondi della Lega. Dopo una stagione di transizione come quella dello scorso anno, ora dai ferrovieri ci si aspetta una rapida risalita verso le posizioni di prima fascia, con l’obiettivo di migliorare la deludente apparizione ai playoff della scorsa stagione.

A lottare per la prima piazza delle due Division saranno, con tutta probabilità, le “solite” tre corazzate: Dynamo Mosca e SKA San Pietroburgo nella Bobrov Division e CSKA Mosca nella Tarasov Division. Questi ultimi, vera e propria istituzione dell’hockey russo e mondiale, hanno fatto scalpore affidando la guida della panchina ad un coach nordamericano (John Torchetti), per la prima volta nella storia. L’arrivo di Alexei Morozov dal Bars Kazan e di Andrei Pervyshin dallo SKA, rafforzano le speranze di un team da troppo tempo digiuno di successi.

Ilya Kovalchuk, Alexei Ponikarovsky e Roman Cervenka. Ventotto scambi, tra arrivi e partenze. Bastano questi numeri a rendere l’idea di quanto voglia investire su questa stagione lo SKA San Pietroburgo. I militari della “Capitale del Nord” hanno monopolizzato l’attenzione dei media sportivi russi per buona parte della stagione estiva, particolarmente per il “gran rifiuto” di Ilya Kovalchuk di rimanere nel New Jersey e poi per l’arrivo di numerose altre star di questo sport. Impossibile non teorizzare un nuovo “scontro fra titani” nei prossimi playoff contro la Dynamo Mosca, che per due anni di fila ha eliminato lo squadrone rossoblù in semifinale per poi alzare al cielo la Gagarin Cup.

E terminiamo la carrellata proprio con i campioni in carica della Dynamo Mosca, guidati ancora dal “regista perfetto” Oleg Znarok e pronti a difendere dagli assalti intercontinentali la “loro” Gagarin Cup. Il ritorno del “leone” Leonid Komarov e l’arrivo del giovane talento Maxim Karpov contribuiscono a rafforzare ulteriormente un roster privo di superstar planetarie ma perfetto sotto (quasi) ogni punto di vista. Che la Dynamo Mosca sia una delle primissime candidate per il titolo, è un dato di fatto. Che sia ancora il team da battere, invece, è tutto da dimostrare.

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