Silvio Berlusconi e l’hockey su ghiaccio

Silvio Berlusconi e l’hockey su ghiaccio

La notizia della morte di Silvio Berlusconi all’età di 86 anni, ha contraddistinto la giornata di tutti i media del globo terrestre: statista e imprenditore, ha segnato la storia d’Italia in ogni campo a cui si è interessato, compreso l’hockey su ghiaccio.

Tutto ebbe inizio nel 1988, quando tramite la Fininvest sponsorizzò i Diavoli Milano, storica formazione tornata in vita nel 1984 grazie all’ex giocatore Fabio Punzo, acquisì la nuova denominazione di Hockey Club Diavoli Mediolanum e s’iscrisse al campionato di Serie B2. L’intento era quello di creare una polisportiva di altissimo livello che comprendesse, oltre al Milan nel calcio, anche pallavolo (Gonzaga Milano), rugby (Amatori Milano) e baseball (Milano).

“E naturalmente – dichiarò il Presidente Punzo a La Gazzetta dello Sport – anche i Diavoli dovranno essere fedeli al “credo berlusconiano” della vittoria. Il nostro obiettivo è quello di centrare subito la promozione in B1 e poi, nel più breve tempo possibile, vogliamo compiere il grande salto in Serie A”.

A luglio 1989 la holding di famiglia assorbì con una complessa operazione finanziaria il Como, vincitore nella stagione precedente della Serie B1, e l’intero organico. Ottenuti i diritti sportivi per partecipare alla Serie A iscrisse la squadra al torneo 1989-90 sotto la nuova denominazione di Mediolanum Devils. La rosa comprendeva giocatori affermati come Mark Morrison, Craig Levie, Robert Oberrauch, Maurizio Scudier, Emilio Iovio, Nick Sanza, Bruno Baseotto e Marco Endrizzi e giovani Stefan Mair, Massimo Fedrizzi, Matteo Malfatti e Luca Orrigoni. La prima stagione di assestamento si chiuse al sesto posto.

Il più grande colpo di mercato messo a segno dai Devils fu l’ingaggio del trentenne Jari Kurri, stella finlandese della NHL, prelevato dagli Edmonton Oilers per la cifra record di un milione di Dollari (pari a 1,2 miliardi delle vecchie Lire), a quei tempi (e ancora oggi) una cifra spropositata per il nostro hockey.

“Voleva smetterla con il professionismo in Nord America – spiegò Fabio Capello, Presidente della Mediolanum Sport – per tornare in Europa. Poteva andare in Svizzera o Germania, invece ha scelto noi”.

Tuttavia avere una punta di diamante di quel calibro a roster non aiutò i rossoneri a vincere il titolo, che, al contrario si fermarono al gradino più basso del podio.

Tra epiche battaglie sul ghiaccio e derby con il Saima Milano, il primo titolo, condito da un Alpenliga, i Devils lo conquistarono nel 1992. Il dominio proseguì fino al 1994. A maggio dello stesso anno Berlusconi vinse le elezioni e diede vita al suo primo Governo. Le maggiori responsabilità ricadute su Fedele Confalonieri e su Adriano Galliani segnarono il capolinea del progetto polisportiva. I motivi della chiusura li spiegò lo stesso Galliani al mensile Top Hockey:

“Negli ultimi anni abbiamo speso più di cento miliardi, perdendo più di venti miliardi all’anno per ciascuno dei tre sport nei quali ci siamo maggiormente impegnati. Lo abbiamo fatto per restituire a Milano il suo prestigio di città tra le più impegnate nello sport italiano e per adempiere a un nostro bisogno civile di fare qualcosa di valido, anche nel campo sociale, per i nostri giovani e per tutti coloro che amano lo sport.
Debbo ammettere – prosegue Galliani – che in qualche sport, come ad esempio proprio nell’hockey su ghiaccio, la risposta degli sportivi e dei tifosi in genere non è stata quella che ci aspettavamo. Ma non è stato certo questo il motivo per cui abbiamo deciso di ridimensionare il nostro impegno. E’ la Fininvest che ha deciso di rivedere i propri bilanci e i propri investimenti in tutti i settori, non soltanto nello sport.
Abbiamo ad esempio deliberato di non accollarci più i costi spaventosi dei teatri alla Scala e Manzoni.
Nello sport, non abbiamo chiuso i battenti bruscamente dall’oggi al domani, come qualcuno vorrebbe far credere, ma abbiamo avviato una politica di graduale disimpegno che non metterà sulal strada proprio nessuno. Abbiamo già ceduto infatti ad altri imprenditori sportivi il settore rugby e abbiamo deciso di mettere a disposizione delle squadre di hockey e di volley un contratto di sponsorizzazione di due miliardi. In sostanza, noi non chiudiamo i battenti ma cediamo le due squadre maggiori a chi le vorrà a titolo puramente gratuito. Regaliamo cioè i cartellini dei giocatori; paghiamo tutti gli oneri delle due squadre fino al 30 giugno 1994; garantiamo inoltre due miliardi di sponsorizzazione per il prossimo anno; manterremo comunque in vita i settori giovanili proprio per non far venire meno il nostro impegno in un settore di maggiore valenza sociale”.

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