Continental Cup: la lunga rincorsa dell’Asiago alla Super Final (seconda parte)

Continental Cup: la lunga rincorsa dell’Asiago alla Super Final (seconda parte)

La società presieduta da Giancarlo Mantovani tornò sul palcoscenico europeo sette anni più tardi in veste di organizzatore di uno dei gironi del terzo turno. Con un roster qualitativamente competitivo e una condizione fisica vicina al top, la sospirata qualificazione alla Super Final era l’unico obiettivo perseguibile, nonostante avversari agguerriti. Il primo ostacolo furono gli ucraini del Sokol Kiev, i quali presentarono ai nastri di partenza diversi giocatori della nazionale dal pedigree di tutto rispetto come Igor Karpenko, Sergei Klimentyev e il russo Roman Malov, tutti draftati dalla NHL, e giocatori con esperienze nei campionati europei come Konstantin Simchuk, Andri Sriubo e Vadim Shakhraychuk. Nonostante il debutto non risultasse tra i più facili, con una conduzione di gara decisa, i giallorossi raggiunsero il doppio vantaggio con Michael Heinrich e John Vigilante, l’acuto di Shakhraychuk venne soffocato dal secondo goal della serata di Henrich al termine della frazione centrale. La reazione degli ospiti si concretizzò nel terzo periodo con il raggiungimento del pareggio grazie alle reti di Dmitri Tsyrul e Olexander Yakovenko. Toccò alla serie di tre rigori dichiarare il vincitore, gli ucraini andarono a segno con Tsyrul, al quale risposero David Borrelli e Ralph Intranuovo che regalarono i due punti ai padroni di casa. Il successo valse la seconda posizione dietro ai danesi del SønderjyskE del coach Mario Simioni, ex idolo dei tifosi giallorossi, che piegarono il Miercurea Ciuc 5-3.
DSC_2034I campioni di Romania si dimostrarono troppo deboli per impensierire un Asiago affamato di vittorie: Borrelli (doppietta), Michele Stevan, i fratelli Heinrich e Layne Ulmer furono i mattatori della serata. Tuttavia il SønderjyskE incamerò la sua seconda vittoria vincendo 3-2 contro il Sokol Kiev rimandando la resa dei conti allo scontro diretto, durante il quale gli stellati passarono in vantaggio con un diagonale di Adam Heinrich. Chiuso il primo tempo in vantaggio, nel periodo successivo i danesi tennero l’iniziativa del gioco giungendo al pareggio con l’ex Fassa Matt MacDonald in doppia superiorità; nel terzo tempo Lund Mads ribaltò il risultato e un veloce botta e risposta tra Intranuovo e Daniel Villadsen portò il risultato sul 2-3. Nel finale, in situazione di cinque contro quattro, coach John Herrington giocò la carta dell’uomo di movimento in più che, qualche secondo più tardi, portò i suoi frutti con il goal di Borrelli. Concluso l’overtime a reti bianche, gli shootout assegnarono al SønderjyskE la vittoria della gara e del torneo ai danni di un Asiago che, ancora una volta, dovette rimandare i propri propositi di qualificazione. Harrington non nascose la propria delusione, puntando il dito alle troppe penalità subite, e all’incapacità di sfruttare la superiorità di inizio overtime.

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Dai danesi alla Danimarca il passo fu breve: un anno più tardi i vicentini furono ospiti dello Herning Blue Fox. I giallorossi aprirono il torneo affrontando lo Sheffield Steelers con i recuperati Ulmer e Michael Heinrich, oltre a Borrelli in dubbio fino a poche ore dall’inizio del match. L’incontro non fu dei più facili: costretti ad inseguire degli avversari cinici e concreti, grazie ad uno stratosferico Bentivoglio, autore di un hattrick, i vicentini chiusero i tempi regolamentari sul 3-3, ottenendo i due punti ai tiri di rigori con Vigilante. Nella giornata inaugurale, a sorpresa gli ungheresi del Dunaujvaros Acelbikak superarono l’Herning Blue Fox 3-1.
Nella seconda giornata i magiari provarono a sgambettare anche i vicentini con le reti di Zsolt Azari e Akos Kiss nel primo tempo, Borrelli suonò la carica, dapprima accorciando le distanze al 19.31, e in seguito pareggiando nel terzo tempo. Malgrado un rigore fallito da Bentivoglio al 17.11, l’attaccante rimediò all’errore stendendo i tori d’acciaio un minuto più tardi.
Padrona del proprio destino, nella gara conclusiva, contro le volpi danesi, all’Asiago sarebbe bastato un punto per ottenere il passaggio del turno, tuttavia i goal di Nikolaj Pagh e dell’ex Pontebba Marty Guerin complicarono il cammino verso Rouen; l’intervento dell’”ufficio rimonte dell’Asiago” rimediò al doppio svantaggio propiziando le marcature di Presti e Bentivoglio. Conclusi i tempi regolamentari sul 2-2, all’overtime, i ragazzi guidati da John Tucker subirono  la prima sconfitta ad opera di Anders Poulsen, ma ottennero il punto che serviva loro per staccare il biglietto che li proiettò a Rouen. Inseguita per undici anni, la storica qualificazione alle Final Four fu raggiunta con grande soddisfazione del Presidente Mantovani.

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Con un centinaio di tifosi entusiasti al seguito i giallorossi si presentarono nella località dell’Alta Normandia con il morale alle stelle, nell’entourage asiaghese c’era chi non si nascondeva i propositi di vittoria; tuttavia, la realtà dei fatti dimostrò avversari spietati. L’avventura cominciò contro i padroni di casa, le penalità subite dagli stellati costarono loro tre dei sei goal subiti. La musica non cambiò neanche contro i minatori del Donbass Donetsk, i quali perforarono la gabbia di Anthony Grieco in sei occasioni. L’attacco, a secco contro i Dragoni e malgrado l’assenza di Vigilante, diede segni vitali con le marcature di Borrelli e Ulmer. Oramai tagliati fuori dai giochi, nell’ultimo incontro, i Leoni dell’Altopiano vicentino furono addomesticati dai bielorussi dello Yunost Minsk; i campioni in carica, a cerca di goal in caso di ipotetico arrivo a tre al rush finale, piegarono i giallorossi 4-1.

Nel prossimo weekend riprende la rincorsa alla Super final, i ragazzi di Parco avranno l’occasione di tornare sul palcoscenico francese e migliorare il quarto posto ottenuto un anno prima.

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