Nuovi obiettivi per Michela Angeloni, la “globetrotter” dell’hockey rosa

Nuovi obiettivi per Michela Angeloni, la “globetrotter” dell’hockey rosa

di Marco Depaoli e Andrea Valla

Hockeytime incontra una delle giocatrici simbolo dell’hockey italiano, per bravura, carriera ma soprattutto dedizione a questo sport.
Ciao Michela, iniziamo con il passato recente, vincitrice dello scudetto con le Eagles Bolzano, ti facciamo i complimenti, quanto è stato difficile rispetto a quello vinto con Agordo?

«Lo scudetto di quest’anno è stato più difficile di quello passato. Prima di tutto perchè sin da inizio stagione non ci davano come squadra favorita, ma si era sempre parlato di Real Torino come possibile vincitrice. Anche gli incontri durante la stagione erano a loro favore, con 3 vittorie per loro e solo una per le Eagles. Devo ammettere però che durante le finali è scattato qualcosa dentro tutte noi e siamo riuscite a fare quello che abbiamo fatto la scorsa stagione, vincere contro ogni pronostico!».

Giochi ormai da molti anni, come è cambiato (se è cambiato) l’hockey femminile in Italia da quando hai iniziato ad oggi?

«Ho iniziato da piccola fortunatamente e devo ammettere che ho visto nascere e crescere l’hockey femminile, ma purtroppo ho assistito anche al disfacimento di molte squadre ed è un gran peccato!
Ricordo benissimo quando in Italia avevamo anche una serie A e una serie B. Ora disputare un campionato a 4 squadre è davvero un dispiacere, ma cerchiamo di tenerci stretto almeno quello che abbiamo, sono sicura che con le giovani leve qualcosa di buono verrà fuori comunque!».

Veniamo alle origini, come ti sei avvicinata all’hockey ghiaccio?

«Come ho sempre detto, lo devo a mia sorella. Lei (più grande di me) aveva fatto per un sacco di anni pattinaggio artistico e poi aveva aveva iniziato l’avventura con l’hockey proprio a Zanica, dov’era nata una squadra femminile. A 6 anni ho iniziato a pattinare e a 8 ho iniziato a giocare a hockey».

Quali sono le tue principali doti sul ghiaccio?

«Non saprei dirti, dovresti chiederlo all’allenatore, ma credo che un mio punto forte potrebbe essere il tiro e la costruzione del gioco».

Segui anche l’hockey maschile? Ci puoi dire che squadra tifi?

«Quest’anno sono sincera, non ho seguito molto. Cerco sempre di andare a vedere qualche partita, ma non è semplice far coincidere tutto. Non una squadra in particolare per cui tifo, ho tanti amici che giocano, io faccio il tifo a tutti loro».

Michela Angeloni con Gretzky e la inseparabile Fiorese

Segui la NHL?
Hai un giocatore preferito?

«Anche qua mi trovi spiazzata, non ho proprio il tempo di seguire le partite, ogni tanto mi capita di guardare qualche replica su Sky e le guardo con il mio nipotino, ma ora come ora non ho un giocatore preferito. Ero fanatica di Gretzky da piccola, incontrarlo a Torino è stato stupendo».

Qual è la compagna di gioco con cui ti sei trovata meglio sul ghiaccio e se ti ricordi chi è stata l’avversaria più difficile da marcare?

Michela con Agnese Tartaglione e Federica Zandegiacomo per la Coppa Campioni

«Non ho una compagna con cui mi sono trovata meglio, diciamo che avendo giocato in molte squadre ho avuto la possibilità di giocare con molte ragazze di diverse qualità. Non ne ho una in particolare. Credo che invece di avversarie da marcare si possono contendere il primo posto in 2 ragazze. La prima è Maria Leitner, che per me è sempre stata un “incubo” quando era avversaria e l’altra è Federica “Zandemon” Zandegiacomo, quando parte con quel disco in balaustra è sempre difficile fermarla».

Sei una vera globetrotter dell’hockey italiano, insieme alla tua amica Rebecca avete giocato dappertutto, ci dici un ricordo, speriamo piacevole, per ogni squadra con cui hai giocato?

«Aiutooooo…ma da devo partire dalle mie prime squadre?? allora,
Halloween Como: L’impegno e i sacrifici di tutte le ragazze;
Hc Fassa: Lo spogliatoio e le partite quando eravamo decimate;
Hc Lugano: La gioia dopo la vittoria per la salvezza in serie A;
Hc Eagles Bolzano: Una partita di Ewhl a Bled, siamo dovute scappare dallo stadio a fine primo tempo, vestite com’eravamo con i pattini, per una fuga di ammoniaca. Un esperienza esilarante!
Hc Agordo: La vittoria in Ewhl a Monaco, STUPENDO!
All Star Piemonte: Le trasferte in Pullmino verso Parigi;
Ev Eagles Bolzano: La festa a Torino e il ritorno in Pullman dopo la vittoria dell’ultimo scudetto!».

Sei una delle poche persone che ha “visitato” la Corea del Nord, nel 2007 con la nazionale per i mondiali. Cosa ti ha colpita?

«E’ stato pazzesco! Sempre sotto scorta ma abbiamo potuto vositare Pyongyang. Strutture e monumenti mostruosi! Troppo difficile da descrivere in poche parole! Le persone vivono in un altro mondo li! Non sanno cosa accade fuori».

Michela Angeloni (al centro) tra le compagne Friz e Fiorese. Alle spalle tre giocatori della nazionale olimpica: Busillo, Chitarroni e Lorenzi

In prospettiva di Coppa Campioni, l’anno scorso eliminate dal Lugano. Quest’anno dove pensi possano arrivare le Eagles in Coppa Campioni? Pensi che le ragazze svizzere sono fuori dalla portata per i club italiani?

«Speriamo di trovare un Gruppo più semplice dello scorso anno, le squadre svizzere non sono alla nostra portata perché hanno un bacino di ragazze molto più grande e sopratutto hanno soldi da investire in giocatrici straniere che lo fanno a livello professionistico, cosa che in Italia non esiste».

Hai mai pensato in questi anni di provare un’esperienza di gioco in un altro paese?

«E’ sempre stato un bel sogno nel cassetto, ho giocato per una stagione a Lugano nel 2001-02 , ma non mi ero trasferita, facevo da pendolare per continuare a frequentare la scuola a Bergamo.
Non nascondo che se riuscissi a trovare un opportunità all’estero sarei molto felice».

Come abbiamo potuto vedere al Danae alcune ragazze stanno gettando le basi per una nuova squadra qui a Milano, e sappiamo che sei in contatto con loro. Ti piacerebbe per una volta dopo tanti viaggi giocare un campionato con una squadra un po’ più vicino a casa?

«Sono in contatto perché molte di loro erano mie ex compagne di squadra e sono proprio un bel gruppo. Sarebbe una gran cosa se riuscissero a fare anche il campionato nelle prossime stagioni. Certo avvicinarmi a casa non sarebbe male, ma Milano non sarebbe comunque casa. Sono gitana di natura e credo che rimarrò a Bolzano ancora per un po’… squadra che vince non si cambia!»

Hai iniziato anche l’attività di allenatrice, come è maturata questa scelta? Pensi di essere portata e quanto è difficile tenere a bada le giovanissime del giorno d’oggi?

«L’attività di allenatrice è sempre stata un mio pallino. Dopo la laurea in Scienze Motorie e diversi brevetti conseguiti non volevo di certo farmi mancare quello più importante per me. Come per tutti, non potremo giocare a hockey all’infinito. Ho deciso quindi di iniziare la mia formazione e quando mi è stato proposto di aiutare la nazionale under 18 femminile ne sono stata subito felicissima».

In un futuro speriamo lontano, quando deciderai di smettere, pensi ad un futuro che abbia ancora a che fare con l’hockey ghiaccio?

«Spero di andare avanti con questi progetti per le nostre giovanissime insieme a Wally e a tutto lo Staff., e magari di portare qualcosa delle mie passate esperienze».

C’è qualcosa che cambieresti nella gestione/organizzazione dell’hockey femminile italiano?

«A livello di organizzazione non so come vadano le cose in federazione, spero che questi progetti non vengano abbandonati e che anche per la nazionale senior sia fatto qualcosa di più. Abbiamo bisogno di giocare».

Cosa vorresti dire ai tuoi tifosi e in generali a tutti i sostenitori dell’hockey femminile?

«Continuate a seguirci e a giocare, l’hockey è prima di tutto divertimento e per me uno stile di vita».

httpv://www.youtube.com/watch?v=ldw8f4nSN5I

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