Al via la nuova stagione KHL: anteprima Eastern Conference

Al via la nuova stagione KHL: anteprima Eastern Conference

La Eastern Conference si ripresenta ai nastri di partenza con pressappoco le stesse protagoniste, pochi gli stravolgimenti in seno alle due ormai consolidate division, gli unici innesti riguardano la Torpedo Nizhny Novgorod, proveniente dalla Tarasov Division, Western, nella Kharlamov e la new entry Admiral Vladivostok, che sposta ancor di più i confini della KHL verso est, progetto fortemente voluto dallo stesso Presidente, Alexander Medvedev, nella Chernyshev.

Nella Kharlamov Ak Bars Kazan e Traktor Chelyabinsk, finaliste di conference nella passata stagione, si ripresentano come tali nella stessa division, coi primi che forse hanno recuperato quel gap che l’anno passato non gli ha permesso di giocare la finale per la Gagarin Cup. Pur vero che hanno perso Morozov, Zaripov ed il duo finnico Immonen e Kapanen, ma nel contempo sono riusciti a trattenere Nikulin, difensore con punti pesanti tra le mani, e Barulin, goalie che ha fatto la differenza la scorsa stagione, senza dimenticare poi le addizioni del trio di provenienza NHL, Chris Bourque, Tomas Vincour e Alexander Burmistrov, quest’ultimo vero colpo di mercato ed ora a disposizione per coach Belov. Traktor, come detto, un gradino sotto, pur confermando le ambizioni che lo hanno poi portato a giocarsi addirittura la Gagarin Cup, se non altro per la perdita del talentuoso Nichuskin, poi effettivamente l’intelaiatura non è granchè cambiata, confermati i vari Garnett in porta, altro vero e proprio muro nella passata stagione, Kuznetsov, Kontiola e Bulis, in difesa sono arrivati Kondratyev, ma soprattutto Mamashev, difensore che con la maglia del Nefte la passata stagione ha messo a segno la bellezza di 42 punti in 52 incontri.
Sicuramente il terzo incomodo potrebbe essere il Metallurg Magnitogorsk di coach Keenan, il sergente di ferro che ha lasciato il panorama NHL per tentare di vincere anche in KHL, e che anche quest’anno potrà contare sull’uomo di maggior talento, quel Sergei Mozyakin capace di vincere il titolo di miglior marcatore della regular season con ben 76 punti, di cui 35 reti, ma dovrà purtroppo fare a meno di Ahonen, goalie titolare nella passata stagione e che ha passato il testimone a Vasili Koshechkin, insignito la passata stagione per ben due mesi di fila del titolo di goalie del mese a Gennaio e Febbraio a difesa della gabbia del Severstal, mentre in difesa avrà a disposizione Chris Lee, difensore che nella massima lega svedese ha messo nel suo score 41 punti ed in attacco l’esperienza di Zaripov.
A darsi battaglia per gli altri posti nei playoff Neftekhimik Nizhnekamsk, Yugra Khanty-Mansiysk e Torpedo Nizhny Novgorod, coi primi che perdono il loro miglior marcatore, Mamashev, come già detto sopra, mentre tra le file fanno la comparsa Anisin, vero e proprio eroe della prima Gagarin Cup targata Dynamo Mosca, Branko Radivojevic, ex capitano dello Spartak Mosca e con parecchi incontri NHL sulle spalle e dell’esperto attaccante Denis Tolpeko, in arrivo dalla Dynamo bicampione, ma forse il colpo migliore è stato messo a segno in panchina con l’arrivo di Krikunov, figura storica e carismatica dello sport sovietico. Lo Yugra da par suo ha rinunciato a Glazachev, 19 punti in 19 gare, ma con seri problemi di compatibilità con lo spogliatoio, il fatto di aver cambiato casacca otto volte in quattro stagioni vorrà pur dire qualcosa, mentre ha deciso di affidare le sorti del suo attacco al duo nordico composto da Savinainen, ex Assat campione della SM-Liiga, e Jonas Andersson, ex Torpedo. La Torpedo è la mina vagante della division, difficile da inquadrare, ha in pratica cambiato tutto, cominciando dall’affidare la panca a Skudra, ex ass. coach del Sibir, per continuare in pratica con tutti gli effettivi, via i vari Makarov, Thornberg, Ellison e via dicendo, acquistando però gente del calibro di Tim Brent e Wolski, ex nhl, e dei finnici Sakari Salminen, 55 punti in 54 gare nel Kalpa, e Immonen dall’Ak Bars Kazan.
Ancora alla ricerca di uscire dal tunnel in cui è entrata la passata stagione l’Avtomobilist Yekaterinburg, solo 35 punti ottenuti, ultima posizione nell’intera KHL, nessuno ha fatto peggio, ma in cerca di riscatto, gli acquisti dei vari Belanger, ex Edmonton, Sami Lepisto e Sergei Gusev stanno proprio a dimostrarlo.

La Chernyshev Division si presenta, almeno all’inizio, come la division con maggior equilibrio, ci sono infatti più team con potenziale più o meno identico. Partiamo però con l’Admiral Vladivostok, new entry nel panorama KHL con gli occhi sull’estremo oriente. Team rappresentato da una vecchia conoscenza NHL, Alexander Mogilny, che ha scelto come head coach Jortikka, proveniente dall’Amur, che ha il duro compito di assemblare un organico totalmente ex novo. Roster con parecchi giocatori interessanti quello assemblato dalla dirigenza, su tutti il duo svedese Ginge, ex Dynamo, e Bergfors, ex Severstal, oltre al talento russo, ex Atlanty Mytschi in MHL, Alexander Kuznetsov, ai difensori Kostromitin ed Osipov, e quell’Enver Lisin, talento ,ai esploso veramente sia in NHL che in KHL, in attacco invece si scommette su Sokolov e Gareyev, mentre le chiavi della porta sono state affidate al duo Ivannikov, altro buon prospect, ed al più esperto Lundstrom, goalie svedese di sicuro affidamento.
Come detto la division si propone come una delle più equilibrate, se non addirittura la più equilibrata, viste le componenti, infatti a parte dall’Admiral, che potrebbe rivelarsi una gradita sorpresa visto il mix di talento ed esperienza, gli altri team maggiormente accreditati alla lotta playoff sono ben cinque.
L’Avangard Omsk che pur dovendo rinunciare al suo vero e proprio punto di forza della passata stagione ovvero quel Karri Ramo, goalie finnico, che non ha potuto dir di no alle sirene NHL, approdato a Calgary, ha messo sotto contratto Lassila, dal Barys, ma ha soprattutto tenuta invariata l’intelaiatura vincente della passata stagione trattenendo i vari Syomin, Perezhogin e Zaborsky, ma anche in questo caso hanno rimpolpato il roster con Sergei Kostitsyn, da Nashville in NHL e che già si era messo in luce nello stesso team durante il lockout. Altro team da tenere sott’occhio è proprio il Barys Astana che perso Lassila, hanno in Ahonen il loro numero 1, ma i veri colpi sono arrivati con le rispettive aggiunte di Lundin in difesa, da Ottawa in NHL, ma soprattutto in attacco con Antropov, che in uscita dagli States, può dare quel qualcosa in più. Il Salavat Yulaev Ufa insieme al Sibir Novosibirsk sono un gradino sotto rispetto alle prime due, con i primi che hanno pur vero hanno rafforzato la difesa con Babchuk, ex Calgary, ma hanno dovuto rinunciare a Svitov, vero faro del team di Ufa. Il Sibir ha anche lui subìto partenze illustri Glass, tra i pali, e Zaitsev, in difesa, sostituiti da Hudacek, estremo del Frolunda la passata stagione, e Belov in difesa dal Traktor, e questo forse potrebbe penalizzare un po’ il team di Dmitry Kvartalnov, ma è stato in grado di trattenere Lehtera, 46 punti per lui l’anno scorso, affiancandogli il connazionale Koskiranta, che col Tappara in Sm-Liiga ha fatto vedere cose egregie. Ultimo team favorito è l’Amur Kabarovsk, che sotto la guida di Popokhin, cerca di tornare agli antichi fasti e gli arrivi di Petruzalek e Mursak lasciano presupporre che la dirigenza voglia il cambio di rotta, col primo che è un cavallo di ritorno, ha lasciato un buon ricordo e questo inciderà sicuro sul morale dei tifosi, mentre il secondo arriva addirittura dopo aver vinto il titolo AHL con Gran Rapids e dopo essere sceso sul ghiaccio anche coi più grandi Red Wings.
Ultimo team che pare non aver troppe ambizioni, il solo fatto di essere riusciti ad iscriversi alla KHL già di per sé rappresenta un vero miracolo visti i problemi economici, è il Metallurg Novokuznetsk che oltre al cambio di proprietà ha affrontato anche una vera e propria rivoluzione nel roster, tantissimi i volti nuovi, ma soprattutto giovanissimi, gli unici colpi degni di nota sono Hovinen in porta, dalla AHL, e Ray Giroux, difensore dall’Ambrì Piotta, ma pare proprio una squadra studiata più per il futuro che non per centrare obiettivi immediati.

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