Mondiali 2013: alla Russia il big match con gli Stati Uniti, Lettonia nel baratro dopo il K.O. contro l’Austria

Mondiali 2013: alla Russia il big match con gli Stati Uniti, Lettonia nel baratro dopo il K.O. contro l’Austria

Nella giornata finlandese in quel di Helsinki la Russia conquista di forza la testa del girone aggiudicandosi il big match con gli Usa: un match da fuochi d’artificio quello andato in scena all’Hartwall Arena di Helsinki e deciso nel terzo tempo dopo che le prime due frazioni si erano concluse sul già mirabolante punteggio di 3 a 3. Ci hanno poi pensato Medvedev e Radulov a regalare la vittoria e il momentaneo primato del girone ai russi.
Continua invece la crisi nera della Lettonia, che va a perdere malamente uno degli scontri decisivi per le zone basse della classifica: la vittoria va all’Austria per 6 a 3. Ottima prova dei ragazzi di Manny Viveiros, protagonisti a Egna contro l’Italia in due delle quattro amichevoli premondiali, che conquistano i primi tre punti del torneo lasciando i lettoni mestamente a zero.

Russia – USA 5 – 3 [2-2; 1-1; 2-0]
La partita inizia bene per la Russia, che dopo cinque minuti e 23 secondi è già in vantaggio: bordata micidiale di Anton Belov che dalla blu fa fuori Bishop, forse ingannato da una leggera deviazione di LeBlanc. Gli Stati Uniti non stanno a guardare e al 10:58 pareggiano i conti: azione di Paul Stastny, che prima prova a beffare Bryzgalov con un backhander, poi torna sul puck e ribadisce in rete prima che la difesa russa possa spazzare. Meno di un minuto dopo Tyutin finisce in panca puniti e i ragazzi di coach Joe Sacco ribaltano il risultato: siamo al 13:28 quando ancora lui, Paul Stastny, ha lo spazio per avvicinarsi alla porta e scaricare un polsino sotto la traversa. Niente da fare per Bryzgalov, la cui visuale è completamente coperta dall’ottimo lavoro di disturbo di David Moss. Neanche il tempo di annunciare il goal che 36 secondi più tardi la Russia pareggia: azione personale di Ilya Kovalchuk che entra come un missile nel terzo offensivo e piazza un disco chirurgico nell’angolo basso alla destra di Bishop. In finale di frazione i ragazzi di coach Zinetula Bilyaletdinov avrebbero anche l’opportunità di passare nuovamente in vantaggio con l’uomo in più, ma il powerplay si risolve con un nulla di fatto e le squadre vanno al primo riposo sul 2 a 2.
Secondo tempo elettrizzante che si apre con una doppia superiorità di circa un minuto per la formazione statunitense: coach Sacco chiama il time-out per organizzare al meglio l’offensiva, ma il PK russo funziona bene e Bryzgalov abbassa la saracinesca. Poco male per gli americani, perché al 27:09 arriva comunque il vantaggio: missile al volo dalla blu di Matt Hunwick che soprende Bryzgalov. Come prima, però, il vantaggio del team a stelle e strisce dura poco. Prima Bishop si esalta pinzando un tiro dalla media di distanza, poi al 31:19 i russi trovano il pareggio: azione di una fluidità imbarazzante quella che vede Petrov lasciare il disco a Mozyakin, che a sua volta pesca in mezzo Alexei Tereshenko che devia il puck quel tanto che basta per battere il goalie avversario. A cinque dal termine Medvedev centra in pieno la base del palo con un gran tiro da posizione defilata: nel finale powerplay per i russi, ma dopo 40 minuti il risultato è ancora in parità. 3 a 3.
Terzo drittel meno vivo nei primi 10 minuti, ma bastano gli ultimi sette alla Russia per decidere la partita. Al 53:35 azione confusa davanti alla porta di Bishop, il disco resta lì e sbuca dalle parti di Yevgeni Medvedev, che fa esplodere i numerosi tifosi russi presenti sugli spalti. Gli Stati Uniti subiscono il colpo e devono anche difendersi poco dopo con l’uomo in meno, per la stecca alta di Kristo: la Russia ne approfitta per chiudere i giochi al 55:27, dopo soli 10 secondi di powerplay, con Kovalchuk che libera alla facile realizzazione Alexander Radulov. 5 a 3 perla Russia quindi il risultato finale: grande hockey a Helsinki, per l’ennesimo capitolo dell’unica “guerra fredda” che può lustrare gli occhi dei tifosi.

Reti: 05:23 Anton Belov (1-0); 10:58 Paul Stastny (1-1); 13:28 Paul Stastny (1-2); 14:04 Ilya Kovalchuk (2-2); 27:09 Matt Hunwick (2-3); 31:19 Alexei Tereshenko (3-3); 53:35 Yevgeni Medvedev (4-3); 55:27 Alexander Radulov (5-3)

Tiri in porta: 30-22
Minuti di penalità: 8-18

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Austria – Lettonia 6 – 3 [2-1; 2-1; 2-1]
Brutta sconfitta per la Lettonia, che però pronti-vi e si trova già in vantaggio al 03:52: clamoroso svarione difensivo della difesa austriaca, che lascia completamente solo Armands Berzins che deve soltanto depositare in rete a porta praticamente sguarnita l’assist di Kenins. Inizialmente i ragazzi di coach Ted Nolan riescono anche a mantenere il vantaggio, non sfruttano un powerplay a propria disposizione, ma devono capitolare al 13:45: Florian Iberer dalla lunghissima distanza buca un colpevole Edgars Masalskis, che si fa ingannare per via dei numerosi uomini davanti alla sua visuale. Poco dopo enorme occasione sulle stecche austriache: Herburger spezza un’azione avversaria e lancia in breakaway nientemeno che Thomas Vanek, che a tu per tu con il portiere centra un clamoroso palo. A tre minuti dalla fine però finisce in panca puniti Jass e l’Austria trova il goal del vantaggio: questa volta è Andre Lakos a fare centro da distanza siderale, mettendo ancora in risalto quella che è parsa la debolezza più evidente del goalie lettone. Dopo 20 minuti gli austriaci ribaltano lo svantaggio e vanno negli spogliatoi sul 2 a 1.
In avvio di secondo tempo ancora Austria a segno con il suo uomo migliore, Thomas Vanek: al 23:05 l’attaccante di Buffalo Sabres si invola in un 3vs1, decide di fare tutto da solo e piazza il disco sotto l’incrocio dei pali. Poco dopo, al 26:58, è un altro tiro dalla distanza a far secco Masalskis: questa volta la realizzazione è opera di Mario Altmann. Giornata di gloria per i difensori austriaci. In vantaggio di tre reti Vanek e compagni abbassano un po’ il ritmo e subiscono al 38:08 la rete lettone: gran tiro da posizione defilata di Agris Saviels, che scarica un missile beffando Starkbaum sul suo palo. Alla seconda sirena il risultato è così sul 4 a 2: serve un miracolo alla Lettonia per colmare il gap.
L’occasione però si presenta subito perché sul finire di secondo tempo Lakos finisce nel pancone dei cattivi e i lettoni possono gestire in powerplay: al 40:52 così Lauris Darzins è bravo a ribadire in rete sotto misura un rebound concesso da Starkbaum sul tentativo di Cipulis. Match riaperto e Austria messa sotto pressione. La Lettonia continua però a mostrare gravi lacune in difesa e al 49:42 gli austriaci tornano in vantaggio di due reti: bel lavoro di Hundertpfund, che si beve un difensore dietro la porta e serve l’accorrente Michael Raffl, per la rete del 5 a 3. Le speranze lettoni si affievoliscono e anche le spinte offensive sono in gran parte disordinate: al 56:50 ennesimo errore in fase di costruzione nel terzo offensivo, Pock recupera il disco e lancia in breakaway Daniel Oberkofler, che ipnotizza Masalskis per la rete del definitivo 6 a 3.

Reti: 03:52 Armands Berzins (0-1); 13:45 Florian Iberer (1-1); 17:09 Andre Lakos (2-1); 23:05 Thomas Vanek (3-1); 26:58 Mario Altmann (4-1); 38:08 Agris Saviels (4-2); 40:52 Lauris Darzins (4-3); 49:42 Michael Raffl (5-3); 56:50 Daniel Oberkofler (6-3)

Tiri in porta: 25-39
Minuti di penalità: 6-8

 

Classifica girone Helsinki dopo tre partite giocate:

1. Russia 9 pts
2. Finlandia 8
3. Usa 6
4. Slovacchia 6
5. Francia 3
6. Austria 3
7. Germania 1
8. Lettonia 0

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