NHL: Eastern Conference Preview

NHL: Eastern Conference Preview

Southeast Division
di Nicola Tosin

La division più deludente della passata stagione. Squadre molto vicine tra di loro, per via di una carenza globale di risultati. Come per i Phoenix Coyotes nella Pacific Division ad Ovest, i Florida Panthers vinsero la sfida interna senza toccare o sorpassare quota 100 punti realizzati. Vittoria della squadra della Florida, dovuta anche ad una discreta stagione da parte dei Washington Capitals, mattatori dal 2007 al 2011.

Florida Panthers
94 punti, vittoria della division e caduti al primo turno, con onore, contro i futuri vincitori della Conference. Partendo da queste basi, il premiato GM Dale Tallon è riuscito a mantenere praticamente invariato l’intero roster. L’unica perdita di rilievo è stata quella di Jason Garrison, lasciato andare perchè non ritenuta sufficiente una pur buonissima stagione per pareggiare il contratto offerto al giocatore da parte dei Canucks. Perso un papabile pilastro difensivo, ma mantenute intatte due fondamenta : la prima linea offensiva (Weiss-Fleischmann-Versteeg) che tante gioie ha dato nella passata stagione e la sontuosa coppia di goalie Theodore-Clemmensen.
Il mercato in entrata è stato praticamente perfetto : l’esperienza e la sicurezza di Filip Kuba in difesa, la piazzata di Peter Mueller come centro della seconda linea, la forza bruta di George Parros e la voglia di rivincita, anche se il tramonto è a due passi, del sempre talentuoso Alexei Kovalev.
Bissare il successo dell’anno scorso è più che fattibile, ma il vero fine è quello di aver aggiunto più solidità per la post-season.

Washington Capitals
2011-2012 storto per i moderni padroni della Southeast. Vuoi per un capitano più lottatore e meno realizzatore; vuoi per un Mike Green deficitario dopo l’infortunio patito; vuoi per una difesa abbastanza in difficoltà; vuoi per un cambio nella cabina di regia. Pur con questi punti a sfavore, il roster guidato dal traghettatore Dale Hunter è riuscito ad effettuare l’impresa eliminando in 7 gare i campioni in carica e, con altrettante gare, a portare i Rangers ad un passo dall’eliminazione.
Pur con il talento russo a disposizione, il team non è mai riuscito ad andare oltre la semifinale di Conference. L’acquisto di Mike Ribeiro, il brillante centro da seconda linea che a Washington aspettavano da anni, vuole andare incontro all’esigenza di sfatare proprio l’ultimo concetto espresso. Insieme a Wojtek Wolski, torna anche Eric Fehr da Winnipeg, mentre per la difesa non c’è stato alcun rinforzo, sperando nel ritorno e nella durata di Tom Poti.
Una svolta c’è stata anche in panchina, con l’arrivo in estate di Adam Oates, piccola leggenda in quel di Washington D.C. Il suo compito sarà, appunto, quello di riportare in alto la franchigia.

Tampa Bay Lightning
Dopo un 2011 strepitoso, con la conquista della finale di Conference, il 2012 si è rivelato molto amaro per la franchigia del profondo sud-est : 10a nella Conference e a 8 punti dall’ultimo posto per approdare ai playoffs. Di certo un risultato molto deludente che nemmeno la strepitosa stagione di Steven Stamkos, pirotecnico realizzatore con 60 centri, ha potuto oscurare.
La società ha lavorato molto sul reparto arretrato, soffiando ai Flyers e riportando a Tampa il solido Matt Carle. Egregia presa anche quella di Sami Salo, di meno quella di Benoit Pouliot. Rivoluzione anche a difesa della gabbia, visto l’addio di Dwayne Roloson e l’approdo del giovane e promettente Anders Lindback.
Il roster cercherà subito di fare risultato, sperando di non perdere il treno per la post-season per la seconda volta consecutiva.

Carolina Hurricanes
A) 82 punti e fanalino di coda della passata stagione; B) piccola mattatrice del mercato, visti gli innesti di Jordan Staal e Alexander Semin. Le intenzioni sono chiare : con il talento offensivo, proviamo a riprenderci quel posto ai playoffs che abbiamo conquistato solamente una volta dalla vittoria della Stanley del 2006.
Se in attacco hanno guadagnato, nonostante il doloroso addio di Brandon Sutter, in difesa hanno perso parecchio, perchè l’esperienza di Joe Corvo non potrà mai colmare i ruoli di Bryan Allen e di Jaroslav Spacek. Cambi anche in porta, visto l’arrivo di Dan Ellis al posto di Brian Boucher.
Un roster che potrebbe far divertire il pubblico, grazie a due ottime linee offensive e ad un Cam Ward in possibile stato di grazia.

Winnipeg Jets
Dovevano cambiare division e invece sono rimasti nella Southeast. La passata stagione ha messo in evidenza un martellante “stress dipendenza”, dovuto alla quantità di km macinati per giocare contro le dirette avversarie. Viaggi che si faranno sentire ancora di più in questa breve rush, dove la cenerentola canadese dovrà fare miracoli per migliorare il risultato della passata stagione.
L’intera estate è stata utilizzata per convincere Evander Kane a rifirmare, cosa avvenuta solamente a metà Settembre, ma alcune mosse sono state ugualmente effettuate. In entrata Olli Jokinen e Alexei Ponikarovsky; in uscita l’esperienza di Chris Mason a favore della fragilità di Al Montoya.

Northeast Division
di Alessandro Bianchi

La Northeast Division ha l’onore di annoverare ben tre franchigie su cinque facenti parte delle Original Six, Boston Bruins, Toronto Maple Leafs e Montreal Canadiens a cui si aggiungono poi Buffalo Sabres e Ottawa Senators, altro team canadese che assieme ai due precedenti forma, assieme alla Northwest, la division ha la predominanza di team canadesi su quelli americani, tre a due, ed ha il record totale, 43, di vittorie nella Stanley Cup visti i 24 titoli di Montreal, ultimo successo però nel 1993, a cui sommano i 13 titoli di Toronto, ultimo datato nell’ormai lontano 1967, e i 6 di Boston, con l’ultimo conquistato due anni orsono, nel 2011, mentre sia Buffalo, franchigia che ha fatto la sua comparsa nel 1970/71, e Ottawa, rinata nel 1992, infatti già esisteva in precedenza a cavallo tra il 1917 e 1934, poi sciolta, pertanto così come la conosciamo è di fatto la franchigia più giovane della division. Un altro record tengo a sottolineare ed è non meno importante degli altri, anzi, alla luce del lockout appena scongiurato appare ancora più in risalto, quello del valore di queste squadre, infatti alla luce di uno studio di Forbes Toronto è la franchigia che vale di più, 1 miliardo $, seguita dai NyRangers 750 m/$, e poi Montreal coi suoi 575 m/$, in sostanza queste tre squadre, tenuto conto da quanto non vincono, perché pure i Rangers l’ultimo successo risale al 1994, un anno dopo gli Habs, rappresentano nel totale, badate bene, 83% delle entrate totali dell’intera NHL! Se pii vogliamo rincarare la dose possiamo aggiungere Boston che è al 5° posto con “solo” 348 m/$, preceduta da Chicago, 350 m/$, e seguita da Detroit, 346 m/$, in sostanza le Original Six della NHL stanno ai primi sei posti della classifica come guadagni.

Andando in ordine di piazzamento della passata stagione la prima franchigia è senz’ombra di dubbio Boston, vincente della Division con 102 punti e piazzatasi come seconda nella Eastern Conference, poi uscita però subito al primo turno per mano dei Capitals in sette gare. I Bruins che vedono ancora al timone sia Peter Chiarelli, GM, che coach Claude Julien sono ancora il team da battere però con una grande incognita si apprestano ad iniziare la stagione: Tim Thomas. Il goalie infatti non ha ancora sciolto la riserva sul suo futuro, si ipotizza un anno sabbatico o addirittura il ritiro dalla scene agonistiche, pertanto in questa stagione la difesa della porta sarà affidata a Tuukka Rask, che finalmente ha la possibilità di far vedere di che pasta è fatto, e molto probabilmente ad Anton Khudobin come backup. Durante la post season hanno lasciato la squadra Pouliot, Corvo e Zanon, lasciando in parte scoperta la difesa. Difesa che ha visto gli arrivi di Garnet Exelby e di Aaron Johnson, mentre per l’attacco sono arrivati Michel Ouellet e Christian Hanson. Questa stagione è vista più che altro come un consolidamento del roster già presente e si spera ci sia la piena maturazione dei vari Seguin, Lucic, Bergeron, vincitore del Frank J. Selke Trophy come miglior attaccante in fase difensiva nel 2012, Rask, Marchand e Peverley in aggiunta ai Bourque, Chara, Seidenberg, Horton e Paille.
Da segnalare: Dougie Hamilton, la dirigenza punta fortemente su di lui in difesa nell’immediato e nel futuro così come su Spooner in attacco.

Arrivati secondi l’anno passato nella division gli Ottawa Senators che qualificatosi ai playoff hanno subìto la stessa sorte dei Bruins, usciti immediatamente al primo turno tenendo però duro contro i primi della classe, i Rangers, anch’essi in sette partite. Ottawa ha deciso, come Boston, di mantenere l’assetto societario così come l’anno passato, GM Bryan Murray e coach Paul MacLean, però al tempo stesso il roster ha subìto parecchie modifiche, sia con free agent firmati che con trade. Tramite trade infatti è stato messo sotto contratto Methot da Columbus in cambio di Foligno, rimpiazzato a sua volta da Latendresse, e via Kuba, ad Atlanta, è stato messo sotto contratto Lundin, da Tampa, idem Filatov che ha preferito il ritorno a casa, in Russia. I punti di forza restano sempre i soliti, Anderson in porta, Karlsson, vincitore del Norris Trophy come miglior difensore della lega, Gonchar, Phillips, questi in difesa, mentre in attacco Capitan Alfredsson, Spezza, Turris, ottima stagione quella passata, Michalek, e Neil. In più ci questa stagione potrebbero esserci grosse sorprese da parte di parecchi giovani.
Da segnalare: Jakob Silfverberg e Kaspars Daugavins in attacco mentre in difesa Patrick Wiercioch e Jared Cowen senza contare molti altri in rampa di lancio, davvero un ottimo lavoro fatto dalla dirigenza in questi anni per i prospect.

In terza posizione l’anno scorso i Buffalo Sabres, non si sono qualificati ai playoff per un soffio e come i precedenti hanno deciso di dare fiducia al duo che li ha guidati negli ultimi anni, Darcy Regier come GM e Lindy Ruff in panca. Parecchi cambiamenti soprattutto per svecchiare il roster, però importanti viste le partenze di Roy e Boyes mentre i nomi arrivati sono meno importanti tra i quali Mancari e Ott, sono però stati confermati giocatori del calibro di Ehrhoff, Myers e Leino, puntando parecchio anche sui giovani a roster oltre ai soliti noti Miller, Vanek, Stafford, Pominville e Sekera. Il roster presenta parecchi giovani infatti la decisione di dare più spazio a loro è in ottica futura, in particolare Ennis e Myers sono i futuri campioni in casa.
Da segnalare: Mikhail Grigorenko, davvero un fenomeno, Zemgus Girgensons in attacco e Joel Armia e Mark Pysyk in difesa possono essere delle aggiunte fondamentali nel roster attuale e futuro oltre Enroth in porta.

Passiamo ai Toronto Maple Leafs, eterni insoddisfatti, e visti i risultati degli ultimi anni non si può certo dargli torto, che in corsa hanno cambiato GM, infatti Nonis ha preso il posto di Bourque, “spostato” in seno alla società, mentre al timone sulla panca Carlyle rimane. Non una campagna firme F.A. degna di nota però la trade che ha visto arrivare Van Riemsdyk al posto di Luke Shenn ha lasciato molti i perplessi, anche se in effetti in difesa i giocatori ci sono mentre mancava effettivamente un attaccante con punti nelle mani e forse JVR potrebbe sopperire al tutto. Un altro dubbio avvolge l’Air Canada Center ovvero il problema goalie, di fatti per tutta l’estate e pure ora tiene banco la telenovela Luongo, in uscita da Vancouver, e che sembra essere sempre in procinto di sbarcare in Ontario ma ogni volta “il matrimonio non s’ha da fare”, anche un altro nome è stato accostato ai Leafs, Jonathan Bernier, dei Kings, anche lui in rotta con la propria dirigenza. Le chiavi della porta sono al momento affidate al duo Reimer-Scrivens, che si giocheranno il posto fino a novità, mentre in difesa Gardiner, Phaneaf, Komisarek e Liles danno più che affidamento. In attacco come già detto JVR in aggiunta a Kessel, Lupul, Kulemin, MacArthur, Bozak, Kadri, McClement e Grabovsky danno più di una certezza, mentre quello che manca davvero è un centro di prima linea in grado di esaltare gli special team, prima ancora di un goalie.
Da segnalare: Morgan Rielly, Biggs, Percy e Blacker, quattro giovani di ottime speranze e forse anche di molte certezze, in particolare Rielly, già messosi in evidenza durante i mondiali giovanili.

Ultima posizione spetta agli Habs, Montreal Canadiens, arrivati proprio ultimi l’anno passato non solo nella division, ma addirittura nella Eastern Conference. Questo ha fatto si che la dirigenza abbia cambiato strategia e sia il GM, Marc Bergevin, che il coach Michel Therrien, hanno lasciato a piedi l’icona Gomez, optando per un buyout immediato, sfruttando le nuove regole del CBA. Fondamentalmente sono state le acquisizioni dei vari Bouillon, Prust e Armstrong ad avere monopolizzato la post season, mentre i veri acquisti sono i ritorni sul ghiaccio di Markov e Gionta dopo infortuni. Il roster nella sua interezza mostra notevoli spunti tecnici, in porta l’ormai consolidato Price, mentre in difesa a parte il ritorno di Markov, un mostro se in forma, ci sono Gorges, Weber e Kaberle, mentre in attacco oltre a Gionta ci sono Pacioretty, Bourque, Prust, Plekanec e Cole, sempre che quest’ultimo non decida di ritirarsi, le voci sono quelle. Le note positive arrivano però dai giovani, tanti ed interessantissimi.
Da segnalare: in difesa Diaz, P.K. Subban e St. Denis mentre in attacco David Desharnais, Lars Eller ed Alex Galchenyuk, terza scelta assoluta al draft 2012 e vero gioiello per il futuro della franchigia franco-canadese.

Atlantic Division
di Emanuele Badessi

La Atlantic che lo scorso anno ha visto primeggiare di misura i Rangers sui Penguins e portare alla postseason 4 franchigie su 5 (unici esclusi gli Islanders) quest’anno presumibilmente vivrà nuovamente sulla rivalità tra le 2 franchigie con i Devils ed i Flyers come possibili outsider, pur con le partenze estive in entrambe le franchigie.

Ma andiamo ad analizzare Team-by-Team le diverse aspirazioni:

New York Rangers
Le Blueshirts, vincitrici di misura della Division, dopo averla dominata per buona parte della stagione, hanno chiuso la scorsa stagione ad un passo dalle Stanley Cup Finals, fermati in finale di Eastern Conference dai Devils di Brodeur e Parise. Protagonisti del mercato estivo con il colpo Rick Nash, in cui sono stati sacrificati Erixon, Anisimov e soprattutto uno dei Fan Favourite: Brandon Dubinsky; altri arrivi di peso sono quelli di Arron Asham da Pittsburg e di Taylor Pyatt da Washington, mentre sul fronte partenze da segnalare gli addii di Fedotenko, Mitchell e soprattutto Prust, eroe del Winter Classic vinto contro i Flyers. Con queste mosse i Rangers sperano, dopo aver confermato a fil di Training Camp, Del Zotto e Gilroy, di aver trovato il pezzo mancante per la corsa a quella Stanley che i tifosi dell’ MSG aspettano da quasi 20 anni.

Pittsburgh Penguins
I Pens, giunti ad appena un punto dalla testa della classifica di Division nella scorsa stagione, ed eliminati dai Flyers nei Quarti di finale dei playoff, hanno fatto pochissimi movimenti, soprattutto in ingresso, in questa lunga pausa prima dell’ avvio della stagione. Lasciato partire Jordan Staal, destinazione Carolina, per ricongiungersi col fratello Jordan, Ray Shero, GM di Pittsburgh, ha portato alla corte di Coach Bylsma Tomas Vokoun, autore di una buona stagione a difesa della gabbia dei Panthers.Sperando in un ritorno a pieno servizio della stella Crosby, coadiuvata dal suo fedele compagno Malkin, i Pens sperano di riuscire a tornare ai fasti di qualche anno fa.

Philadelphia Flyers
I Flyers, arrivati alle spalle dei Pens in Regular Season, salvo poi risultarne i giustizieri al primo turno di playoff si assicurano i servigi di Vorachek da Columbus; il giocatore Ceco sarà chiamato a rimpiazzare in pista il partente Jagr, accasatosi a Dallas in estate; altra mossa interessante da parte dei Flyers è l’acquisto di Luke Schenn da Toronto: pur con un minor minutaggio sul ghiaccio, l’apporto in termine di punti da parte del giocatore di Saskatoon non è cambiato nell’ ultima stagione all’ ACC e questa potrebbe essere l’annata per un’ulteriore conferma. L’aspirazione dei Flyers, giunti alle semifinali di conference lo scorso anno è quella di ripetersi e poi magari chissà…

New Jersey Devils
I Devils hanno chiuso la stagione ‘11/’12 nelle Stanley Cup Finals senza mai impensierire i Kings dopo aver alzato il Prince of Wales Trophy; durante i mesi estivi è partito il capitano Parise, perdita molto significativa nell’economia del team di Newark; gli arrivi di Barch e Butler dovranno colmare il vuoto lasciato dal #9 approdato ai Wild. Se poi Brodeur riuscirà a mantenere la sua media mostruosa, al netto delle primavere che ormai cominciano ad essere parecchie i Devils potranno tentare di ripetersi e di tornare a combattere per la Stanley Cup (con un finale magari diverso….)

New York Islanders
Arrivati staccatissimi dai compagni di division alla fine della stagione regolare senza arrivare ai playoff (unica della propria division a fallire la postseason) gli Isles si sono comunque tolti alcune soddisfazioni. La rifondazione partita con John Tavares sta proseguendo e con gli arrivi di Nabokov, che affiancherà DiPietro a difesa della gabbia degli Orange&Blue, e Hickey che è arrivato al training camp direttamente dai detentori della Stanley Cup. Con questi presupposti e con un Matt Moulson sui livelli degli ultimi anni la crescita della franchigia di Long Island, trasferitasi durante l’estate in quel di Brooklyn, potrebbe portare Tavares e soci a scalare qualche posizione nella division ed a riavvicinarsi ad un traguardo che si chiama postseason

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