Supermercati A & O Asiago Hockey A.S., intervista a Riccardo Mosele

Supermercati A & O Asiago Hockey A.S., intervista a Riccardo Mosele

di Filippo Restelli

HOCKEYTIME:” Iniziamo con un commento su Asiago – Milano di ieri:secondo Rigoni, il radiocronista di “tutto l’hockey minuto per minuto”, il Milano forse meritava il pareggio. Ad ogni modo, avete comunque battuto i Campioni in carica”.

RICCARDO MOSELE:” Beh, devo dire che la differenza l’ha fatta, nel terzo periodo, il nostro goalie Szuper con tre interventi davvero fenomenali. Quest’anno ci sta dando veramente una grossa mano! Noi abbiamo impostato una partita sulla velocità e siamo poi stati bravi a mantenere il risultato, loro, soprattutto nel terzo drittel, hanno spinto alla ricerca del pari. Mi sembra comunque che non abbiamo demeritato questa vittoria.”

HT:”Continuando a parlare di Szuper, un nostro sondaggio lo ha appena decretato miglior portiere fino ad ora proprio davanti ad Eriksson:secondo te, è il miglior portiere che abbiate mai avuto?”

RM:”Ho avuto Gravel per tanti anni ad Asiago, ma devo dire che Szuper è più forte. Magari è meno spettacolare, ma c’è sempre, ci puoi contare in ogni momento della partita. Gravel è tutt’ora un ottimo portiere, ma nei playoff soffre ogni tanto la pressione, magari nella serie di finale gli capitano quei due o tre gol evitabilissimi che però decidono il risultato. Ora ovviamente aspettiamo che anche il nostro portiere si confermi quando cominceranno i playoff.”

HT:”Alcuni tuoi colleghi preferivano lo spettacolo dell’anno scorso con i giocatori NHL, altri preferiscono quest’anno in quanto regna maggior equilibrio, tu come la pensi?”

RM:”L’anno scorso non ho giocato moltissimo, ma è stata un’opportunità incredibile poter giocare ed allenarsi con campioni di quel calibro. Devo dire che personalmente preferisco quest’anno, in quanto i risultati sono più incerti. Guarda noi, battiamo il Milano ma dopo aver perso in casa contro il Fassa fanalino di coda. Certo, per lo scudetto credo che se la giocheranno solo quattro squadre, che per me attualmente sono allo stesso livello.”

HT:”Quali sono queste quattro squadre, secondo te?”

RM:”Oltre a noi, il Milano, il Cortina ed il Bolzano.”

HT:”La tua opinione sul “caso Topatigh”, riferendomi ovviamente alle Olimpiadi:un altro nostro sondaggio ha visto il pubblico molto diviso tra chi lo voleva a tutti i costi e chi no, tu cosa ne pensi?”

RM:”Il vero errore in tutta la questione è stato quello di non avergli mai dato una vera opportunità. Negli ultimi anni in nazionale sono passati moltissimi giocatori, me compreso, non vedo perché una possibilità non sia stata data anche a lui. D’altronde, frequentandolo io quotidianamente, posso dire che lui non è certo il tipo di persona che fa discorsi del tipo “Devono chiamarmi perché io sono io”, lui semplicemente vorrebbe avere la sua chance, e credo che avrebbe dovuto averla, non stiamo certo parlando dell’ultimo arrivato”.

HT:”In Italia si ha l’impressione che solo limitando gli stranieri drasticamente il movimento potrebbe valorizzare appieno i vivai, con il rischio però di vedere abbassarsi notevolmente il livello tecnico per alcuni anni. Sei d’accordo?”

RM:”Ovviamente si, e sarei a favore di un netto taglio agli stranieri. Certo, bisogna sempre trovare il giusto compromesso, a mio modo di vedere tre sarebbero pochi, dieci sarebbero troppi. Il segreto sarebbe semplicemente organizzarsi, ed è una cosa che la federazione non sta facendo da anni. Dobbiamo prendere come modello la Svizzera. Ora il limite è di quattro, forse cinque stranieri, eppure sono stabilmente nel gruppo A, ed è un percorso che hanno iniziato molti anni fa. Qui in Italia non sta avvenendo nulla di tutto ciò, prima ci dicono che siamo professionisti, poi obbligano le squadre ad essere società dilettantistiche e ci trattano in effetti da dilettanti. Ci vogliono inoltre maggiori investimenti, non ci vorrebbe molto a scegliere ogni anno i cinque o sei migliori italiani e mandarli a fare un training camp in Russia piuttosto che in America. Invece i training camp vengono scelti solo per selezionare nuovi italo-canadesi da portare qui. Sarebbe una buona idea che noi giocatori realizzassimo un’associazione di categoria, aiuterebbe sicuramente a portare avanti progetti di questo tipo. Quando qualche anno fa partecipammo alle universiadi, non sfigurammo affatto. Qui ad Asiago, inoltre, Kortelainen ci disse che molti giocatori italiani potrebbero facilmente giocare al loro livello, sono sicuro che noi andremmo la e ci adatteremmo, come ho fatto io l’anno scorso adattandomi al livello della A2. Si va e ci si adatta. Il potenziale, insomma, ci sarebbe.”

HT:”Per finire, parlaci del pubblico:il fattore campo è importante, lo avvertite?”

RM:”Sicuramente c’è una grossa differenza sia tra il giocare in casa ed il giocare in trasferta che tra l’avere in casa mille spettatori o cinquemila, la differenza la si sente, soprattutto nei playoff quando il pubblico è maggiore. Personalmente, più di questi fattori incide molto l’evento in se, il fatto cioè che ti stai giocando una semifinale od una finale. La stessa partita di ieri sarebbe stata molto diversa se fosse stata uno degli incontri di una serie playoff.”

Si ringrazia l’Asiago Hockey A.S. e Riccardo Mosele per la disponiblità.

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