Il veterano, Thomas Larkin, e il “bocia”, Marco Zanetti

Il veterano, Thomas Larkin, e il “bocia”, Marco Zanetti

(Nottingham) – Thomas Larkin e Marco Zanetti sono, insieme al Luca Frigo e Tommaso Traversa, tra i pochi rappresentanti in Nazionale presente a Nottingham ai Mondiali di 1a Divisione A ad essere cresciuti hockeisticamente nel nord ovest. I due giocatori si raccontano in una lunga intervista.

TL: sei tornato in Nazionale dopo un anno e mezzo di assenza. Nuovi coaches, diversi nuovi giocatori, che ambiente hai ritrovato?

Per gli ultimi quattro anni sono stati difficili fra infortuni, Covid, due bimbe e la famiglia. E’ stato difficile tornare in Nazionale, mi è dispiaciuto tanto non esserci e di far parte di questo gruppo. Tornare con tanti giocatori che conosco da anni e giocatori nuovi che ho conosciuto adesso mi fa tantissimo piacere, è sempre un onore e mi diverto molto in Nazionale. E’ un buon gruppo e siamo contenti di essere qua tutti insieme.

MZ: sei entrato a far parte del clan Azzurro in questa stagione. Come vive un giovane questa novità nella propria carriera?

Sicuramente è un’esperienza unica, la sto vivendo in modo positivo, sto giocando con giocatori di livello altissimo. Sono molto contento di questo, cerco di prendere spunto sempre da tutti. Spero di far bene le prossime partite. E’ sempre bello portare i colori della propria Nazione.

TL: di goal in carriera nei realizzati diversi, quello più importante rimane quello messo a segno nella finale playoff del 2019 con il Mannheim. Questo Mondiale l’hai aperto con un hattrick. Quanto è importante per un club o una Nazionale avere un difensore che sappia anche segnare?

E’ bello sicuramente, ma come ho sempre detto mi sono goduto di più i tre punti in classifica. Non facevo una tripletta dalle giovanili del Varese, mi ha fatto piacere, perché c’era qui mio fratello e mio padre, però alla fine abbiamo vinto la partita ed è quello che conta.

MZ: Non sei un po’ geloso dei suoi quattro goal? Anche tu hai dimostrato le tue doti a Lugano. In Nazionale hai messo a referto un goal e tre assist. Le premesse per fare bene ci sono tutte.

Sì, sono un po’ geloso (sorride, nda); da attaccante li dovrei fare io, li ha segnati lui e va bene lo stesso. Come ha detto Thomas ciò che è importante sono i tre punti. Ho disputato una bella stagione a Lugano, adesso spero di ripetermi qua e portare punti alla squadra che servono sempre.

TL: Hai lasciato Mannheim dopo sei anni e mezzo, nella prossima stagione giocherai nello Schwenninger Wild Wings. Quali sono le ragioni di questa scelta?

Era arrivato il momento di cambiare. La squadra con cui sono cresciuto a Mannheim negli ultimi anni, e con cui ho vinto la DEL nel 2019, è cambiata tantissimo; nel roster della prossima stagione dei giocatori che hanno vinto il titolo ne rimangono tre o quattro e a trentadue anni, dopo sei anni e mezzo di cui sono molto fiero di ciò che abbiamo fatto, ho pensato che fosse l’ora di cambiare. Ho avuto l’opportunità di firmare con lo Schwenninger, una squadra che sta salendo di livello. Ad eccezione di Trivellato e Spornberger, che giocano qui in Nazionale, conosco dei giocatori con cui ho giocato nelle scorse stagioni. Mi hanno parlato bene della città e della società. Non vediamo l’ora d’iniziare.

MZ: hai rinnovato con il Lugano per altri tre anni. Quanto conta per te la fiducia riposta dal club bianconero?

Assolutamente è un onore, ho iniziato da piccolo. Quest’anno ho fatto molto bene, ringrazio per la fiducia che mi hanno dato. Ho firmato per tre anni e vorrei che fossero tre anni bellissimi e anche dopo spero di continuare con loro. Per me è una grande emozione giocare sia per il Lugano, sia per la Nazionale italiana; ovunque vada cerco di fare bene, di portare la mia velocità, la mia grinta.

TL: Hai mai ricevuto proposte da club svizzeri? In quale ti piacerebbe giocare?

Sinceramente finora non ho neanche cercato di andare in Svizzera e non ho ricevuto alcuna offerta. Essendo di Varese e conoscendo diversi giocatori, ho sempre seguito il Lugano. Mi sarebbe piaciuto giocare con i bianconeri, tuttavia ho preferito rimanere in Germania: mia moglie è tedesca, ci troviamo bene lì.

MZ: ti piacerebbe un giorno giocare in DEL? In quale club?

Sono più focalizzato sulla Svizzera, sto bene lì, inoltre ho la licenza svizzera ed è più facile rimanere. Spero di continuare con il Lugano, alle altre squadre non ho pensato. Ho iniziato in Svizzera e vorrei continuare qui la carriera.

TL: Sei stato il primo italiano ad essere draftato in NHL. C’è del rammarico per non aver giocato almeno una partita?

Più vado avanti con la carriera, più ci penso. Spesso bisogna essere al momento giusto nel posto giusto, sia per essere draftati, sia per giocare in NHL. Nella mia carriera ho incontrato giocatori più forti di me che non hanno mai giocato nella Lega nordamericana e giocatori più scarsi di me che hanno giocato in NHL. E’ stata una delusione, perché da piccolo sogni di giocarci, ma sono fiero della mia carriera e dei passi compiuti: iniziando con il Varese non mi aspettavo neanche di giocare da professionista. Sono fiero e grato delle opportunità avute finora e non vedo l’ora di vedere un italiano in NHL.

MZ: tu non sei mai entrato in una lista draft. E’ mai stato uno dei tuoi obiettivi?

Da piccolini sogniamo tutti di giocare in NHL, però crescendo ho pensato che è meglio porsi degli obiettivi e raggiungerli. Ho fatto bene nel mio primo anno in National League. Adesso cerco di ripetermi e raggiungere i prossimi obiettivi. Per l’NHL non c’ho mai pensato.

TL: Capitolo Varese. Quest’anno i Mastini hanno fatto l’en plein Coppa Italia-IHL. Hai avuto modo di seguirli? Vuoi lasciare un messaggio ai tifosi?

Certo, li ho seguiti fin dall’anno scorso. Parlando con Matteo Malfatti del palaghiaccio nuovo e tutto quello che sta succedendo nel nostro territorio, era importantissimo per me seguirli e vedere ripartire l’hockey a Varese. Ho seguito i Mastini durante la Coppa Italia su Youtube con le leggende dell’hockey che sono tornate come, per esempio, Mansi. Conosco ancora qualche giocatore con cui ho giocato da giovane, sono molto fiero di loro, li ho incontrati settimana scorsa a Varese durante la giornata libera, stavano ancora festeggiando la vittoria in campionato, meritatissima. Vedere il palaghiaccio nuovo, pieno, con l’atmosfera che mi ha ricordato quando andavo io ad inizio anni 2000, per me è da brividi, anche se io ho giocato negli ultimi 6 anni alla SAP Arena di Mannheim che contiene 15.000 spettatori. Sono fiero del lavoro svolto per far ripartire l’hockey non solo a livello senior, ma anche a quello giovanile. Ho sentito che sono aumentate le iscrizioni. Con il Covid e l’inagibilità del palaghiaccio hanno perso una generazione di hockeisti.
Ai tifosi dico di continuare così: li ho visti andare in trasferta a tutte le partite. E’ bellissimo vedere una città, per me una piazza importantissima per l’hockey italiano, tornare ad essere come una volta.

MZ: hai potuto vivere l’entusiasmo dell’Acinque Ice Arena in Coppa Italia. Sei rimasto sorpreso del ritorno di tanti tifosi al palaghiaccio? Hai un messaggio anche tu per loro?

Io ho iniziato a Varese, è sempre stata la mia squadra. Sono fiero di loro e dei risultati raggiunti quest’anno. Sono stato alla finale di Coppa Italia, ho visto dei tifosi caldissimi; hanno incitato i giocatori per tutta la partita. Sono davvero contento di questo e spero che il Varese possa far bene anche nella prossima stagione e porti sempre più giovani. Per una città come Varese, a cui sono legato, vorrei che l’hockey prendesse sempre più piede.

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