Mondiali Div. 1A: il precedente con Gran Bretagna e Slovenia

Mondiali Div. 1A: il precedente con Gran Bretagna e Slovenia

Prima del 1953 l’Italia non era mai riuscita a battere la Gran Bretagna; nazione pionieria in Europa nell’hockey, l’anno precedente negò agli Azzurri il successo nel Criterium d’Europa disputatosi a Liegi (Belgio) vincendo lo scontro decisivo per l’assegnazione del primo posto. Non solo, quella sconfitta relegò il Blue Team al terzo posto finale.

La stessa situazione si ripropose a Zurigo: squadre appaiate a 8 punti e scontro diretto a conclusione del torneo e una gran sete di vendetta sfociata in un primo tempo pressoché perfetto:  vantaggio italiano dopo 3’ dall’ingaggio iniziale con l’azione corale di Giancarlo Agazzi, Jimmy De Meis ed Ernesto Crotti nella veste di finalizzatore. Il Blue Team mise pressione agli avversari inducendo all’errore Joe Bell, goalie britannico, che non trattenne il disco scagliato da Domenico Sartor la cui corsa terminò oltre la riga di porta; 2’ più tardi l’azione ficcante orchestrata da Sartor con la complicità di Eugenio Grazia e Donald Lato, consentì al primo di allungare e firmare la doppietta personale. Tra i sudditi di Sua Maestà iniziò a serpeggiare del nervosismo che sfociò in una rissa generale nell’ultimo minuto di gioco a causa di una carica subita da Bruno Fregonese e un pugno sferrato da Sartor, anch’egli caricato scorrettamente, ai danni di Clive Millard. Il parapiglia fu sedato dall’intervento della polizia che permise agli arbitri Willy Bernhard e Wim Dwars di comminare 5’ di penalità agli italiani Sartor e Joe De Felice e al britannico Millard, oltre a 2’ a Bobby Thompson. Fatto fronte alla successiva inferiorità, la resa dei conti fu rimandata nel terzo tempo, quando la doppietta di Bill Crawford riaprì la partita inasprendola, tuttavia, a parte la penalità inflitta ad Alfredo Fontana, l’Italia riescì a tenere testa ai rivali e a conquistare il secondo Criterium d’Europa.

Indipendente dal 1991, nell’hockey la Slovenia incontrò per la prima volta l’Italia soltanto undici anni più tardi in occasione dei Mondiali svedesi del 2002; il Blue Team, all’esordio contro gli Stati uniti celebrò i dieci anni di permanenza in Gruppo A, tuttavia quei festeggiamenti nel corso del torneo si rivelarono amari: sconfitti dalla Lettonia nell’incontro decisivo del turno preliminare, l’ennesima salvezza passava dal Relegation Round. Alla vigilia dell’ultima partita, quella contro la Slovenia, la classifica recitava: Slovenia 4 punti, Polonia e Italia 2 punti, Giappone 0 punti. Per volere della Federazione internazionale, che intendeva promuovere l’hockey nel lontano oriente, i nipponici non potevano retrocedere, quindi il successo del Blue Team era d’obbligo e doveva essere con almeno sette reti di scarto, almeno che la Nazionale del Sol Levante non avesse battuto la Polonia. Pura fantascienza all’epoca. Per di più gli uomini di Pat Cortina scesero sul ghiaccio alle 11 di mattina presentandosi con le gambe molli, al contrario degli ex jugoslavi che misero a referto 33 tiri contro gli undici degli italiani; una partita senza storia durante la quale Mike Rosati fu superato da Tomaz Razingar, in due occasioni, Nik Zupancic e Marcel Rodman.

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