Giornata di semifinali a Davos per l’ottantanovesima Coppa Spengler. La qualità di gioco sale man mano che ci si avvicina alla finale e gli incontri “amichevoli” danno spazio alla vera competizione ed allo spettacolo per l’arena sempre colma.
Nel pomeriggio si affrontano i padroni di casa, partiti come sfavoriti, e il mai domo Team Canada. I canadesi non vogliono ripetere la brutta esperienza delle ultime due edizioni in cui furono eliminati proprio in semifinale dal Ginevra, ma la formazione di Arno Del Turco parte a piena velocità, galvanizzata dalla bella vittoria di martedì contro il Jokerit, e costruisce un doppio vantaggio in meno di sette minuti con le realizzazioni di Sciaroni (in superiorità numerica) e Ryser. Il Team Canada reagisce e accorcia le distanze al decimo minuto con una rete di Pyatt. I gialloblù ci credono e, a cavallo tra il primo e il secondo periodo, si portano a tre lunghezze di vantaggio con le reti di Picard e Du Bois. Ma il Canada è pur sempre la patria dell’hockey e i ragazzi della foglia d’acero sono capaci di una grande rimonta realizzata in 11 minuti grazie alla rete di Sheppard ed alla doppietta di Ellison. Tutto si decide quindi nel terzo conclusivo e in venti minuti si ripercorre la storia dell’hockey mondiale e dell’hockey svizzero. Il Canada ha dalla sua la natalità dell’hockey moderno (il primo match della storia è stato giocato a Montreal il 3 marzo 1875) ma è anche vero che il nostro amatissimo sport deriva da alcuni giochi portati nel nuovo mondo dagli europei ed il Davos è un degno rappresentante del vecchio continente, vincitore di 31 titoli nazionali e di 15 Spengler Cup. I rossocrociati partono subito bene e al quarantottesimo sono nuovamente in vantaggio con la marcatura di Lindgren. Rete che però non piega gli ospiti che, sebbene non si siano praticamente mai allenati insieme, giocano un coriaceo 1-3-1 e in 65 secondi conquistano il match e la finale della coppa con le realizzazioni di Giroux e Conacher. Peccato per l’attuale giovane Davos che non ha sfigurato di fronte a squadre più rodate e blasonate.
Team Canada – HC Davos 6-5 (1-3, 3-1, 2-1)
Marcatori: (0-1) 06.16 Gregory Sciaroni; (0-2) 6.39 Sven Ryser; (1-2) 09.25 Tom Pyatt (James Sheppard, Marc-Andre Bergeron); (1-3) 18.52 Alexandre Picard (David Moss, Devin Setoguchi);
(1-4) 26.43 Felicien Du Bois (Samuel Walser, Ville Koistinen); (2-4) 27.05 James Sheppard (Tom Pyatt, Chris DiDomenico); (3-4) 29.33 Matt Ellison (Cory Conacher, Keaton Ellerby); (4-4) 38.37 Matt Ellison (Cory Conacher, Keaton Ellerby); (4-5) 47.33 Perttu Lindgren (Marc Wieser); (5-5) 55.26 Alexandre Giroux (Matt D’Ahostini, Matthew Lombardi); (6-5) 56.31 Cory Conacher (Matt Ellison, Derek Roy).
Nella serata, alla Vaillant Arena, si disputa la seconda finale che vede scontrarsi il disciplinato hockey russo dell’Ekaterinburg contro il più scoppiettante hockey europeo del Lugano. Si ripete la storia: 24 anni fa, alla loro ultima apparizione alla Spengler, i ticinesi sconfissero in semifinale un’altra squadra russa, il CSKA Mosca. La pista di Davos è cara ai bianconeri, che vi avevano conquistato lo scudetto nel 1986, e al loro head coach, alla settima apparizione alla competizione. Dopo pochi minuti di studio, i ticinesi premono sull’acceleratore e passano in vantaggio al sedicesimo minuto con Stapleton, assistito da Furrer e Chiesa. Il match appare molto equilibrato e sull’uno a zero si conclude il periodo iniziale, soprattutto grazie alla prestazione sontuosa di Merzlikins a difesa della gabbia elvetica. Il drittel centrale si apre poi come si era aperto il precedente, ovvero con una realizzazione svizzera per mano di Klasen al venticinquesimo, assistito da Pettersson. Sebbene i russi siano in doppio svantaggio continuano con il loro gioco, forse commettendo un errore di “inesperienza” e regalando ai bianconeri quattro minuti di superiorità numerica, non sfruttata, ma che concede ai ticinesi un po’ di respiro. Ekaterinburg è forse più famosa per la collocazione geografica (a cavallo tra Europa e Asia) e per gli avvenimenti storici (luogo di fucilazione dell’ultimo Zar) che per l’hockey, l’Automobilist è stato infatti fondato solo nel 2006 e naviga a metà classifica in KHL, ma nel drittel conclusivo gli ex-sovietici sono più incisivi e il Lugano concede qualcosa di più, “regalando” agli avversari tre power play. Ma la difesa di Shedden regge l’impatto, annullando anche un quattro contro sei provato da coach Razin. Anzi, proprio in questa occasione i ticinesi segnano il definitivo tre a zero con Brunner che regala ai tifosi svizzeri la speranza di poter abbracciare la Spengler Cup.
HC Lugano – Avtomobilist Ekaterinburg 3-0 (1-0, 1-0, 1-0)
Marcatori: (1-0) 15.11 Tim Stapleton (Philippe Furrer, Alessandro Chiesa); (2-0) 24.12 Linus Klasen (Fredrik Pettersson); (3-0) 56.12 Damien Brunner (Julian Walker, Dan Spang).
L’appuntamento con la finale tra Lugano e Team Canada è quindi fissato per domani, 31 dicembre, alle 12.00 quando le due formazioni si scontreranno per aggiudicarsi l’ottantanovesima coppa dedicata al medico grigionese Carl Spengler.