Sami Salo appende cerotti e pattini al chiodo

Sami Salo appende cerotti e pattini al chiodo

L’eterno ed instancabile guerriero finlandese Sami Salo arriva al capolinea della sua incredibile e tormentata carriera hockeystica sul ghiaccio, lasciando definitivamente vuoto alla soglia delle 41 candeline, quel posto sulla linea blu, tanto amato e tanto sofferto sul ghiaccio.

Sami, classe ’74, pattina e cresce nella natia Turku passando in forma anonima ai draft del 1996 con la terz’ultima chiamata in assoluto(!) da Ottawa, ed accantonati (al momento) i sogni della NHL, in Finlandia vince la fortissima SM-Liiga al primo anno tra i pro e l’allora Champions League di hockey (EHL) sempre con i suoi TPS Turku.

Classicissimo difensore offensivo, dotato di un’ottimo senso della posizione e slap di tutto rispetto, dopo un annetto con lo Jokerit trasvola nella colonia europea più numerosa ad Ovest di Capo Finisterre in quel di Ottawa ad infoltire una rosa di campionissimi del Vecchio Continente affermati quali Alfredsson, Yashin, Arvedson, Laukkanen e Marian Hossa; il debutto NHL è subito fantastico, conquistando consensi e posto fisso in rosa (sempre nelle prime due rotazioni difensive) coi Senatori, nonostante i primi acciacchi a limitare il minutaggio sul ghiaccio.

Le migliori stagioni da Nhler le trascorre a Vancouver (ben nove) e dopo due annetti senza troppi problemi fisici, per Sami arrivano gli infortuni peggiori sia sul ghiaccio sia fuori, a limitare il suo ottimo potenziale con buona pace dell’instancabile staff sanitario dei Canucks, a re-inventarsi ogni estate preparazioni specifiche ad hoc per il difensore finlandese, paziente preferito delle sale radiografiche di Vancouver e dintorni; se all’inizio il problema è localizzato tra spalle e schiena, complice anche le carezze cui è pesantemente sottoposto, per Salo arrivano una sfilza infinita di KO a lasciarlo lontano dal ghiaccio per lunghi periodi tra polsi e costole rotte, ginocchia malandate, caviglie slogate, puck stoppati di naso ed inguine(!) a far vacillare sempre più la presenza on-ice dell’instancabile finlandese che, rimesso il classico cerotto d’occorrenza, è sceso più di una volta sul ghiaccio senza il benestare dello staff medico.

Nemmeno fuori dal ghiaccio lo slang coniato in BC “The Cursed Salo” sembra lasciarlo in pace e leggenda narra persino di un morso di vipera occorso mentre era sul green prima dell’home opener stagionale, fino al gravissimo infortunio nell’estate del 2010, con la rottura del tendine di Achille rimediata giocando a floorball con amici a sembrar mettere la parola fine alla maledizione del ragazzone finlandese che, dopo essersi ripreso con spirito di sacrificio dall’ennesimo stop, si rimbocca le maniche nella stagione 2011, tornando in tempo per trascinare i suoi ‘Nucks sino alle finali della Stanley dello stesso anno.

Terminata l’avventura con Vancouver, trascorre altri due annetti a Tampa prima di esser messo definitivamente KO da un bruttissimo infortunio al polso che di fatto lo ha messo fuori gioco la stagione scorsa, annunciano in questi giorni il ritiro dalla carriera hockeystica.

In oltre 60 uscite con la Finlandia, è elemento portante in ben tre rassegne olimpiche ottenendo un argento infortunato a Torino 2006 (scontro col leggendario Peltonen in un cambio di linee!) e doppio bronzo @ Vancouver 2010 e Sochi 2014, argento Mondiale nel 2001 e seconda piazza nella World Cup del 2004, anno del lockout nel quale, chiuse le piste nordamericane, porta a casa il titolo svedese col Frolunda.

In quasi mille uscite in NHL tra stagione regolare e playoff, ha realizzato 111 reti e 259 assist, saltando per infortuni qualcosa come la bellezza di 4 stagioni regolari, registrando uno dei pochi amabili record della Lega quale giocatore tra i più infortunati in carriera ed al contempo stesso l’incarnazione dell’hockeysta tipo che, ripreso dal colpo, re-infila paradenti e casco tornando sempre on-ice per dare il suo contributo alla squadra.

Good Luck Sami!

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