Nel giorno di USA-Russia, il “Miracle on ice” lo compie la Slovenia

Nel giorno di USA-Russia, il “Miracle on ice” lo compie la Slovenia

Pomeriggio di soprese ed emozioni a Sochi; nella quarta giornata del torneo di hockey la Slovenia stende una Slovacchia ombra di sé stessa, mentre Stati Uniti e Russia danno spettacolo in un Bolshoy Ice Dome esaurito in ogni ordine di posto.

Slovacchia – Slovenia 1:3 (0:0, 0:0, 1:3)
Dopo un avvio non molto convincente la Slovacchia era attesa per il riscatto e la prova di orgoglio. Tuttavia non ha fatto i conti con la grande grinta della piccola ma immensa Slovenia che con tanta umiltà e sagacia è riuscita a piegare una delle squadre più blasonate del torneo.
Nel primo tempo si pattina molto ma le azioni da gol sono veramente scarse per entrambe le formazioni sul ghiaccio. La Slovacchia forse recrimina i tanti giocatori infortunati ma l’impegno espresso è veramente al di sotto delle loro capacità: in ombra, anche il gigante Zdeno Chara, uno dei pionieri della nazionale, mentre nella Slovenia spiccano le intelligenti giocate di Kopitar. Sul finire del tempo viene annullato un gol alla Slovenia proprio a tempo scaduto.
Nel secondo drittel la Slovacchia sembra momentaneamente carburare ma  gli sloveni continuano a pattinare molto più velocemente e rimangono sotto pressione soprattutto quando Chara sfiora la traversa. Gli ex Jugoslavi sono a tratti molto aggressivi e riescono ad imporre il loro gioco sfruttando il torpore degli avversari che risultano lentissimi nel pattinaggio: ciò nonostante il risultato non cambia.
Al rientro sul ghiaccio per gli ultimi venti minuti di gioco, la Slovenia si porta subito meritatamente in attacco e sblocca il risultato riescendo a realizzare il primo gol grazie a Ticar che recupera il disco dietro la porta difesa da Halak e lo beffa gonfiando la rete. La difesa slovacca continua a commettere errori madornali anche in difesa e a metà del tempo riesce a reagire timidamente ma viene subito rimessa in ginocchio dalla seconda realizzazione slovena ad opera di Ratzingar. Gli slavi giocano bene e risultano ben schierati sul ghiaccio e queste doti li portano alla terza rete grazie alla grande azione individuale di Kopitar, che recuperato il disco nell’angolo se lo porta esattamente dall’altra parte della pista e lo deposita alle spalle del portiere slovacco. La Slovenia continua a fare il proprio gioco e ovviamente cerca di difendere il preziosissimo risultato ma a quindici secondi dalla sirena finale la Slovacchia, sfruttando una mischia in area di attacco, realizza la sua unica rete con Jurco che toglie la gioia dello shoot-out al portierino Kristan.

Stati Uniti – Russia 3-2 so (0-0; 1-1; 1-1; 0-0; 1-0)
USA-Russia, la gara più attesa della giornata, da giorni ha tenuto banco sui media con il revival del “Miracle on ice” del 1980. Match infinito risolto da TJ Oshie al termine di tre serie di rigori, lo statunitense con sei tentativi (di cui due sbagliati) stabilisce un autentico record.
La gara è giocata su ritmi elevati, la fase di studio è di breve durata,  Bobrovski è il primo portiere ad essere impegnato da Shatterkink. La Russia controlla le operazioni di gioco, produce molto, ma senza efficacia. Più concreti  i nordamericani al tiro con van Riemsdyk. La prima parata impegnativa di Quick si registra al  6.47 sul tiro dalla media distanza di Datsyuk, più tardi gli USA annullano un’inferiorità e fronteggiano la “Sbornaja” con Kessel che cerca di sorprendere goalie russo. Nel finale del primo periodo tocca agli USA approfittare di una superiorità, gli statunitensi prendono d’assalto la gabbia avversaria, la mischia sviluppatasi davanti a Bobrovski non sortisce alcun goal.
La seconda frazione di gioco è aperta ancora dagli USA con il backhand di Kessel, la risposta dei russi si materializza con la deviazione di Ovechkin, davanti allo slot, bloccata da Quick, l’attaccante dei Washington Capitals successivamente, in power play, colpisce la traversa. La superiorità sveglia la Russia, van Rymsik tiene viva la gara degli americani spezzando il ritmo avversario, ma non è sufficiente a frenare la formazione guidata da Bilyaletdinov che trova il vantaggio con Datsyuk, il quale, sfruttando il corridoio messo a disposizione dalla retroguardia ospite, gela Quick. Gli Stati Uniti sfiorano il pareggio con Backes, tuttavia, a porta sguarnita, manca l’attimo per insaccare il disco. La formazione capitanata da Parise insiste e, al 36.34, raggiunge il pareggio in situazione di cinque contro quattro, con Fowler, lesto a deviare in porta, involontariamente con il pattino, un disco respinto davanti allo slot russo.
Nella prima parte dell’ultima frazione di gioco la Russia non concretizza due power play, il diagonale di Kovalchuk è inefficace, per di più Radulov, per un inutile trattenuta, complica i piani dei suoi compagni lasciandoli in inferiorità, consentendo agli USA di ribaltare il punteggio con il goal di Pavelski. Al 52.44, nella stessa situazione di gioco, Datsyuk pareggia da posizione defilata con la complicità di Radulov che scherma la visuale a Quick, facendosi perdonare le penalità precedenti. La Russia, galvanizzata dal pareggio, si getta in avanti colpendo il palo con Kovalchuk, nel proseguo dell’azione la fiondata di Datsuyk termina alle spalle di Quick, i giocatori russi esultano, gli arbitri si affidano alla prova televisiva che evidenzia un antecedente spostamento della porta da parte del portiere americano ed annullano la marcatura.
In overtime è ancora Datsyuk a creare grattacapi agli avversari, intercettato il disco l’attaccante russo scatta in verso il portiere nordamericano che sventa; al 3.17 Kane è lanciato in contropiede, Bobrovski chiude il five hole negandogli il goal. Il duello tra i due si ripete a 27” dal termine del supplementare, con Bobroski che ne esce ancora trionfatore.
Concluso il supplementare a reti bianche tocca ai rigori determinare  il vincitore: Oshie sale in cattedra dando vita ad un duello rusticano di antica memoria con Datsyuk e Kovalchuk. Nella prima serie di tre rigori Kovalchuk, all’ultimo tiro, annulla il rigore iniziale dall’attaccante americano; nella seconda serie Oshie tiene testa ai due russi neutralizzando i loro centri. Al sedicesimo tiro, l’americano mette fine alla disputa realizzando il game winning goal.

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