“Tutto sommato possiamo dire che è andata bene, visto che in ottobre abbiamo vissuto due brutte settimane, quando sembrava che dovessimo scomparire. In quell’occasione sono stati veramente bravi i dirigenti. Per quanto riguarda l’hockey giocato, dico che siamo stati un po’ sfortunati, perché tante partite sono state decise da episodi, quasi sempre a nostro sfavore. Anche se bisogna aggiungere che la fortuna bisogna cercarsela e non aspettarla solamente.”
“Sicuramente potevamo segnare di più, specialmente per la mole di gioco creato, ma non credo sia un problema di attaccanti: nell’hockey moderno tutti difendono e tutti attaccano. Tante volte capita che il terzino abbia più spazio e quindi Troy ne ha approfittato, ma come lui anche altri difensori.”
Quest’anno abbiamo visto il Pergine Sapiens regalare talvolta un tempo agli avversari, salvo poi dar vita a spettacolari rimonte: come mai?
“C’è del vero in questo: ogni tanto siamo partiti con l’handicap, rimontando spesso lo svantaggio. Quando perdi è molto più semplice reagire perché sai che peggio di così non può andare; le rimonte, tuttavia, hanno dimostrato la nostra forza ed il nostro carattere, che ci hanno permesso di competere con tutti, senza subire con nessuno.”
Chi vince il campionato?
“Ero convinto il Vipiteno, ma ho visto che l’Egna sta recuperando terreno. A me personalmente è piaciuto molto il Caldaro, la formazione che ci ha messo maggiormente in difficoltà quest’anno, poi bisogna vedere: nei playoff succedono tante cose e vedi il vero giocatore, capace di giocare con la testa ed il carattere.”
Il prossimo anno?
“Chissà… Ancora non ho deciso.”