Pat Cortina: “Ad inizio stagione al Monaco è mancata continuità”

Pat Cortina: “Ad inizio stagione al Monaco è mancata continuità”

(Monaco di Baviera) – Negli anni ‘90, quando il periodo d’oro dell’hockey italiano volgeva al suo lento declino, la Germania rappresentò per oriundi e giocatori di scuola nostrana un nuovo Eldorado. Giocatori come Paul Berardo, Bruno Zarrillo, Mike Rosati, Roland Ramoser, Mario Chitarroni, Joe Busillo e Maurizio Mansi (per citarne alcuni) approdarono in DEL. Oggi il massimo campionato tedesco non annovera giocatori italiani, tuttavia due rappresentanti del Bel Paese fanno parte dello staff tecnico dell’EHC Red Bull München, formazione di Monaco di Baviera, per chi non fosse avvezzo alla lingua di Goethe: l’head coach Pat Cortina, ex allenatore della Nazionale Azzurra, e il sopraccitato Mansi, suo vice.

I successi ottenuti, nel weekend dell’Immacolata, in uno dei derby casalinghi della Baviera contro il Norimberga (3-0) e, soprattutto, contro la capolista Mannheim (5-2) in trasferta, ha consentito ai biancazzurri di agganciare l’ultimo posto disponibile per accedere ai playoff; ciò nonostante per i bavaresi non è stato tutto “rose e fiori”, l’avvio di campionato è stato piuttosto traumatico, con un punto conquistato nelle prime cinque gare. Pat Cortina analizza i problemi avuti dalla sua squadra:

Continuità; all’inizio cercavamo una nostra identità. Per poter aver continuità è necessario avere tutti i giocatori convinti dell’identità di gioco della squadra.  Ad avvio di stagione abbiamo fatto fatica, quest’anno siamo partiti un po’ tardi; a maggio non si sapeva se fossimo riusciti ad allestire la squadra, inoltre il budget era ridotto, e non è una scusante. Tuttavia quando si parte tardi e non si hanno tante risorse a disposizione diventa difficile programmare ed acquistare giocatori che possono fare la differenza. Ad ogni modo sono contento dei giocatori che abbiamo a disposizione, cerchiamo di lavorare bene.

Due giocatori importanti, Paul Stastny e Blake Wheeler, sono arrivati e la squadra, come recita il motto del loro sponsor principale, ha messo le ali risalendo la china in classifica:

Con due giocatori come loro tutti crescono, ci credono di più e tutto diventa più facile, anche se non possono fare tutto loro.

In testa alla classifica è lotta aperta tra Mannheim e Colonia, l’ex coach della Nazionale è certo che la lotta finale dipenderà anche da altri fattori:

Come ho detto ad inizio stagione è un campionato così tirato, competitivo, combattuto che, chiunque arriva ai playoff e non subisce grossi infortuni, ha la possibilità di conquistare il titolo. La squadra vincitrice dei quattro degli ultimi cinque campionati (Eisbären Berlino), secondo me, rimane la favorita. Però non dimentichiamo anche Mannheim, che è arrivato in finale l’anno scorso, Colonia sta disputando un’esaltante stagione; per quanto riguarda noi, spero che il Monaco sia una di quelle squadre che riuscirà ad accedere ai playoff.

 

La domanda sulla differenza tra DEL e campionato italiano è di rito:

C’è un abisso. Ovviamente al campionato italiano tengo molto, ho trascorso periodi bellissimi con la famiglia, con gli amici, nella Nazionale, però quello tedesco è un altro mondo: c’è il seguito, ci sono risorse, il numero di giocatori di scuola tedesca in confronto a quelli italiani, la professionalità, la programmazione.

Anche nell’hockey la forbice dello spread, termine citato innumerevoli volte nell’ultimo anno e mezzo in ambito economico, tra Germania e Italia è ampia ed è difficilmente colmabile nel breve periodo.

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