Le avversarie dell’Italia: la Russia

Le avversarie dell’Italia: la Russia

C’è un chiodo fisso nella testa di tutti i giocatori e degli uomini della Federazione di questa Russia, prima nel ranking IIHF ed ancora imbattuta al mondiale: Sochi 2014. Man mano che l’appuntamento olimpico di casa si avvicina le dichiarazioni, i piani ed i programmi della Federazione russa si concentrano su questo evento, lasciando in secondo piano tutto il resto. Così anche il Mondiale di Finlandia/Svezia è necessariamente una tappa di avvicinamento per trovare quel mix perfetto tra i tanti campioni che compongono il roster. Guardando ai Mondiali passati, curiosamente, se l’Unione Sovietica stra-dominò i Campionati del mondo, la Russia, che debuttò nel 1993, ha raccolto solo 3 ori, di cui 2 negli ultimi anni, passando per un incredibile – considerata la forza del’hockey russo – digiuno di medaglie di 8 edizioni consecutive, dall’oro del 1993 all’argento del 2002, passando per la cocente umiliazione dell’11° posto al mondiale casalingo di San Pietroburgo del 2000. Il trend è cambiato a partire dal 2007, quando la Federazione ha deciso di investire “forte” sulla rassegna iridata piazzando alla guida della nazionale Vyacheslav Bykov: con lui sono arrivati due primi posti, tra cui l’incredibile vittoria del 2008 in Canada, un bronzo, un argento e il quarto posto dell’anno passato. Nelle ultime 5 edizioni dei mondiali la Russia ha perso appena 8 partite (5 l’anno scorso in Slovacchia), concludendo imbattuta le edizioni del 2008 e 2009. A gestire gli appuntamenti di preparazione per Sochi è stato chiamato, dopo il mezzo fallimento dell’anno passato, il 59enne Zinetula “Bill” Bilyaletdinov, bandiera della Dynamo Mosca da giocatore e poi condottiero dei tartari dell Ak Bars Kazan, che ha portato a vincere 3 volte il titolo russo, di cui due in KHL. Bilyaletdinov era già stato sulla panca della nazionale come assistant coach ai Giochi Olimpici del 1998 e del 2002 e come coach alla World Cup del 1994.

Il roster russo non ha bisogno di presentazioni: Semyon Varlamov (Colorado Avalanche)  in porta è considerato il miglior erede della leggendaria scuola sovietica di portieri, i difensori Nikita Nikitin (Columbus Blue Jackets) e Aleksei Emelin (Montreal Canadiens) sono colonne delle proprie squadre, così come i fedeli pretoriani di Bilyaletdinov all’Ak Bars Evgeny Medvedev e Ilya Nikulin. L’attacco potrebbe risolversi solo nei nomi di Evgeny Malkin, da molti considerato il miglior giocatore del mondo, o quanto meno il più completo, e Pavel Datsyuk, simbolo, insieme a Ilya Kovalchuck, assente quest’anno, delle vittorie della Russia degli ultimi anni. E con l’eliminazione di Washington dai playoffs NHL, Sua Maestà Alex Ovechkin a il fedele scudiero Aleksandr Semin sono in arrivo. In questo giardino delle meraviglie riflettori su due nomi forse meno conosciuti agli appassionati: Evgeny Ketov, 26enne del Severstal Cherepovets, al suo primo mondiale, arrivato in nazionale grazie alle due ultime ottime stagioni col club e il gioiellino 19enne Evgeny Kuznetsov del Traktor Chelyabinsk, una delle scuole hockeistiche più produttive del paese, già draftato da Washington e titolare in KHL da tre stagioni. Giocatore creativo, con ottimo pattinaggio e visione di gioco, indicato da tutti come la star del futuro.

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