Con due traverse colpite (una per parte) ed un secco successo per 5-0 per il Milano Rossoblu, i 3.300 spettatori accorsi al PalAgorà ad assistere a Gara 3 di finale, di cui un esiguo numeri di tifosi giunti dalla Val Gardena, può ritenersi soddisfatto dello spettacolo a cui hanno assistito. A fine gara anche Luca Ansoldi, uno dei protagonisti della serata, è appagato della prestazione della sua squadra che è tornata a guidare la Serie per 2-1- Una vittoria ottenuta senza troppi patemi:
“Abbiamo iniziato sicuramente meglio che a Gardena, dove abbiamo disputato una bruttissima partita dal primo all’ultimo minuto, oggi eravamo pronti a giocare, forse anche perché loro erano un po’ stanchi, ma abbiamo iniziato subito bene alzando il ritmo e loro non ce l’hanno fatta”.
I suoi due goal, di cui uno in penalty killing, sono serviti ad affossare definitivamente i ladini:
“Sì, sono maturati verso fine gara. Non sono stati i due goal più importanti della mia carriera, però hanno chiuso la partita”.
Ciò nonostante quanto successo in Gara 2, un match pregiudicato da due disattenzioni in power play, non è dimenticato:
“Abbiamo commesso due grossi errori, con tutto ciò gli errori ci possono stare, inoltre abbiamo subito troppe penalità, qualcosa come 35/36 minuti di penalità (30 minuti, ndr) e in una finale ci salva due, tre volte, ma in seguito l’abbiamo pagata”.
Una Serie di finale in cui il fattore campo è stato finora rispettato e che potrebbe essere rispettato anche in futuro se le squadre di casa sapranno sfruttarlo:
“Attualmente direi che ci spero: vincendo le quattro partite in casa, potremo vincere il campionato. Noi dobbiamo pensare ad ogni singola partita, domenica andremo a Selva, dove avremo numerosi tifosi al seguito, e dovremo giocare come oggi”.
Con un pubblico indiavolato come quello di Milano, per gli avversari diventa difficile vincere:
“Più che difficile per gli avversari è una spinta per noi, sono convinto che anche al Gardena piace giocare in un palaghiaccio così, anziché in uno stadio vuoto. Ne abbiamo parlato anche in spogliatoio e un tale sostegno ci dà una mano anche in momenti in cui non giochiamo bene o siamo stanchi, ci giriamo verso la curva e troviamo forza e coraggio”