SPHL: intervista a Dan McWhinney

SPHL: intervista a Dan McWhinney

Dan McWhinney è uno dei due portieri degli Huntsville Havoc, da poco eliminati nel primo turno di playoff della SPHL. Nato a Sault Ste. Marie, in Ontario, il 13 maggio 1985 è al suo secondo anno ad Hunstville, ha giocato anche in UHL (Fort Wayne Komets) e CHL (Amarillo Gorillas, Wichita Thunder e Odessa Jackalopes). Quella appena conclusa è stata probabilmente la sua miglior stagione da professionista, in cui ha registrato ben 4 shutout in 31 presenze, sebbene nei playoff non abbia giocato. Nonostante la comprensibile delusione per l’eliminazione, Dan ha accettato volentieri di sottoporsi alle nostre domane e si è rivelato un interlocutore decisamente loquace e molto disponibile.

Puoi darci un tuo commento sulla serie playoff contro i Cottonmouths?

Il nostro allenatore Randy Murphy ci ha preparato molto bene per questa serie, sapevamo tutto sugli spiacl team dei Cottonmouths. Avevamo anche tutte le statistiche dei loro migliori giocatori, come il loro tiro più pericoloso e se preferivano tirare o passare. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma non abbiamo giocato bene. Abbiamo dovuto svolgere la prima partita in un’arena molto piccola dove ci eravamo già allenati quando la nostra pista non era disponibile. Pensavamo di essere avvantaggiati dalla pista più piccola, le balaustre più elastiche e i vetri più bassi, invece è andato tutto a loro favore. Il loro pirmo gol è arrivato in shorthand dopo che il nostro portiere ha mancato il disco sopo un rimbalzo sulla sponda permettendo a Sam Bowles di segnare a porta vuota. Poi non abbiamo giocato male, ma Columbus era più determinato di noi. Hanno vinto il 90% degli uno-contro-uno, hano preso tutti i puck vaganti e ci hanno caricato spesso. La partita ci ha lasciato l’amaro in bocca, poi abbiamo realizzato che non abbiamo giocato come avremmo dovuto, senza pensare a come abbiamo chiuso la regular season. gara 2 avrebbe potuto essere diversa, in quanto abbiamo iniziato in modo molto più determinato ed aggressivo, ma purtroppo un passaggio di fronte alla nostra porta è stato toccato dal pattino di un difensore ed è finito in rete. Abbiamo chiuso il primo periodo in svantaggio, ma nell’intervallo siamo rimasti calmi sapendo di essere ancora in partita. Nel seocndo periodo abbiamo giocato in modo indisciplinato e l’abbiamo chiuso sotto di tre gol. Sapevamo di doverci giocare il tutto per tutto nell’ultimo tempo e l’abbiamo fatto per la maggior parte del tempo, siamo arrivati 4-3, ma loro hanno subito segnato in power play. nel finale abbiamo riaperto i giochi con un’altra rete, ma c’era troppo poco tempo e siamo tornati a casa col cuore spezzato. Il risultato è stato scontato, i Cottonmouths hanno giocato a “T”, emntre noi siamo stati incosistenti e non abbiamo giocato come si dovrebbe.


Che voto dai alla tua stagione e a quella della tua squadra?

Sono contento della stagione che ho disputato, uno dei miei obiettivi era quello di essere più incisivo e aiutare la squadra a vincere. Sono molto contento anche perchè dopo 5 anni di professionismo sto maturando e si vede anche dalle mie statistiche. I miei gol subiti sono decisamente scesi e la mia percentuale di parate è salita ed è quanto di meglio possa chiedere per me. Sono partito con un record 7-0 con due shutout consecutivi, siamo partiti alla grande me compreso. Durante una stagione capita che un portiere abbia degli alti e bassi, noi siamo stati fortunati ad avere con me e Sibbald sostanzialmente due numero 1, così da poter sempre averne uno in forma. Ci è andata male quando abbiamo perso un giocatore dal calibro di Stephen Margeson per una commozione cerebrale. Per provare a colmare il buco abbiamo ingaggiato dei giocatori come l’MVP del 2009/10 Robert Sich e un grande giocatore come Paul Kelly. Non è andata bene, o magari non è scoccata la scintilla. Siamo una squadra giovane e con poca esperienza con dei rookie che sono migliorati durante l’anno ed altri che non hanno reso al meglio. Alla fine, anche se non era la fine che ci aspettavamo, vuoi sempre vincere ed arrivare ai playoff per farti capire come si fa a vincere.

Chi vincerà il titolo?

Con Pensacola eliminata da Augusta, che ha una grande squadra, la serie di Mississippi è aperta a qualunque risultato. Knoxville ha avuto un grande finale di stagione, ma penso che l’inesperienza del loro portiere Hince sarà decisiva. Dico che la finale sarà Augusta-Mississippi con Augusta che vincerà in quattro gare.

Qual è il momento di maggior difficoltà durante una partita per un portiere?

Devo dire che il momento più difficile è quando il gioco è al di fuori della tua zona, e devi cercare di mantenerti concentrato anche se non subisci molti tiri. Puoi prendere coraggio quando ricevi molti tiri e devi tuffarti e parare per tutto il tempo, mentre in altre circostanze non sei molto impegnato, il gioco è più lento e ti sembra di non riuscire a bloccare un pallone da spiaggia. E’ molto più difficile stare concentrati in una gara lenta, questa è una delle cose più complicate e molti portieri non ci riescono.

Che rapporto hai con Mark Sibbald con cui vi siete divisi le presenze in questa stagione?

Mark ed io hanno un rapporto divertente, io sono quello un po’ più pazzo mentre lui è più calmo. Di solito quando ansioso, prima e durante le partite, o un po’ chiassoso, Mark è sempre quello che mi tranquilliza, e quando lui è troppo serioso, mi preoccupo di distenderlo un po’. E’ difficile quando sia due potenziali titolari come noi che vorrebbero giocare sempre, negli allenamenti la competizione è molto elevata e cerchiamo di portarci ai nostri limiti, ma tutto ciò è positivo per noi. Solitamente iniziamo 15-20 minuti prima dell’allenamento, quanto facciamo esercizi. Glenn Detulleo è stato uno dei nostri tiratori preferiti, uno dei pochi giocatori che ha capito come tirare correttamente a un portiere durante l’allenamento e non solo sotto la traversa. Siamo stati fortunati ad avere un compagno di squadra come luie ogni tanto anche Murphy ci tira qualche disco. Fuori dal ghiaccio siamo diversi. Lui di solito è seduto alla sua scrivania concentrato a giocare a poker online, mentre io preferisco i giochi come Call of Duty.

Cosa gli hai detto quando è stato nominato portiere dell’anno?

Sono stato molto contento che Mark abbia vinto il premio. E’ un grande onore ed è stato meritato. Mi sono congratulato con lui, di fatto penso di averlo scoperto prima di lui,, ma dopo tutto è stato meritato. Mi piace dire che gli ho insegnato tutto quello che sa, ma ha uno stile un po’ non ortodosso in cui non mi ritrovo granchè.

Cosa fai per ammazzare il tempo durante le lunghe trasferte?

I viaggi lunghi sono i più noiosi, ma siamo in posizione abbastanza centrale rispetto alle altre squadre quindi non ne abbiamo molti. Fayetteville è il più lungo, sono circa 12 ore, e mi porto sempre una vasta scelta di film. Ho una collezione di 400 DVD che ho comprato durante la mia carriera, così il viaggio mi passa meglio. Alcuni miei compagni di squadra leggono libri, altri guardano serie tv per riportarsi alla pari con gli altri appassionati delle stesse serie. Sul pullman si spettegola anche un po’, si parla delle proprie mogli e fidanzate e delle prossime partite. Ci facciamo sempre un sacco di scherzi, e le prese in giro eterne tra noi ragazzi rendono i viaggi divertenti, poi ci sono sempre novità da raccontare. I bus con le cuccette sono fondamentali oggigiorno per le trasferte, tutti hanno una cuccetta per stendersi e rilassarsi, a parte un paio di rookie, quando hai a disposizione una cuccetta durante una lunga trasferta sei praticamente a posto, di solito dormire è l’attività che va per la maggiore.

Come trascorri la off season?

Durante la off season solitamente mi prendo un mese per recuperare fisicamente e mi concedo qualche hamburger e qualche birretta che durante la stagione non mi posso permettere. E’ bello potersi rilassare senza aver nulla di cui preoccuparsi per un po’ di tempo. Penso sia importante poter liberare la mente dalla stagione appena trascorsa e potersi concentrare su quella che inizierà. Dopo un mese inizio ad andare in palestra e mi cerco un lavoro all’area aperta. Mi piace stare all’aria aperta e lavorare con le mie mani e non c’è niente di meglio che fare qualcosa che ti piace e venir pagati per farlo. Le estati son abbastanza tranquille, passano tra palestra e lavoro. A volte sembrano lunghissime, devi aspettare due mesi per tornare a giocare e pensi sempre a tornare sul ghiaccio con i tuoi compagni e a prepararti per un’altra lunga stagione.

Sei a Huntsvile da due anni, che differenze hai trovato tra questa città, le altre dove hai giocato e quella dove sei nato, Sault Saint Marie?

Hunstville è una città che mi ha accolto molto bene, mi sono sempre sentitoa casa qui. Non ci sono differenze rispetto alle altre città in cui ho giocato, ma l’accento del sud mi sorprende sempre. Vedii film e pensi “ma parlano veramente in quel modo?”, poi quando ci vai realizzi che parlano effettivamente così, con un accento molto marcato, con voce profonda e nasale.Sault Ste. Marie è un mondo completamente diverso, sono cresciuto cacciando, pescando e andando in campeggio, è una piccola città così tutti si conoscono, e c’è un po’ più di libertà con tutta quella natura selvaggia. Giocare in Texas è stato divertente, il clima era sempre caldo e secco, mi ricordo di aver visto dei rotolacampo (la tipica pianta che nei film western si vede rotolare nei campi, ndr), lungo la strada mentre guidavo ed è stato molto bello. In più i cactus davano l’idea di essere in un vero territorio di cowboy. La cosa che mi piace di più del sud è che non nevica mai, da me siamo fortunati se d’inverno abbiamo 2 o 3 giorni senza neve. Mi sono abituato al freddo crescendo nel nord dell’Ontario, ma questo clima mite mi ha disabituato al freddo, così quando vado a trovare i miei amici e mi lamento mi prendono in giro.

Sei ancora un giocatore piuttosto giovane, dove credi di poter arrivare come hockeysta?

Come si dice nel mondo dell’hockey, un portiere non matura completamente fino a 25 anni, e credo che migliorare mentalmente sia la cosa che impiega più tempo. Direi che passare a leghe di livello sempre maggiore è qualcosa a cui ambisce ogni giocatore, e io stesso vorrei farlo, ma nel mio piccolo mi piacerebbbe vincere il titolo di portiere dell’anno in qualche lega. Mi piacerebbe battere un record o due, e uno dei miei obiettivi, che ptrebbre sembrare divertente, è un bobble head con le mie fattezze.Per vari motivi mi piacreebbe, per poterlo mostrare ai miei figli o per vantarmi con gli amici.

Che rapporto hanno gli Havoc con la comunità locale?

La nostra squadra è molto inserita nella comunità, solitamente si organizzano 20-30 eventi all’anno per beneficenza se non di più. Due mesi fa siamo stati in varie scuole a leggere ed è stato divertente. Abbiamo fatto visite in ospedale, abbiamo fatto i camerieri in alcuni ristoranti per beneficenza, cerchiamo di essere coinvolti e sarebbe magnifico riuscire a fare ancora più cose.

Si ringrazia Dan McWhinney oer la disponibilità.

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