Guai anche in Francia. Briançon a rischio

Guai anche in Francia. Briançon a rischio

La stessa sorte di Kassel e Francoforte rischia di farla anche il Briançon in Francia. Nessun campionato pare sfuggire alla crisi finanziaria che colpisce dalla EBEL (Lubiana che è stata a rischio bancarotta) alla Russia, con la quasi sparizione della Dynamo Mosca.

In Francia esiste una commissione di controllo federale (la Commission de Suivi et de Contrôle de Gestion, CNSCG) simile a quella tedesca che ha revocato la licenza alle due formazioni dell’Assia. Un organo che serve sia per scongiurare forfait a campionato in corso sia per impedire a qualche “furbo” di spendere più di quanto potrebbe dopando il movimento. Ciò che potrebbe essere utile in Italia non solo per l’hockey ma anche per il dorato mondo del pallone che invece salva squadre e presidenti detassando e spalmando debiti. In passato le “indagini” del CNSCG hanno portato alla retrocessione del Tours e a delle pesanti sanzioni al Grenoble.

Secondo quanto è stato riportato dalla stampa francese il Briançon avrebbe un passivo di 427 mila euro su un budget di circa 1,3 milioni, vale a dire circa un terzo. Di questo “buco” 100.000 euro sono stati accumulati nella stagione appena conclusasi e 190.000 dai due anni dalla società di comunicazione Isha, di proprietà dell’ex presidente Beyrou. La Isha (Image sport Hautes-Alpes) fu anche tra le cause dei 30.000 euro di ammende federali che la scorsa estate sono andati ad aggiungersi a questo deficit.

I guai dei Diavoli Rossi provenzali erano infatti iniziati tempo fa: già nel luglio 2009 Jean-Paul Garnero ha dovuto rilevare la presidenza al dimissionario Alain Beyrou (in carica dal 2000) che aveva appena fuso la società di comunicazione Isha con l’Hockey Club “regalandogli” i 190.000 euro di debiti, manovra che è stata portata fino in Tribunale nel dicembre 2009. Beyrou per la cronaca è stato anche sindaco di Briançon per 10 anni e venne deposto dal Consiglio Regionale per appropriazione indebita di fondi pubblici (circa  800 euro giornalieri per spese personali).
Rispetto alla scorsa estate la situazione è peggiorata e la settimana scorsa la società (una SEMS, società d’economia mista sportiva, della quale l’azionista di maggioranza è la città di Briançon con l’80%) è stata costretta a creare una SASP, anonima società sportiva professionistica. Questa SASP (presieduta da Luc Rougny) è stata chiamata “Grand Briançonnais hockey” ed è formata da 17 azionisti privati più la  Briançon Alpes Provence hockey club con lo scopo tra gli altri di sopperire privatamente alle sovvenzioni pubbliche dirottate sempre più verso l’hockey amatoriale. Cambiano i nomi ma il deficit della vecchia società comunque rimane e dovrà essere presentato un programma per ripianarlo entro tre anni, con la rinuncia dei 50.000 euro pubblici che in questo triennio il comune di Briançon avrebbe versato.

Il sito ufficiale dei Diavoli Rossi intanto non lascia scappare incertezze sulla sua tenuta finanziaria e anzi ha iniziato la sua campagna abbonamenti con un’offerta di 150 euro (invece di 180) per gli affezionati che sottoscriveranno la tessera entro agosto. Il sindaco Gérard Fromm, che ha partecipato in Comune alla riunione sullo stato di crisi dei Diables Rouges, ha rassicurato tutti sul fatto che la squadra non sparirà. Determinante potrà dunque essere il contributo pubblico della cittadina sulle Alpi (che conta poco più di 10.000 abitanti) ma mentre gli appassionati di hockey si auspicano altri finanziamenti per salvare la squadra l’altra parte della città troverebbe scandaloso che vengano spese altre risorse oltre a quelle erogate negli anni passati per salvare cattive gestioni.
La situazione sembra grave e se non verrà trovata una soluzione il Briançon degli “italiani” Basile, Romano e Kaye potrebbe anche non essere ammessa ai nastri di partenza della League Magnus.

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