Verso Milano-Ambrì (- 1), milanesi contro le svizzere

Verso Milano-Ambrì (- 1), milanesi contro le svizzere

di Marco Depaoli

Tra gli anni ’30 e ’50 i Diavoli Rossoneri, e il Milano Inter poi, vincevano contro le squadre svizzere e conquistavano a più riprese la prestigiosa Spengler Cup di Davos. Anche nell’hockey degli ultimi 20 anni non sono poche le sfide tra squadre milanesi e compagini rossocrociate, un po’ meno i successi che si riassumono nella vittoria dei Lion Mediolanum contro il Berna nelle finali di Coppa Europa e in quella dei Vipers sul Lugano in Continental Cup.

Milano ritorna al grande hockey a fine anni ’80 con due squadroni tra i più forti di tutti i tempi. Sono loro che gireranno l’Europa dando lustro al nostro hockey mentre quello svizzero viveva un periodo di crisi, con la nazionale dapprima arrivata in semifinale nel 1992 e poi retrocessa l’edizione dopo. In questi anni i Lion Mediolanum di Ivano Zanatta buca Renato Tosio per la terza voltaTed Sator, attuale allenatore della nazionale ungherese, nel girone finale di Coppa Europa a Düsseldorf (la vecchia Champions League) raggiunsero la semifinale assoluta sconfiggendo i campioni nazionali elvetici del Berna per 4-3 (0-2, 4-1, 0-0). E’ il dicembre 1992 e, sotto di 2 reti nel 2° periodo, i Diavoli in tre minuti assaltano la porta difesa da Renato Tosio con altrettante marcature: dell’ex Saima Beraldo, di Orlando e di capitan Ivano Zanatta (nella foto a sinistra). Sempre nel drittel centrale il Berna allenato da Lance Nethery impatta ma a dare la vittoria a Milano è di nuovo Orlando che ancora non conosce il suo futuro che lo vedrà idolo della capitale elvetica anni dopo. Era l’anno della scomparsa del WM rossoblu da cui i Devils assimilarono senza badare a spese Stewart, Beraldo, Campese, Vecchiarelli, Foglietta (che contro il Berna giocò una delle ultime partite prima della rottura del ginocchio contro l’Alleghe e della fine della sua carriera) e Chabot che poco prima della Coppa Europa era stato tagliato.

Orlando in amichevole contro il Kloten
Orlando in amichevole contro il Kloten

Nelle amichevoli, sempre stando sulla sponda della Milano rossonera, oltre agli unici due precedenti tra Milan e Ambrì Piotta del 1992 e 1993, nell’estate 1991 i Devils persero a Kloten per 9-0.
Kloten che ha segnato la fine della breve storia dei Devils in Europa e non solo in occasione della Coppa Campioni 1994-95. I rossoneri, quasi arrivati ormai alla smobilitazione, nel girone di Monaco di Baviera ottengono zero punti. Di misura e con tanta sfortuna i Devils dell’ex Milano Ginnetti sono sconfitti dagli Hedos Monaco (2-3) dal P?rdaugava R?ga (3-5) e appunto dagli Aviatori dal Kloten per 2-3 (0-0, 2-1, 0-2). I Devils in un’atmosfera desolante (200 spettatori) riescono a ribaltare lo svantaggio con Sguazzero e Topatigh ma nella terza frazione il Kloten incamera i due punti con uno straordinario Pavoni e con l’innesto di Calle Johansson dai Washington Capitals via nulla osta per giocare giusto la Coppa Europa. Un vero peccato non aver vinto almeno la partita contro i lettoni visto che gli svizzeri poi non accetteranno di sostituire per la fase finale di Coppa Campioni il Monaco vincitore del raggruppamento che per bancarotta diede forfait. Alle finali di Helsinki ci andranno pertanto i terzi classificati del P?rdaugava. Chorske e Momesso sarebbero arrivati di lì a poco, troppo tardi.
Nette sconfitte nelle precedenti amichevoli estive dell’Elctro-Oil Trophy di Davos: contro il Friburgo  per 1-4 (0-1, 0-3, 0-1) con rete di Nadir Ceschini e contro i padroni di casa per 2-5 (0-1, 1-1, 1-3) con le marcature dei due terzini Prochazka e Frolov.

E’ ancora il Berna a incrociare la strada delle milanesi anni dopo con il Milano 24 di Quintavalle nella neonata European Hockey League. Nel 1996 con il ritorno di Mike Zanier in porta il Milano si ritrova nel Girone D lo Jokerit Helsinki, il Colonia di Zarrillo e di Busillo e il Berna di Gaetano Orlando allenato da Brian Lefley. Ne escono due sconfitte segnale della fine dell’epopea del nostro hockey, una netta differenza tecnica che si farà via via più evidente negli anni. All’Allmend di Berna finisce 8-4 (2-0, 2-3, 4-1) per gli Orsi nonostante il Milano rimanga in partita per due tempi prima dello show della prima linea di Gaetano Orlando. Doppietta di Bob Guillet (più due assist) e di Santino Pellegrino.

Mike Zanier

Mike Zanier entra in pista nel fascino dell’Allmend di Berna

John Tucker sfuge al controllo di Orlando
John Tucker sfuge al controllo di Orlando

Nella partita di ritorno all’Agorà, con l’innesto di John Tucker, continua il duello personale tra Guillet e Orlando. Il franco-canadese è autore di una tripletta ma non basta per vincere la partita: nonostante il vantaggio di 2-0 il Milano si fa superare con due marcature in powerplay e con due assist dell’oriundo ex Devils. Il pareggio milanese in inferiorità numerica di Guillet fa esplodere l’Agorà ma ci pensa Orlando a 4 minuti e mezzo dalla fine a chiudere sul 3-4 (2-1, 0-1, 1-2) e a far restare a zero punti la classifica europea dei rinoceronti milanesi. Piccante il dopo partita con Guillet che sostiene che «se avessimo subito qualche penalità in meno, probabilmente avremmo vinto noi. Prendiamo troppe penalità stupide ma anche gli arbitri europei fischiano male». Di tutt’altro avviso Brian Lefley secondo il quale «il Milano ha giocato troppo duro e sporco, soprattutto con il bastone anche quando il disco era lontano. L’arbitro ha sbagliato tutto, scegliendo un metro di arbitraggio troppo morbido».

Storicamente Milano e Lugano (acerrima rivale dell’Ambrì Piotta) sono state molto vicine sia in termini di tifoserie sia a livello societario con l’organizzazione in comune delle finali di Continental Cup nel 2003 alla Resega e al Forum di Assago. In quegli anni Alvise Di Canossa portava avanti il sogno (già iniziato dal suo predecessore Quintavalle) della partecipazione di una squadra di Milano al campionato elvetico. In questa “politica” c’era l’appoggio del Lugano ma alla fine le società svizzere daranno in maggioranza parere contrario.
Ma facciamo un passo indietro.

Il portiere del Lugano Christobal Huet ferma il tiro di Gianluca Tomasello
Il portiere del Lugano Christobal Huet ferma il tiro di Gianluca Tomasello

Nel 2000 i neonati Vipers vengono accettati a partecipare alla Continental Cup e organizzano addirittura il girone preliminare con il Sokol Kiev, il Villach del compianto Ron Kennedy e il Lugano. Una vittoria contro i carinziani e un pareggio con gli ucraini a contorno della sfida più attesa, quella contro i bianconeri del Lugano allenati dal duo Jim Koleff-Ivano Zanatta, già coach del Milano l’anno prima. La formazione ticinese quell’anno arriverà a contendersi il titolo svizzero fino alla fine con lo Zurigo dopo aver dominato la regular season. Il Lugano annovera tra le sue fila giocatori dal passato o futuro NHL come Cristobal Huet, Philippe Bozon, Christian Dubé, Peter Andersson, Chris Lindberg e Mark Astley. Nell’amichevole estiva alla Resega i bianconeri s’erano già imposti sul Milano per 6-1 (2-0, 3-0, 1-1) con la rete della bandiera di Voronov. Nonostante le premesse in Continental è il Milano davanti ai 2.500 spettatori dell’Agorà a passare in vantaggio al 16° del primo periodo con la rete della vita di Daniel Paur, poco utilizzato sui ghiacci di Serie A ma micidiale nella partita più importante della sua carriera. Il Lugano deve rincorre e il portiere del Milano Fabrice Lhenry (nella foto a destra) si arrende solo al 19’18 del secondo drittel per la rete di JJ Aeschlimann. Il gol galvanizza i ticinesi che in avvio di ripresa colpiscono con Conne e mettono in salvo il passaggio del turno con Bozon a porta vuota per il definitivo 3-1. «Ci è mancata la forza nelle gambe, non certo la volontà. – affermò Adolf Insam – Usciamo a testa alta».

12 mesi più tardi è già l’ora della rivincita. Dopo aver messo in riga nel girone dell’Agorà gli austriaci del Klagenfurt (2-2), i kazaki del Torpedo Kazzinc (3-2) e gli sloveni del Lubiana di Remar con un eroico Scott Beattie (3-1), i Vipers si ritrovano nel raggruppamento di semifinale di Asiago con ancora avversario il Lugano che ovviamente parte nuovamente da favorito. Con un Jason Jim HillerMuzzatti insuperabile i Vipers di Adolf Insam sbaragliano il girone battendo subito all’esordio gli svizzeri per 4-2. La sconfitta contro il Milano viene vissuta come un’onta in patria e costerà il posto all’allenatore Koleff. Il pareggio successivo con l’Asiago e la vittoria sul Keramin Minsk staccano il biglietto per le finali dell’Hallenstadion di Zurigo dove i Vipers, dopo aver eliminato con un’altra impresa lo Zvolen, hanno dovuto lasciare la Continental ancora a una squadra svizzera, i Lions, vittoriosi per 6-1 (3-1, 2-0, 1-0). Un’esperienza indimenticabile che rimane nel bagaglio storico della Milano rossoblu, come l’urlo del numeroso pubblico rossoblu al momentaneo pareggio di Hiller (nella foto a destra). I Vipers si rifaranno in campionato vincendo lo scudetto e si ripresenteranno l’anno dopo per la Continental Cup con più aspettative.

La Super Final 2009 Nel gennaio 2003 i presidenti Di Canossa e Kaufmann formano l’asse Milano-Lugano e organizzano insieme la fase finale della Continental. L’avventura europea dei Vipers non è esaltate come gli altri anni ed è il Keramin Minsk a prendersi la sua rivincita sconfiggendo i meneghini ai rigori. In una piovosa domenica mattina in un torneo che non aveva più niente da dire i campioni svizzeri del Davos vincono al Forum per 2-0 (0-0, 1-0, 1-0).

Molto più frequenti le partite degli juniores dei Vipers in diversi tornei comprendenti i pari età elvetici, dall’under 9 all’under 16. Questi ultimi nel 2006 riuscirono anche ad espugnare la Resega vincendo sul Lugano per 4-2 con una doppietta di Giudici (presente domani contro l’Ambrì), Stefanoni e Misani. L’allenatore delle giovani vipere era Alessandro Benin, già nello staff tecnico del Lugano e vice-allenatore delle juniores bianconere.

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