Il punto della situazione con Martin Pavlu

Il punto della situazione con Martin Pavlu

HT: Siamo giunti alla settima giornata del campionato di serie A1 con qualche sorpresa nella classifica non credi?

Martin Pavlu: Certo, con molte sorprese direi. Abbiamo la classifica capovolta. Certamente questo crea interesse ma anche molti interrogativi. Quasi tutti hanno cambiato molti giocatori e questo ha influito sul rendimento, altri come l’Asiago hanno solo aggiunto quello che serviva per essere competitivi.

HT: Iniziamo a vederla dal basso questa classifica. Chiudono Ritten Sport, Alleghe e Cortina con quest’ultima in netta crisi, da cosa dipende secondo te questa situazione?

MP: Non ho visto il Cortina di quest’anno, ma ha perso dei giocatori importanti come Sousa e Strazzabosco. Gli italiani sono composti da De Bettin e Da Corte e poi non ci sono molti ricambi. L’ Alleghe ha cambiato molti stranieri e ha forse bisogno di un po di tempo anche se gli anni passano per tutti e anche l’ Alleghe non ha molti ricambi. Li ho visti giocare a Bolzano perdendo 2:1 giocando peraltro un buona gara con un ottimo portiere. Lo stesso vale per il Renon, molti nuovi giocatori, il ritorno di Luca Ansoldi, ma credo che sia solo questione dei tempo.

HT: Salendo troviamo il Valpellice che potremmo definire la squadra rivelazione?

MP: Certo, giocano con molto entusiasmo. C’è da dire che hanno la coperta molto corta e bisogna essere cauti per quello che riguarda la loro tenuta a lunga distanza. Certamente la piazza ha un grande entusiasmo e sicuramente daranno filo da torcere a molte squadre, hanno un ottimo portiere e alcuni giocatori che possono fare molto male in qualsiasi momento e perciò c’è da stare molto attenti con una squadra così. Ma questo da sabato scorso lo sanno già tutti, visto che hanno battuto il Bolzano a Bolzano.

HT: Bolzano squadra sorniona oppure c’è qualche problema nell’avvio del campionato per i campioni d’Italia?

MP: Ho dato un’occhiata alle statistiche del powerplay, se sono esatte, il Bolzano ha fatto solo un gol fino adesso, non proprio esaltante. Anche il PK non mi sembra ottimo. Una squadra che vuole essere al vertice deve essere molto più produttiva in queste situazioni. Ho visto le due partite contro il Valpellice e l’ Alleghe. La squadra non mi ha impressionato particolarmente. Non ci sono molte idee, c’è poca creatività e manca la compattezza. Uno dei pochi che mi sembra in forma è il portiere. Per una squadra che punta in alto ci vuole ben di più e non dimentichiamo il cuore, perché a Bolzano non basta fare il compitino!

HT: Una squadra chiamata all’impegnativo compito di riconfermarsi dunque, mentre il Pontebba – subito sotto il Bolzano in classifica – sta facendo bene il proprio compito?

MP: Il Pontebba era partito bene le prime giornate poi c’è stata qualche partita storta. Anche loro hanno cambiato molto, bisogna aspettare ancora per vedere la vera potenzialità, credo che verso natale si potrà essere più precisi.

HT: Arriviamo dunque nella parte alta della classifica. Al terzo posto troviamo il Val Pusteria, può essere l’anno buono?

MP: Il Brunico ci prova di sicuro. Hanno ripreso Helfer, una pedina importante, hanno preso alcuni giocatori con esperienza, anche loro hanno però parecchi giocatori nuovi e hanno perso anche la prima grande sfida in casa con il Bolzano. Potrebbe essere l’anno buono sempre se coach Mair riesce a creare una base di giocatori con carisma che guidano la squadra allora tutto è possibile anche perché hanno il sesto uomo (il pubblico) dalla loro.

HT: In seconda piazza il Fassa che arriva da un’annata non certo esaltante, come si spiega un cambiamento così radicale?

MP: Il Fassa ha sorpreso tutti. In estate ha perso due pedine importanti recuperando però un giocatore di esperienza come Margoni. Sono cambiati tutti gli stranieri e anche l’allenatore che ha avuto mano libera nella scelta e probabilmente ha scelto bene, mi sembra che il portiere abbiamo ben impressionato fino ad ora.

HT: Vediamo ora la testa della classifica. E’ sicuramente prematuro tirare delle somme però possiamo dire che nessuno si aspettava l’Asiago davanti a tutti no?

MP: Si, una sorpresa per tutti, anche se bisogna dire che l’Asiago alcuni anni fa si prese Bellissimo, Demarchi, Plastino e Borelli gli diede tempo di integrarsi. Ora fanno parte della squadra da ben tre anni e insieme ad alcuni ragazzi di Asiago formano l’ossatura della squadra abbastanza giovane. Quest’anno è tornato anche Strazzabosco che era un po’ l’uomo con carisma che gli mancava in spogliatoio. Gli stranieri sono di buon livello ed ecco spiegato il buon avvio di stagione. Bisogna aggiungere che l’Asiago è una delle poche realtà che si allena seriamente anche durante il periodo estivo e questo aiuta soprattutto i giovani a crescere.

HT: Queste due formazioni avranno le gambe per arrivare in fondo oppure le solite note – Bolzano in testa – torneranno prepotentemente durante la stagione?

MP: Per sapere chi sono le squadre che possono lottare per il campionato bisogna aspettare almeno fine dicembre, di certo ci saranno alcune squadre che miglioreranno e alcune che probabilmente torneranno sul mercato per cambiare qualche giocatore e perciò i valori potranno mutare ancora. Importante dico io che ci sia pubblico sui spalti che venga a vedere l’hockey, perché giocare in stadi semi vuoti non è proprio il massimo.

HT: Per riempire i palazzi può servire anche la Coppa Italia con questa formula oppure ci vorrebbero dei cambiamenti?

MP: La formula va bene, è importante coinvolgere le squadre di A2 l’unica cosa che mi ha sorpreso è stato l’aumento dei transfer card da utilizzare nei scontri diretti tra le squadre di A1 e A2 da parte delle squadre di A1. Secondo me non è un buon segnale. I motivi, forse non le squadre di A1 non hanno abbastanza giocatori da fare giocare? Se è cosi meglio che giochino con le squadre complete senza dare gli zuccherini alle squadre della A2. Visto che c’è il bisogno di fare della promozione si potrebbe giocare la domenica pomeriggio e fare entrare gratis i giovani fino ai 16 anni e anche il gentil sesso, mio parere personale.

HT: Verissimo quello che dici però ho notato che molti ragazzi stanno scegliendola strada dei campionati stranieri, potrebbe essere questa una soluzione a lungo termine?

MP: Chi dei ragazzi sceglie di andare all’estero è certamente da ammirare, l’importante è scegliere bene e andare nei posti dove si impara veramente qualcosa. Se questo a lungo termine sia una soluzione, spero di no. Anche se oggi è l’unica via per migliorarsi da giovane. C’è da chiedersi perché noi qui non possiamo dare loro anche un’opportunità di crescita, ma qui ci sarebbe da dire cosi tanto da poter scrivere un libro. In sostanza non c’è un programma che dia un futuro ai ragazzi. Si possono contare sulle ditta di una mano i ragazzi che possono competere nelle prime due linee di ogni squadra. In sostanza mancano le conoscenze e la volontà di progredire a livello sportivo, mancano i dirigenti preparati che possono concepire dei programmi validi e mancano gli allenatori (italiani) ai quali si da l’opportunità di maturare. La gran parte, non tutte, delle società chiude a marzo e riapre a settembre con l’attività sportiva.

HT: Faccio l’avvocato del diavolo, ma se facciamo giocare i giovani nel campionato di A2 non creiamo un campionato con ben poco interesse?

MP: Grazie per la domanda. Non è mia abitudine rispondere con una domanda. Tu mi puoi dire dieci nomi di giocatori stranieri che hanno giocato in Italia in A2 l’anno scorso, il loro numero di maglia e se erano destri o sinistri. Io non ne sono capace. Cosa hanno lasciato questi giocatori all’Italia? Spettacolo non credo, degli esempi per i nostri giovani,non credo, hanno preso i soldi, tolto il posto a un nostro ragazzo e se ne sono andati altrove. Tra la seria A1 e la A2 sono andati e venuti dall’anno scorso a quest’anno quanti stranieri? Forse 50, forse di più. Cosa hanno lasciato? Forse qualche cuore spezzato ma basta. Solo la qualità paga, tanti sono stati presi perché devono riempire un posto, perché non ci sono abbastanza ragazzi nostrani. Ma perché non c’è ne sono abbastanza? Non è in questa frase che abbiamo anche la risposta. Forse dovremmo cominciare a chiedercelo.

HT: E qual’è la tua personale risposta?

MP: Può darsi che sono un po fuori dal coro. Per me ci verrebbe un programma condiviso da tutti (le società di A1 e A2), diviso in almeno due quinquenni. Bisogna dare delle risposte precise a dove vogliamo arrivare nei prossimi anni. Per rispondere alla tua domanda cosa bisogna fare, direi che bisogna aumentare la base della nostra specialità, bisogna portare più gente allo stadio, bisogna creare più tecnici italiani e dare loro la possibilità di lavorare, bisogna che le società lavorino 12 mesi all’anno, bisogna dare ai ragazzi la possibilità di vedere un arrivo, bisogna fare giocare più ragazzi in A2 e in A1, invece di dare dei punteggi o percentuali ai giocatori stranieri bisogna darle ai ragazzi nostrani e sopratutto bisogna allenarli e farli giocare a avere molta più pazienza. Ma sopratutto bisogna che tutti capiscono che i vari campanilismi non servono bisogna mettere al primo posto lo sviluppo del giocatore e per questo bisognerebbe modificare anche quelle che sono le regole del tesseramento.

HT: Il regolamento del tesseramento giocatori è molto simile nei vari sport di squadra che si praticano in Italia (e non solo) mentre negli USA o comunque in Nord America hanno un sistema completamente diverso. Perché è così difficile da noi prendere ciò che di buono hanno già fatto altri e riproporlo?

MP: Perché noi siamo molto abitudinari e a volte abbiamo paura delle novità. Abbiamo paura di perdere qualcosa. Il fatto è che a volte bisogna andare a vedere cosa fanno gli altri e capire perché da loro funziona. In poche parole bisogna copiare le cose buone e aggiustarle in base alle nostre esigenze. Sembra semplice, ma non lo è affatto. Se vogliamo migliorare dobbiamo anche osare e non avere paura di sbagliare, sarebbe peggio non fare niente.

Ringraziamo Martin per la sua consueta disponibilità.

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