Russia-Italia: il fortino regge solo un tempo!

Russia-Italia: il fortino regge solo un tempo!

Di Alessandro R.

Quebec City – Esordio da incubo per gli azzurri di coach Goulet ai mondiali canadesi: l’ avversario per il match di apertura è niente meno che la Russia, una delle più accreditate pretendenti al titolo finale. A complicare i giochi di una missione già impossibile la tegola Parco: il forte oriundo probabilmente dovrà rinunciare ai mondiali di casa per un problema alla spalla.
Si parte ed al 1.23 l’Italia usufruisce di una superiorità numerica per uno sgambetto di Semin: tanta fatica ad impostare il power-play e nessun tiro dalle parti di Eremenko. La Russia vuole evitare brutte figure e fatiche inutili e così gli uomini di Bykov scendono sul ghiaccio con un piglio molto deciso: è evidente al 4.02, quando l’Italia è costretta al fallo per fermare l’avanzata di Semin. Il forte giocatore dei Washington Capitals, però, va dritto per la sua strada, semina i difensori azzurri e salta pure il portiere: poco ci mancava che dribblasse anche la porta… Passano solo cinquanta secondi e l’assedio riprende: mischia furibonda davanti a Tragust, che si salva con affanno. Altri pericoli in arrivo: al 6.17 Fedorov cerca la rete, ma l’estremo azzurro sventa in tuffo. Trenta secondi dopo solo è la traversa a graziare l’Italia ed a negare alla super star Ovechkin, magicamente smarcato in posizione centrale, la gioia del gol. L’Italia può tirare il fiato al 7.28, perchè Sushinskiy si fa cogliere in fallo per un veniale sgambetto; tutto da rifare però in 50 secondi, perchè la trattenuta di Strazzabosco ristabilisce la situazione di parità numerica. Gran bolide dalla blu di Proshkin al 9.39, ma Tragust è pronto e attento a ricevere il tiro centrale. Il trio delle meraviglie Morozov-Zinoviev-Zaripov pare avere le polveri bagnate, ma giocatori di questo calibro sono sempre pericolosi; stesso discorso per lo Zar Ovechkin, che va a segno al 13.10: l’arbitro però si accorge del suo pattino in area e così il gol è giustamente annullato. Torna a farsi vedere l’Italia dopo una lunga sofferenza al 14.54: Pittis e Scandella partono in contropiede e quest’ultimo tira troppo debolmente di rovescio dalle parti di Eremenko. L’ultima occasione del periodo è ancora per la Russia ed ha del clamoroso: Fedorov da ottima posizione scaglia una saetta contro l’incrocio dei pali.
Nel secondo tempo la Russia aumenta l’intensità del suo gioco e l’Italia molla un po’ la presa: la conseguenza ovvia è che gli uomini di Bykov prendono il largo. Ma andiamo con ordine. Al 21.12 ancora Ovechkin parte da solo verso la gabbia di Tragust: il forte giocatore russo sembra già destinato a finalizzare la progressione, ma è il portiere italiano a negargli uno dei “suoi gol”. Nella prima parte del secondo periodo la Russia da l’impressione di poter segnare quando vuole e sembra cercare solo il modo per realizzare la rete più bella possibile; lo scopo è raggiunto al 23.39 dallo stesso Ovechkin che da dietro la gabbia finta l’aggiramento della stessa, poi torna sui suoi passi e trafigge un Tragust sfortunato a subire gol di rimbalzo. Alla metà del periodo scatta un altro lungo assalto alla porta azzurra: in un primo momento il forte portiere italiano si salva, ma sulla conclusione di Morozov la sua presa è oltre la linea di porta. Poco più di un minuto sul cronometro del palazzo, e Tereshchneko con una sassata dalla blu sorprende un Tragust comunque copertissimo (addirittura da un compagno di squadra) per poter abbozzare una parata. La pressione è costante e passa un solo minuto quando Semin centra la rete del cinque a zero. Al 32.01 segnali positivi di vita, con Pittis che colpisce il primo parlo per gli azzurri ad Eremenko ampiamente battuto. A quattro minuti dal termine del periodo, Ovechkin realizza nuovamente: peccato che non abbia sentito il fischio dell’arbitro che interrompeva il gioco… Dopo tante belle parate Tragust commette un errore, concedendo il gol a Sushinskiy: il tiro dell’attaccante dello Ska di San Pietroburgo -pur non irresistibile- passa sotto i gambali del portiere nativo di Silandro. La partita continua ad essere una sfida tra Tragust e gli avanti Russi, con il giovane azzurro che al 37.30 ferma un Kovalchuk lanciato in solitaria verso la porta. Una mischia dalle parti di Eremenko, finalmente, in chiusura di tempo (ed anche questa è una notizia), ma Ansoldi non riesce ad insaccare. Le triangolazioni russe, come quella che all’ultimo minuto lancia Semin da solo verso la Gabbia, fanno molto male: per fortuna anche in questa circostanza l’avanti russo si fa ipnotizzare.
Dentro Hell nel terzo tempo. I giochi sono fatti e così la Russia cala di intensità; ne approfitta l’Italia, che ha la possibilità di giocare e respirare dopo le fatiche degli altri due periodi: Hell para con grande sicurezza e gli uomini di Goulet escono dal loro guscio. Al 42.31 Chitarroni cerca gloria, ma riesce solo a portare in doppia cifra il computo dei tiri azzurri. Il terzo legno della Russia arriva al 46.42 dopo una splendida triangolazione degli attaccanti russi. Finalmente tutti gli sforzi dell’Italia vengono premiati al 51.29, con Cirone lesto ad insaccare un disco non bloccato da Eremenko dopo un contropiede in due contro uno con Iannone. Quando Hell sta già per festeggiare il suo piccolo shut-out parziale, Zaripov gli rovina la festa e porta a 7 il bottino russo.
All’Italia non è riuscita la grande prestazione dello scorso anno, quando inchiodò sul pari per metà partita la Russia padrona di casa a Mosca; forse l’attenzione di tutti è già rivolta alla partita contro la Danimarca, la vera finale per gli Chitarroni e compagni, che domenica dovranno cercare con molta più insistenza la porta avversaria. Quanto alla Russia, vedere il pattinaggio e la tecnica di alcuni giocatori è uno spettacolo hockeyistico pure. Il discorso, però, rimane sempre lo stesso: se solo giocassero più di squadra… In chiusura, per i tifosi azzurri scaramantici una sola utlima curiosità: anche nella passata edizione dei mondiali la partita inaugurale finì 7-1…

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