Intervista a Tiziano Gualtieri

Intervista a Tiziano Gualtieri

HockeyTime: Tu hai seguito ovviamente l’intera stagione del Pontebba. Vorrei da te un’analisi delle Aquile 2007/08

Tiziano Gualtieri: Beh, possiamo dire tranquillamente che l’annata del Pontebba è di quelle da considerarsi storica. Siamo una società che da poco si è affacciata nel mondo dell’hockey che conta (a partire dalla A2 nella stagione 2004/2005) e stiamo già facendo vedere qualcosa di buono. Siamo partiti bene nella prima parte della regoular season, poi abbiamo subito un leggero calo che, aggiunto ad alcuni episodi poco fortunati – vedi le svariate partite in cui ci sono stati fatali gli ultimi secondi – abbiamo perso punti importanti che non ci hanno permesso di disputare il master round. Nel relegation round ci siamo difesi abbastanza bene anche grazie all’inserimento soprattutto di Kalmikov nello scacchiere offensivo, un giocatore che nonostante non abbia avuto grossi numeri nelle statistiche (5 punti frutto di 4 gol e 1 assist) ha dimostrato di essere un gran bel giocatore. Parlando di playoff, beh, il fatto di costringere i Vipers a gara-5 quando eravamo dati per spacciati con un secco 3 a 0, parli da se. Un discorso a parte va fatto per la Coppa Italia. Da sempre l’obiettivo delle Aquile è stato quello di arrivare quarti in campionato, obiettivo che non siamo riusciti a raggiungere. Vincere la Final Four di Torino, invece, non era minimamente nei programmi. Ma si sa che nelle gare secche può succedere di tutto e siamo riusciti a dimostrare che quando la pressione aumenta possiamo dire tranquillamente la nostra senza avere più paura di nessuno. Lo abbiamo dimostrato a Pontebba contro i Vipers e poi al PalaTazzoli soprattutto contro il Renon quando eravamo sotto per 2 a 1 e poi siamo riusciti a rimontare. In finale, beh, ormai che eravamo lì non potevamo non giocarcela fino in fondo.

HT: Molto spesso si assiste nell’hockey alla scomparsa repentina di compagini promettenti e piene di entusiasmo e da quando siete approdati in serie A aleggia sempre la preoccupazione di una scomparsa del Pontebba Hockey. Ti chiedo allora quali sono i programmi a lunga scadenza?

TG: Ciclicamente ritorna la notizia della presunta scomparsa del Pontebba o del trasferimento della franchigia a Trieste, cosa che questo primo aprile abbiamo sfruttato per realizzare un pesce d’aprile che ha "scatenato" i tifosi. In realtà, seppur con tutte le difficoltà economiche che una società giovane deve affrontare operando in una zona dove l’hockey su ghiaccio non è radicato come altrove, il che vuol dire pochi sponsor pronti a "rischiare" e bacino d’utenza – tutto sommato – limitato, la Sport Ghiaccio Pontebba sta facendo di tutto per mantenere vivo e a un alto livello il progetto hockey. Anche perché, non dimentichiamolo, nel panorama hockeystico italiano, Pontebba è una eccezione: è l’unica formazione che non identifica una zona limitata o addirittura una singola città, ma una intera regione. Sarebbe davvero un peccato che il Friuli Venezia Giulia perdesse quello che, e non sono io a dirlo, è considerato un valore aggiunto nel movimento sportivo dell’estremo nord-est d’Italia.

HT: Ormai il campionato è archiviato; ti attendevi questo finale con il Bolzano campione d’Italia?

TG: Sinceramente ho sempre creduto che il Bolzano avrebbe detto la sua fino alla fine. Certo, indubbiamente dopo un inizio così così era difficile prevedere la conquista del titolo, anche perché il Renon sembrava imbattibile e la presenza di Doug McKay non dava quella tranquillità di cui si necessita per arrivare a un risultato così importante. Sono convinto che la svolta ci sia stata con l’allontanamento di McKay e la promozione di Jamie Dumond sulla panchina della squadra maggiore. Da quel momento, il Bolzano ha avuto la grande forza di non mollare mai e di crederci fino in fondo, vedi le serie di PO in cui ha sempre perso gara-1. Ha avuto la fortuna di iniziare ingranare proprio quando serviva. A parer mio, importanti anche alcuni giocatori: oltre al "Conte Dracula" Mihaly, azzeccati gli inserimenti nel roster di Jardine e soprattutto di Corupe capace di mettere a segno 35 punti in 30 presenze, cosa che ha permesso al Bolzano di creare tre blocchi offensivi equilibrati. E i risultati si sono visti.

HT: Tornando alle Aquile, quale giocatore/i ti ha impressionato maggiormente e chi invece è rimasto sotto le aspettative secondo te

TG: Guarda, difficile fare una classifica perché tutti hanno cercato di dare del loro meglio. Personalmente oltre al già citato Kalmikov, mi ha affascinato molto Dan Cavanaugh. È arrivato a Pontebba per sostituire Carlsson a inizio stagione e partita dopo partita ha dimostrato di fare davvero bene. Davvero un ottimo giocatore, e di questa "scoperta" – ancora una volta – bisogna dare atto al nostro DS Gerardo Pietrafesa grande conoscitore dell’hockey mondiale. Dan è stato indubbiamente l’assist-man delle Aquile, ben 30 quelli distribuiti ai compagni, ma non solo. Ha risposto sempre presente quando il momento lo richiedeva. Buono anche il suo apporto come finalizzatore, non dimentichiamo il suo gol che ha dato il via alla vittoria in Coppa Italia contro l’Alleghe. È indubbiamente un ottimo giocatore e non per niente molte formazioni si sono fatte la guerra per averlo la prossima stagione. Grandi numeri anche quelli di Anthony Aquino con 28 reti e 29 assist tra campionato e coppa. Molto bene anche David Cooper che si è fatto sentire con la sua stazza, capace di esaltare il pubblico quando ha fatto andare le mani. Non nomino Andrea Carpano perché un goalie del genere è più che una certezza e anche in questa stagione si è dimostrato all’altezza. Confesso, invece, che da Carlsson mi aspettavo di più. Forse si è creata troppa attesa attorno al suo nome anche per il legame, diciamo, "romantico" che c’è tra lui e la tifoseria. Peccato anche per Jas la cui stagione è stata sicuramente penalizzata dagli infortuni. Me l’avevano descritto come un gran bel giocatore, ma a Pontebba non è riuscito a esprimersi al meglio.

HT: E delle altre squadre di serie A quale ti ha colpito in positivo e quale invece secondo te è stata la squadra che ha deluso di più?

TG: Beh, indubbiamente era logico attendersi molto di più da parte del Cortina. I Campioni d’Italia avevano l’occasione di confermarsi e di dimostrare di avere iniziato un ciclo, ma mi pare che non si possa certo dire che le cose siano andate neppure lontanamente come dovevano. Uscire ai quarti con un secco 3 a 0 contro il Fassa ha lasciato sicuramente l’amaro in bocca a tutti, dirigenti, giocatori e soprattutto pubblico. A questo si aggiunge la sconfitta contro l’Alleghe nella semifinale di Final Four, forse causata dalla formazione rimaneggiata e da un goalie non sempre all’altezza, ma credo che le scusanti siano davvero poche. Chi mi ha colpito positivamente Pontebba esclusa, intendi? A parte gli scherzi, bene il Milano e soprattutto quasi ottimo il Renon. Sconfitta in finale a parte, si è dimostrata una squadra davvero forte. Vero carro armato nella prima fase, ha rallentato un po’ tirando il fiato nel MR, per poi ripartire nei PO. Forse quello che è mancato per chiudere una stagione quasi perfetta è stata la tranquillità di gioco nei momenti clou, cosa che i ragazzi di Collalbo hanno pagato.

HT: Ultima domanda; vorrei avere tre nomi – uno per reparto – dei migliori giocatori in assoluto del campionato

TG: Allora per quanto riguarda i portieri, perdonami il campanilismo, ma sono assolutamente filo-italiano e dico Andrea Carpano. In difesa Nick Bilotto e in attacco Shay Stephenson.

Ringraziamo Tiziano Gualtieri per la disponibilità

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