Intervista a Giorgio Prando, la voce dei Vipers

Intervista a Giorgio Prando, la voce dei Vipers

E’ la voce del Milano e ha raccontato la lunga stagione delle Vipere rosso blu. Eccovi un’analisi della stagione vista da Giorgio Prando, giornalista di grande esperienza e competenza.

HockeyTime: Tu sei la voce del Milano e per tutta la stagione hai seguito le partite dei Vipers sia in casa che fuori, vorrei da te una valutazione complessiva della stagione meneghina.

Giorgio Prando: Sebbene ci si fosse fatti la bocca buona con le 7 finali consecutive il risultato di quest’anno va considerato positivo. E’ finito un ciclo e si è puntato su alcuni giovani del vivaio da inserire in un intelaiatura di oriundi e stranieri. Un progetto che approvo e a conti fatti hanno deluso proprio gli stranieri, che hanno mostrato qualche limite sul piano della personalità nei momenti decisivi. Spero si prosegua su questa strada, considerando che i “bocia” avranno un anno di esperienza.

HT: Secondo te il risultato finale della stagione rispecchia le aspettative o si poteva sperare in qualche cosa di più?

GP: Rispecchia le aspettative di settembre. Certo con gli inserimenti successivi di Insam, Lefebvre e Day e visti i risultati del masterround si poteva pensare a qualcosa di più. Personalmente però ho sempre visto una squadra forte in alcune individualità, ma labile caratterialmente (vedi ad esempio la sconfitta in coppa Italia, primo campanello d’allarme). Non mi è mai sembrata in definitiva una “squadra da playoff”, ma come primo anno di un nuovo progetto non ci si può lamentare.

HT: Prima parlavi dei giovani inseriti all’interno del roster, mi dai un giudizio su ognuno di loro?

GP: Insam: il Canada ha plasmato un giocatore pronto per la Serie A. Nessun italiano della sua generazione è così strutturato fisicamente e preparato sul piano tattico. Conosce già alla perfezione i movimenti di un’ala fisica, prende posizione nello slot e pulisce le balaustre. Gli manca esplosività nelle prime pattinate ma ci si può lavorare. Ringraziamo i Regina Pats per quest’anno, ma ora spero per l’hockey italiano che riesca a farsi strada in nord america.
Caletti: Tecnicamente delizioso: stickhandling, visione di gioco, astuzia nei particolari. Ha difficoltà a mantenere i ritmi incalzanti dei playoff a causa del deficitario lavoro fisico compiuto in passato. Da come si presenterà a settembre proprio sotto questo profilo, si capirà se vuol essere davvero un giocatore da serie A.
Migliore: Il numero 91 dice tutto: ricorda lo scudetto del Forum, ricorda lo spirito Saima che Tommaso incarna a pieno. I limiti tecnici si vedono tutti, ma ha avuto l’intelligenza di capirlo dando quello che poteva sul piano della grinta e del lavoro sporco. Qualche penalità di troppo, ma è uno scotto che si paga quando si difetta in esperienza.
Mazzacane: si è alternato a Caletti nel ruolo di centro della terza linea: Insam ha cercato di sfruttarne le caratteristiche soprattutto in trasferta, dove a volte l’intensità serve di più rispetto alla tecnica. Encomiabile sul piano dell’impegno, deve migliorare molto in fase di possesso del disco.
Raymo: altro giocatore che ha fatto di necessità virtù sopperendo ai limiti tecnici badando a tenere la posizione e a fare le cose più semplici possibili. Un anno a fianco del professore Lehtinen sicuramente è servito, difficile dire se in maniera sufficiente per entrare stabilmente nelle rotazioni in serie A.
Mair: ha avuto spazio nel ruolo di ala di rottura più che nel suo naturale di difensore: il più incisivo nel forechecking quando è stato chiamato in causa.
Mantovani: talento incompiuto del nostro hockey non è riuscito a calarsi nel compito tattico richiesto ad una checking line, ma d’altro canto non ha mostrato sufficiente maturità agonistica per ritagliarsi spazi importanti nei blocchi destinati a produrre punti. Deve usare di più il fisico e cercare maggiormente la porta, la qualità non basta.
Re: lo cito anche se si è visto pochissimo a causa dei problemi fisici: un peccato perché è il miglior difensore prodotto dal vivaio, vale la pena insisterci

HT: E parlando sempre di giocatori milanesi ci sono stati pareri divergenti in merito al golie Szuper, tu cosa ne pensi?

GP: Ho un debole per portieri che sappiano giocare il disco di stecca, soprattutto dietro gabbia: così facendo si infonde fiducia ai difensori soprattutto in penalty killing. Levente non è questo tipo di portiere, si basa molto sull’innato istinto e i riflessi felini, ma di fatto non eccelle in tutti i fondamentali del ruolo (l’1 contro 1 ad esempio). Non lo ritengo un portiere di prima fascia per puntare al titolo, anche se in regular season bisogna dire che ha fornito un ottimo rendimento. Non è la regular season che conta per un portiere però…

HT: Campionato ormai giunto al termine; ti attendevi questo epilogo?

GP: Dopo l’esonero di McKay ho iniziato seriamente a pensare che fosse l’anno buono per il Bolzano. Sul piano tecnico era la squadra più forte, dovevano solo ricompattarsi. Mi aspettavo la crescita di alcune vecchie volpi come Ramoser, gente che sa come si giocano i playoff. Nota di merito per Borgatello, giocatore che ammiro per le qualità tecniche e morali: si è sentita la sua mancanza a Milano

HT: Tu hai visto in pratica tutte le squadre del campionato di serie A, qual’è secondo te la squadra rivelazione e quale invece quella che ha deluso maggiormente?

GP: Questa è facile: Fassa rivelazione, Cortina delusione

HT: Ultima domanda; vorrei da te tre nomi: il miglior portiere dell’intera stagione, il miglior difensore ed ovviamente il miglior attaccante in assoluto.

GP: Cloutier F. , Borgatello C., Olson J.

Ringraziamo Giorgio Prando per la disponibilità.

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