Milano – Cortina: il commento

Milano – Cortina: il commento

di Valmore F.:

Milano e Cortina pareggiano 3-3 la prima gara del girone di seconda fase in una partita che partiva con molti dubbi da entrambe le parti e che ha avuto uno svolgimento piuttosto particolare. I Vipers scendono sul ghiaccio dopo le quattro sconfitte consecutive post-Olimpiadi con il vantaggio in classifica ancora significativo dopo la divisione per tre, ma certamente molto meno congruo di quello preventivato; il Cortina arriva a Milano con la necessità di far punti per tenere a bada l’Asiago. Logica conseguenza è una sorta di blocco psicologico che nel primo periodo blocca le due squadre che raramente escono dal proprio terzo con le idee chiare anche per le numerose penalità che l’arbitro Lottaroli comincia sin dall’inizio a fischiare in ossequio alla ormai famosa “zero tolerance”, la direttiva Iihf tesa a punire il gioco scorretto. Il suono del fischietto del capo arbitro sarà la colonna sonora della gara. Giocoforza la prima rete della gara arriva in powerplay con Chitarroni abile a deviare dalla corta distanza uno slap di Lehtonen in chiusura del primo periodo.
Un po’ di paura che sembrava attanagliare il Milano sembra sciogliersi ed il secondo periodo ha una connotazione più rossoblu che biancazzurra fino all’ennesima situazione di disparità numerica che vede il Cortina in doppia superiorità che pareggia con Hellkvist, complice Eriksson, rientra un giocatore del Milano ed il Cortina si porta in vantaggio con Casparsson.
Il Milano ci prova, ma Gravel concede al Cortina il rientro negli spogliatoi in vantaggio. Alla ripresa del gioco si nota il ritorno di una certa paura nei Vipers che non riescono a sfruttare un lungo periodo di superiorità, a tratti doppia. A far tirare un sospiro di sollievo ci pensa Peca a otto minuti dalla fine che mette in rete un disco rocambolesco complice un Gravel disattento. Sembra finita qui, un punto e tutti contenti, invece ancora un powerplay è fatale alla squadra di Insam che a sei dal termine si ritrova ancora sotto con un classico colpo nello slot di Blaha.
A questo punto il Milano accusa il colpo, prova a buttarsi in avanti per pareggiare con l’ansia di vedere quarantadue giornate al vertice messe in discussione da una sconfitta. Le cose si mettono sempre peggio con la penalità inflitta a Savoia al 58.25 che prepara un finale con i Vipers alla ricerca del apreggio in inferiorità.
Insam toglie Eriksson e disco nello slot che viene di colpo coperto da una massa laocoontica di maglie bianche ed azzurre, mancano solo trenta secondi alla sirena e si capisce quello che è successo quando si vede emergere Lysak che si divincola per esultare prima di venir sommerso, ma questa volta solo da maglie bianche, mentre quelle azzurre rimangono davanti alla porta violata di Gravel incredule.
Il 3-3 finale, alla luce anche della successiva sconfitta dell’Asiago, è risultato gradito con il Milano che può più serenamente pensare a risolvere i propri problemi ed il Cortina rinfrancato dalla consapevolezza di aver le possibilità di giocarsela in modo concreto.

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