SFG6: Lugano, la finale è realtà

SFG6: Lugano, la finale è realtà

Dopo cinque gare tra Ginevra e Lugano il tabù del fattore campo è sfatato dai sottocenerini che, davanti al proprio pubblico, chiudono la serie con il rigore di Furrer in overtime. A distanza di dieci anni i bianconeri tornano a giocarsi il titolo svizzero; l’avversario da battere sarà il rinato Berna.

Nelle battute iniziali il Ginevra prova ad imporre il proprio gioco praticando un forechecking asfissiante da cui il Lugano si libera con il contropiede di Bertaggia concluso con un tiro a lato, i ginevrini arrivano alla prima conclusione con il fendente di Vukovic dalla blu. I padroni di casa iniziano a macinare gioco dal 5’, tuttavia i romandi sono ancora pericolosi con Rubin e Jacquemet. Per spezzare l’equilibrio serve un colpo di genio come quello avuto da Kostner che, lanciato Bertaggia in contropiede, si frappone tra il disco e Meyer, quando lo svizzero lo scaglia dalla linea di fondo. Portiere eluso e ticinesi in vantaggio. Lugano vola sulle ali dell’entusiasmo, Pettersson mostra la propria classe con una serpentina a cui solo il goalie avversario riesce ad opporsi. Il buon momento dei sottocenerini prosegue grazie ad un power play concesso per un fallo di Iglesias, durante la superiorità le occasioni migliori sono di Furrer e Hofmann. Il Ginevra torna a farsi vedere dalle parti di Merzlikins al 12.34 con il diagonale dalla blu di Bezina; nei minuti successivi i giallogranata usufruiscono di un power play per un colpo di bastone, alquanto discutibile, di Bertaggia: i bianconeri ne escono indenni grazie al gran lavoro del reparto difensivo. Il finale segna una flessione degli uomini capitanati da Hirschi che consente agli ospiti di guadagnare terreno e sfiorare in più occasioni il pareggio.

La frazione centrale si apre come l’avvio di gara: Ginevra controlla le operazioni di gioco e il Lugano subisce l’iniziativa senza riuscire ad uscire dal proprio terzo difensivo, la situazione rende propizio il pareggio degli svizzeri francesi in rete con la rasoiata dalla blu di Antonietti che non lascia scampo a Merzlikins, coperto da Slater e Chiesa, posizionati davanti allo slot. Neanche una superiorità a favore aiuta il Lugano a rendersi pericoloso, i ginevrini tengono sotto scacco la formazione guidata da Shedden e, dopo il tentativo di Bezina, passano in vantaggio con Romy. La rete di svantaggio non serve di lezione ai padroni di casa che all’11’ sono ancora in debito di tiri (a fine periodo saranno solo cinque). A ridare fiducia nei propri mezzi ai bianconeri tocca a Pettersson che finalizza il suggerimento di Klasen.  Nel finale di periodo gli animi sul ghiaccio si scaldano: Brunner si lamenta con gli arbitri per il fallo di Rubin, gli arbitri rispondono con un penalità di 2’ per comportamento antisportivo, un minuto più tardi anche Fransson subisce la stessa sorte, ma con 10’ a carico, per aver protestato su una penalità per troppi uomini sul ghiaccio.

Nel terzo tempo il Ginevra colpisce a freddo dopo appena 13” dall’ingaggio iniziale con Noah, i bianconeri chiedono la prova video per lo spostamento della porta, tuttavia gli arbitri, al termine della consultazione delle immagini, convalidano. Il Lugano si getta subito in avanti alla ricerca del pareggio con Hofmann, Mayer neutralizza agevolmente con la pinza. Non ha miglior sorte il backhand di Martesson poco più tardi, ciò nonostante il goalie ospite deve piegarsi al diagonale di Brunner che porta il match nuovamente in equilibrio. La partita è vibrante, sconsigliata ai deboli di cuore: Klasen, per vie centrali, contribuisce a tenere alto il tasso di adrenalina nei 7.628 spettatori accorsi alla Resega. I bianconeri, sempre più padroni del ghiaccio, tengono saldamente in mano le redini del gioco: Fazzini inventa per Bertaggia, la cui mira è imprecisa, poco più tardi Lapierre scocca un diagonale bloccato da Mayer. Dopo una breve fase interlocutoria, i ticinesi impegnano il goalie ginevrino con la doppia conclusione di Pettersson che ha la peculiarità di mettere in evidenza le sue doti hockeistiche.

Le due formazioni, per la quarta volta in questa serie, devono ricorrere all’overtime per dirimere la sfida:  dopo un minuto e mezzo Bertaggia potrebbe chiudere la pratica se il tiro ravvicinato non si fosse infranto su Mayer. Il Lugano crede maggiormente nella vittoria, sebbene la partita sia giocata a ritmi più blandi: Lapierre, Hofmann, Ulmer e Furrer non hanno la necessaria fortuna che li aiuti a scardinare la gabbia ginevrina. Nell’unico power play del periodo, il Ginevra si arrocca attorno al suo portiere senza lasciare possibilità di segnare ai padroni di casa. L’episodio che decide la gara matura al 73.37 con il fallo di Romy su Furrer che costa agli ospiti il rigore contro: lo stesso giocatore si incarica del tiro ed insacca alle spalle di Mayer regalando al Lugano la tanto sospirata finale e l’accesso in Champions Hockey League.

Le interviste di Roberto Vedani

Vicky Mantegazza (Presidente HC Lugano)

Sébastien Reuille

Lugano – Ginevra 4-3 ot (1-0; 1-2; 1-1; 1-0)
Lugano: Elvis Merzlikins (Daniel Manzato); Philippe Furrer – Alessandro Chiesa – Julien Vauclair – Stefan Ulmer – Clarence Kparghai – Steve Hirschi – Lorenz Kienzle; Linus Klasen – Tony Martensson – Fredrik Pettersson – Alessio Bertaggia – Gregory Hofmann – Damien Brunner – Maxim Lapierre – Raffaele Sannitz – Julian Walker – Sébastien Reuille – Giacomo Dal Pian – Diego Kostner – Luca Fazzini. Coach: Doug Shedden
Ginevra: Robert Mayer (Remo Giovannini); Johan Fransson – Daniel Vukovic – Goran Bezina – Eliot Antonietti – Jonathan Mercier – Romain Loeffel – Frédéric Iglesias – Floran Douay; Tom Pyatt – Kevin Romy – Damien Riat – Daniel Rubin – Jim Slater – Arnaud Jacquemet – Marco Pedretti – Matthew Lombardi – Juraj Simek – Noah Rod – Timothy Kast – Tim Traber. Coach: Chris McSorley
Arbitri: Marcus Vinnerborg e Marc Wiegand Linesmen: Cedric Borga e Roman Kaderli
Penalità: Lugano 10 (4/4/2/0) – Ginevra 26 (4/16/4/2)
Tiri: Lugano 50 (10/5/15/19) – Ginevra 36 (16/10/6/4)
Marcatori: (1-0) 06.10 Diego Kostner (Alessio Bertaggia); (1-1) 23.02 Eliot Antonietti (Tim Traber – Jim Slater), (1-2) 29.07 Kevin Romy (Tom Pyatt); (2-2) 31.13 Fredrik Pettersson (Linus Klasen – Stefan Ulmer); (2-3) 40.13 Rod Noah (Jim Slater – Tim Traber); (3-3) 42.48 Damien Brunner (Gregory Hofmann – Alessandro Chiesa); (4-3) 73.37 Philippe Furrer (rigore)
Spettatori: 7.628
MVP: Linus Klasen (Lugano) e Kevin Romy (Ginevra)

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