Altro record per l’infinito King Henrik Lundqvist

Altro record per l’infinito King Henrik Lundqvist

Nel fine settimana passato, carico di sfide sempre all’insegna di Chicago e Washington quali team più caldi della Lega, arriva l’ennesimo record di Henrik ‘Hank’ Lundqvist, protagonista in gabbia con i suoi New York Rangers.

L’immenso portierone svedese, già negli annali per esser il primo estremo a vincere in 7 stagioni consecutive oltre 30 partite, è diventato il primo goalie della National Hockey League ad infrangere il muro delle 11 stagione consecutive dall’esordio con almeno 20 vittorie all’attivo: prima di lui solo Tony Esposito e Martin Brodeur sono riusciti a fare questo filotto ma nessuno di loro capace di ottenere questo record dalla stagione dell’esordio.

I numeri parlano (in effetti) chiaro a favore del monumentale estremo delle blueshirts, capace di conquistare sin dagli esordi la platea raffinata di New York sponda Broadway che, lasciato il trono vacante dal leggendario Mike Richter, uno dei migliori (se non il più forte) portiere americano di tutti i tempi: dopo aver vestito per tutta la carriera la jersey delle blueshirts ed appeso guantoni e gambali al chiodo nella stagione 2003 e preso il testimone dal delfino Mike Dunham (buonissimo goalie ma niente di più), lo slot traballante dei Rangers.

Vincendo tutto quanto era umanamente possibile nell’elitario campionato svedese col Vastra Frolunda di Goteborg, Hank è tornato in auge dopo un dimenticato draft datato 2000 (al numero 205!) ed il suo nome finisce dritto dritto sulla scrivania dell’allora fact-totum dei Rangers Glen Sather, a chiamarlo per un giro di selezioni visto l’addio del poco fortunato Dunham e l’incredibile filotto di portieri provati (e scartati) l’anno prima del fatidico lockout datato 2004-5.
Lundqvist conquista tutti gli addetti al lavoro sin dal primo camp, venendo spedito in prima squadra (senza la trafila nelle minors) e preferito all’allora titolare Kevin Weekes infortunatosi all’avvio della stagione; l’impatto ed amore verso la Big Apple è immediato divenendo non solo personaggio di riferimento per il panorama hockeystico, ma vero uomo-immagine al pari dei campionissimi degli Yankees (e Mets) della MLB e dei Knicks della NBA sia per le sue splendide iniziative filantropiche (hlundqvistfoundation) non prima della capatina olimpica del 2006, con tanto di medaglia d’oro al collo con la sua Svezia.

Il team cresce esponenzialmente con le mirabolanti prestazioni di King Henrik, diventato Re dello slot newyorkese già nel secondo anno di attività frutto delle strabilianti doti atletico/hockeystiche mostrate on-ice, diventando ultimissimo bastione delle blueshirts nella missione impossibile di riscrivere i numeri in gabbia per lo storico team delle Original Six Team (partite, vittorie, shutouts e così via…) , portandosi a casa il Vezina nel 2011-2012 dopo l’ennesima stagione stellare, arrivando due anni dopo a sfiorare la Stanley Cup, portata via dal ciclone di LA nelle Finals; anno d’argento nel 2014 con la nazionale delle Tre Corone piegata nella finalissima olimpica dal Canada in quel di Sochi.
Nell’attuale stagione, Hank è protagonista indiscusso negli highlight della Lega, arrivando a marcare parate al limite del fantascientifico, arrivando poco dopo al giro di boa di stagione alla 20ma vittoria contro i rivali di Phila per 3-2 agli shootouts, guadagnandosi l’ennesimo personalissimo record di carriera, dopo aver riscritto nell’ultimo decennio i concetti del fuoriclasse dello slot.

Tra le curiosità riguardanti Lundqvist quella che riguarda il perchè del numero 30: King Henrik ha sempre vestito la maglia numero 35 (con cui è arrivato anche all’ oro olimpico di Torino 2006) ma sbarcato al Madison Square Garden la jersey #35 faceva bella mostra di se sul roof dell’ arena, ritirata dopo che ad indossarla per 14 stagioni era stato proprio quel Mike Richter di cui Henrik aveva ricevuto la pesantissima eredità. Perciò dovette scegliere un nuovo numero e la scelta cadde proprio sul 30 che da allora è diventato il suo. Altra curiosità relativa al goalie svedese è la sua passione per la musica: è un buon chitarrista (in Svezia suonava con un gruppo rock chiamato Box Play) ed è stato anche ospite al Jimmy Fallon Show dove ha eseguito “Sweet child of mine” per celebrare la fine del lockout del 2013

Diamo qualche numero sul fuoriclasse dello slot svedese:
età 33, gemello di Joel Lundqvist, attuale Capitano del Frolunda
657 partite in National Hockey League con 359 vittorie, secondo goalie in attività dietro Bobby Luongo per maggior numero di W, 57 shutouts,media parate superiore al 92% con 2.27 di media rete subite per partita.
Nel suo palmares, oltre all’Oro Olimpico del 2006 e l’argento del 2014, figurano gli argenti mondiali del 2003 e del 2004, col Vezina quale miglior goalie della Lega nella stagione 2011-12 (dopo tre terze piazze nei primi tre anni di militanza) unito ai premi in patria ai tempi del Frolunda, con doppio titolo svedese nel 2003 e 2005, ben 3 premi quale miglior portiere dell’anno (dal 2003 al 2005), compresi nell’ultima stagione in patria col titolo di MVP della stagione e miglior giocatore in campionato.

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