Si è spento lunedì, all’età di 84 anni, Viktor Tikhonov, uno degli allenatori più carismatici e vincenti della storia dell’hockey.
Nato nel 1930, il suo carattere venne forgiato negli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando dall’età di dieci anni lavorò come meccanico in un deposito di bus. La prima passione di Tikhonov non fu l’hockey, ma il calcio che gli diede la possibilità di giocare per il CSKA. Nei mesi in cui il Generale Inverno avvolgeva Mosca con il suo gelido mantello, il giovane Viktor provava un nuovo gioco che prevedeva l’utilizzo di un disco nero al posto della palla. Presto venne notato da Vsevolod Bobrov, uno dei grandi giocatori di hockey di quegli anni che invitò Tikhonov a giocare nella squadra dell’Aeronautica, da quel momento la sua carriera hockeistica spiccò il volo: vestì la maglia della Dinamo Mosca per dieci stagioni, a 32 anni appese i pattini al chiodo dedicandosi all’allenamento. Con umiltà il russo partì dalla terza divisione con la Dinamo Riga, riuscì a portare i lettoni nella massima serie sovietica dopo cinque stagioni, a vincere una Polar Cup nel 1976 e a raggiungere il quarto posto nel Campionato nazionale nella stagione 1976-77. La ciliegia sulla torta fu il riconoscimento di Helmut Balderis quale migliore giocatore dell’Unione Sovietica. Tutto ciò fu raggiunto giocando a quattro linee, a quei tempi un’innovazione che contribuì a rafforzare il potenziale della formazione di Riga.
Nel 1998 Tikhonov è stato inserito nella Hall of Fame della IIHF.