Il sogno biancorosso e un Bolzano che ha scritto la storia

Il sogno biancorosso e un Bolzano che ha scritto la storia

Siamo giunti al termine di una stagione che entra di diritto nei libri di storia dell’hockey bolzanino, altoatesino se non addirittura italiano. E’ noto ormai, il Bolzano ha vinto la EBEL in una gara 5 “thriller” a Salisburgo, con il goal all’overtime di Ziga Pance. Ma ha fatto molto di più. Ha risvegliato la passione di un’intera città per l’hockey, ha riscosso l’attenzione dei media nazionali, è stata la prima squadra straniera a vincere il campionato austriaco dal suo allargamento nel 2006. E l’ha fatto da outsider, al primo anno di partecipazione, con una squadra costruita in pochissimi mesi e con un budget nettamente inferiore a molti altri team ben più quotati. A partire dai Red Bulls di Salisburgo, sconfitti in finale.

“Minuto 71:27. Lalibertè scardina il disco da un avversario sulla blu d’attacco, subentra Sharp che alza la testa e vede Ziga Pance. Lo sloveno, a pochi metri dalla porta, non ci pensa due volte. Scocca il tiro e il tempo si ferma. Terrore negli occhi dei tifosi austriaci, speranza in quelli dei fans biancorossi. Tra la Volksgarten Eisarena di Salisburgo e il Palaonda di Bolzano, dove oltre 400 tifosi si sono riuniti davanti a un maxischermo, si sta per levare un solo grande urlo. Il disco si infila alle spalle di Brückler ed è finita. Signore e signori, il Bolzano è campione. Il Bolzano ha vinto la Ebel”.

Solo qualche giorno fa scrivevamo questo e ieri gli eroi biancorossi sono stati protagonisti di una festa più unica che rara: migliaia di persone in una piazza Walther gremita, in pieno centro storico a Bolzano, con una curva Nene&Michi che ha colorato le strade con un lungo corteo. That’s Hockeytown, l’hanno detto in molti.

Peter Wunderer, è lui a segnare il primo goal al Palaonda nella storia della EBEL

Quell’8 settembre 2013…
Ma facciamo un passo indietro. Era l’8 settembre 2013, a Innsbruck iniziava l’avventura in EBEL per il neonato HCB Alto Adige/Südtirol. Al minuto 18:10 Trent Whitfield segnava il primo goal di questo nuovo, meraviglioso cammino. Quel derby tirolese finì poi 6 a 1 in favore dei Foxes. Due giorni dopo, il 10 settembre, un’altra data storica: il primo match al Palaonda della EBEL, contro il Salisburgo. Un segno del destino, con il senno di poi. Soprattutto perché quel giorno, davanti a quasi tremila spettatori, il Bolzano riuscì a battere la corazzata dei Red Bulls (protagonista di un avvio di campionato tutt’altro che esaltante) con il punteggio di 4 a 3. La prima rete al palazzetto di via Galvani, come è giusto che sia, la segna un altoatesino d.o.c., il venostano Peter Wunderer. La striscia positiva si allunga con le esaltanti vittorie di Vienna e Fehervar, poi si ferma in quel di Graz. Poco male, perché la stagione dei biancorossi va avanti a gonfie vele e, sopravvissuti a un brevissimo periodo down nel mese di novembre, l’approdo ai playoff è cosa fatta senza particolari problemi. Ormai l’obiettivo è diventato la rinata Champions Hockey League, ma sembra proprio che i bolzanini non possano centrarlo: la Lega e il direttivo della CHL continuano a cambiare le regole di accesso e così i Foxes devono rimboccarsi le maniche. E dopo aver chiuso la regular season al quarto posto, alzano la voce al pick-round e centrano il secondo posto all’ultima giornata: è Champions League.

Iniziano i playoff, continua il sogno
Coach Tom Pokel sceglie il Sapa Fehervar come primo avversario ai playoff, per alcuni una follia visto la lunga trasferta in Ungheria: Pokel ha però l’occhio lungo e i magiari subiscono lo
sweep da parte dei biancorossi. 4 a 0 e semifinale contro il Villach. Squadra ostica, quella carinziana, eppure i Foxes stupiscono ancora portandosi sul 2 a 0 nella serie violando anche la terra austriaca all’overtime. Poi al Palaonda, nel momento di chiudere la serie, si spegne la luce e il VSV investe i biancorossi. La sconfitta è immediatamente cancellata, perché in un finale da infarto il Bolzano accede alla finale sbancando ancora il palazzo del ghiaccio di Villach. E’ festa grande, ma c’è da pensare all’ultimo scontro.

“Dead” Bulls
In finale arrivano i Red Bulls, che hanno chiuso il pick-round al primo posto, hanno faticato più del previsto ai quarti contro il Dornbirn ma hanno poi assassinato sul colpo il Linz in semifinale. Ormai la parola d’ordine per gli altoatesini è “crederci”. Gara 1 a Salisburgo è un massacro, ma non per il Bolzano, che vince per 6 a 1. Gara 2 davanti ai 7.200 del Palaonda è pura apoteosi, con i padroni di casa che in pochi minuti ribaltano uno svantaggio e si portano sul 2 a 0 nella serie. Poi, però, al ritorno alla Volksgarten di Salisburgo le cose non vanno come devono andare e arriva una brutta sconfitta: i Red Bulls ci credono e violano anche il Palaonda in gara 4. Insomma, tutto da rifare, la EBEL si decide a gara 5. Ma l’ambiente a Bolzano non si spegne, i tifosi si trasferiscono in massa in terra austriaca e i maxischermi della città permettono alle migliaia di persone rimaste a casa di seguire la partita delle partite con il fiato sospeso. Il resto è storia. 

Festa biancorossa
Caroselli nella strade, che si tingono di biancorosso. Oltre cento tifosi ad aspettare la squadra, alle 4 del mattino, per tributarle il giusto applauso. La coppa è enorme, ricorda vagamente la celebre Stanley Cup, e per i bolzanini in questo momento ha lo stesso identico valore.
Jaroslav Hübl, Günther Hell, Enrico Miglioranzi, capitan Alexander Egger, Matt Tomassoni, Hannes Oberdoerfer, Jo Charlebois, Sebastien Piché, Davide Nicoletti, Stefan Zisser, John Esposito, Marco Insam, Rick Schofield, Mark Santorelli, Kim Stromberg (che ha già lasciato Bolzano, direzione Klagenfurt), Ziga Pance, MacGregor Sharp, Anton Bernard, Trent Whitfield, Markus Gander, Matt Beaudoin, Angelo Esposito, Peter Wunderer, Daniel Frank, David Lalibertè. Ma anche coach Tom Pokel, e Lino Trinetti, Guido Tonelli, Alessandro Pecoraro, Hugo Widmann, Markus Meraner, Dieter Knoll e molti altri. E’ lunga la lista di nomi che hanno tutto il diritto di essere enunciati per aver colorato di biancorosso il cielo di Bolzano.

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