Vladimir Ruzicka lascia la panchina dello Slavia Praga dopo 14 anni

Vladimir Ruzicka lascia la panchina dello Slavia Praga dopo 14 anni

Vladimir Ruzicka e lo Slavia Praga sono, e rimarranno, indivisibili. E’ uno di quei sodalizi da leggenda, di sport d’altri tempi, d’amore e odio, di rispetto e gelosia. Vladimir Ruzicka lascia la panchina del “suo” Slavia”, a seguito della disastrosa stagione conclusasi anzitempo con l’eliminazione agli ottavi di finale, dopo una regular season vissuta sempre sul filo dell’eliminazione. Lo Slavia non rimarrà tuttavia orfano del suo leader: per capire perché, ripercorriamo brevemente la storia di uno dei sodalizi più longevi dell’hockey moderno.

Vladimir Ruzicka senior nasce il sei giugno del 1963 a Most, cittadina boema vicina al confine tedesco. Cresce nelle giovanili del Litvinov, tenta il salto oltreoceano tra 1989 e 1994, giocando due stagioni di buon livello a Boston tra 1991 e 1993. Alla fine della stagione 1993/94 ritorna in Patria e trascina lo Slavia Praga alla promozione nel massimo campionato nazionale. Le performances nella postseason gli valgono la “C” di capitano nella stagione successiva, e in quella 1995/96 domina l’intero campionato, staccando tutti nella classifica marcatori. Nel 1998 aiuta la nazionale ceca nell’impresa di vincere l’oro olimpico a Nagano, e dopo altre due stagioni in biancorosso, con l’arrivo del nuovo millennio decide di appendere i pattini al chiodo e dedicarsi al mestiere di allenatore. Vladimir salta quindi la balaustra e si accomoda dietro la stessa panca sulla quale si era seduto nelle ultime sei stagioni. A cavallo tra 2000 e 2014 allena lo Slavia Praga, portando i biancorossi alla vittoria del titolo nazionale nelle stagioni 2002/03 e 2007/08; vince inoltre il premio di “Allenatore dell’anno” nelle stagioni 2002/03, 2008/09 e 2010/11.

Contemporaneamente, e qui nascono i problemi, Ruzicka guida la rappresentativa nazionale tra 2002 e 2005, vincendo proprio in quell’occasione la medaglia d’oro ai mondiali austriaci. Le insidie nell’esporsi in maniera così massiccia non tardano a manifestarsi: Ruzicka viene più volte accusato di favoreggiamenti nei confronti dei giocatori dello Slavia Praga, che effettivamente vanno a costituire lo zoccolo duro del reparto difensivo della nazionale ceca per tutta la sua gestione (non senza risultati). Su un altro piano più personale, le critiche si concentrano sui presunti casi di nepotismo nei confronti del figlio (omonimo) Vladimir Ruzicka jr, in forza – davvero? – allo Slavia Praga e convocato nelle nazionali giovanili solo “sotto forte consiglio” del padre, per poi vedersi sempre negare la convocazione in nazionale maggiore, sotto altri tecnici.

Nel corso dell’ultima stagione, Ruzicka assume anche il ruolo di Sporting Manager dello Slavia Praga, monopolizzando di fatto la gestione del team. A questo si aggiunge l’ennesimo incarico come allenatore della nazionale in vista dei prossimi mondiali, dopo l’esonero di Alois Hadamczik a seguito della batosta olimpica.

Si arriva così ad oggi e all’inevitabile cambio dietro la panca biancorossa: dalla prossima stagione Ruzicka rimarrà Manager del team, con delega speciale allo sviluppo dei settori giovanili; passerà tuttavia il testimone come head coach alla coppia Ladislav Lubina (assistant coach del Pardubice nelle ultime tre stagioni) – Josef Beranek, delfino del “padre-padrone” dello Slavia e leggendario capitano della squadra  dal 2002 (grossomodo, dall’addio di Ruzicka) al 2010.

Tornando all’hockey giocato, abbiamo detto che lo Slavia è stato anzitempo eliminato dal Pardubice. Alla fase preliminare della postseason hanno partecipato le squadre classificatesi tra la settima e la decima posizione, che si sono sfidate al meglio delle cinque gare (settima contro decima e ottava contro nona) per andare poi ad affrontare le squadre classificatesi in prima e seconda posizione al termine della regular season.

Vitkovice (8) – Liberec (9) 3:0 [2:0, 3:1, 6:2]
Su questa serie c’è ben poco da dire, se non che è stata l’ultima occasione per vedere calcare il ghiaccio Petr Nedved, uno dei giocatori cechi più forti di sempre, di cui parleremo abbondantemente in una biografia di prossima pubblicazione.

Pardubice (7) – Slavia Praga (10) 3:2 [3:0, 3:4, 4:2, 0:1, 6:4]
Ben più interessante è stata la sfida tra biancorossi, con i cavalli di Pardubice emersi giustamente vittoriosi dopo una serie giocata discretamente, senza mai riuscire tuttavia ad avere completamente ragione dell’avversario. La prima linea della squadra (Sykora, Zohorna, Tybor e Kolar) è roba d’alta classifica; il resto della squadra paga dazio aagli avversari più furbi, che riescono a non subìre troppo e colpire quando sul ghiaccio scendono le seconde linee. Rimane da valutare anche la tenuta del goalie Hudacek, spettacolare finora ma orfano di un back-up affidabile.

In base ai risulati degli ottavi, gli accoppiamenti dei quarti di finale sono così determinati:

Sparta Praga (1) – Vitkovice (8)
Trinec (2) – Pardubice (7)
Plzen (3) – Brno (6)
Zlin (4) – Ceske Budejovice (5)

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