Frozen Four 2013: Yale per la prima volta

Frozen Four 2013: Yale per la prima volta

Si sono disputate l’11 e 13 Aprile le finali del torneo NCAA di hockey ghiaccio, denominato Frozen Four, e che ha visto trionfare per la prima volta nella sua storia i Bulldogs Yale, battendo in finale al Consol Energy Center di Pittsburgh, casa dei Penguins, i superfavoriti della vigilia, i Quinnipiac Bobcats, un derby di finale vista la vicinanza delle due università, Yale a New Haven e Quinnipiac ad Hamden, entrambe in Connecticut. Il Frozen Four, così chiamato per distinguere il torneo finale di hockey ghiaccio da quello più famoso di basket, le final four della March Madness, ha preso questo tipo di format nel 1999 ed ha la stessa variante nell’hockey femminile collegiale. Stiamo parlando di hockey college, universitario, ma pur sempre di hockey di altissimo livello, giocatori che poi hanno calcato, e che calcano tutt’ora, il prestigioso palcoscenico della NHL, e nel cui palmares figurano come vincitori molte squadre universitarie prestigiose, ma ovviamente avvezze a questo magnifico e spettacolare sport, i Michigan Wolverins, della Michigan University di Ann Arbor, comandano questa speciale graduatoria con ben 9 titoli, tra le altre seguono a quota 7 titoli la University of North Dakota, Grand Forks, e i Denver Pioneers, Univerity of Denver, mentre altri prestigiosi college figurano negli albi, Boston ad esempio con gli Eagles del Boston College, di Chestnut Hill, ed i Terriers della Boston University, insieme ai Golden Gophers della University of Minnesota, di Minneapolis, seguono a 5 titoli. Anche a questi livelli esiste il classico premio come MVP dell’intera stagione, denominato Hobey Baker Award, in onore della prima stella americana di hockey ghiaccio Hobey Baker, inserito nella Hall of Fame tra i primi, giocò per la Princeton University, tant’è che gli è stato dedicato il palazzo, Hobey Baker Memorial Rink, e che quest’anno ha visto premiare Drew LeBlanc, centro della St. Cloud State University, in Minnesota, e che ha letteralmente trascinato la propria squadra fino alle semifinali, poi perse con Quinnipiac, coi suoi 50 punti in 42 gare frutto di 13 reti più 37 assist, risultati così eclatanti che i Chicago Blackhawks lo hanno messo sotto contratto così come gli è valsa la chiamata dalla nazionale Usa per i prossimi mondiali in Svezia e Finlandia, e trofeo che in passato è andato a giocatori del calibro di Paul Kariya (1993), Brendan Morrison (1997), Chris Drury (1998), Ryan Miller (2001), Jordan Leopold (2002) e Matt Carle (2006). Come detto in precedenza il Frozen Four si gioca nell’arco di tre giorni, infatti l’11 Aprile si sono tenute le semifinali e di fronte si sono trovati i Bulldogs di Yale contro i River Hawks della University of Massachusetts di Lowell, numero 3 del ranking, e qui cominciano le sorprese perche già nel primo periodo i ragazzi di coach Keith Allain si portano sul 2-0 grazie alle reti di Mitch Witek in powerplay e poi a meno di un minuto dalla fine dello stesso grazie al raddoppio di Antoine Laganiere. Il secondo periodo i River Hawks fanno vedere il motivo del loro 3° posto nel ranking ed in 15 secondi scarsi, tra il 14.38 e 14.52 pareggiano le sorti grazie all’uno-due di Riley Wetmore e J.Pendenza rimettendo il tutto in pari sul 2-2 e questo sarà il risultato sino al termine dei 60 regolamentari. In overtime ci ha pensato il capitano di Yale, Andrew Miller, a mettere il sigillo finale col gol del definitivo 3-2. Yale che ha dominato in lungo e in largo per quasi tutto l’incontro, 47-18 il computo totale dei tiri per Yale, con addirittura un 16-3 come tiri tra terzo periodo e OT per voce dello stesso Allain il gol di Miller “si tratta probabilmente della rete più importante nella storia hockeystica di Yale” (non sapendo l’esito finale del torneo n.d.r.). Nell’altra semifinale si trovavano di fronte i numeri 1 del ranking, i Quinnipiac Bobcats, contro gli Huskies della St. Cloud State University, e già nei primi dieci minuti di gara l’esito è stato definito, un secco 3-0 merito di J.Samuels-Thomas, Ben Arnt e Jeremy Langlois, ha fatto volare i Bobcats di coach Pecknold, che già sapendo dell’approdo in finale dei “vicini” di Yale già assaporava il derby. Il secondo periodo ha visto un timido risveglio degli Huskies con la rete di Benik, ma è stato un fuoco di paglia, infatti otto minuti più tardi, 14.31, Kellen Jones ha messo la parola fine alla contesa. Su tutti lo stesso Packnold ha avuto parole di elogio per Hartzell, goalie Bobcats, finalista anch’egli dell’Hobey Baker Award, e in assoluto, sempre secondo il coach “il miglior giocatore sul ghiaccio” con le sue 33 parate ed il solo gol subito. Due giorni dopo, 13 Aprile, sempre al Consol Energy Center di Pittsburgh, la tanto attesa finale, tra i Bobcats e i Bulldogs, match rimasto in equilibrio, grazie in particolare ai due goalies, Malcolm e Hartzell, autori di prodezze in serie, sino alle battute finali del secondo periodo, ed esattamente al 19.56, quando Bourbonais porta in vantaggio Yale insaccando tra i gambali di Hartzell. Al rientro sul ghiaccio il 2-0 grazie ad Orzetti, mentre il colpo del ko, manco a dirlo, è toccato a Miller, MVP delle finali, che di rovescio insacca facendo esplodere i propri tifosi col 18° centro stagionale. A chiudere il conto Jesse Root, nativo proprio di Pittsburgh, che a porta vuota insacca la rete del definitivo 4-0, chiudendo anche ogni velleità all’Hobey Baker allo stesso Hartzell, capace negli ultimi 8 incontri disputati contro Yale di subire la media di una sola rete, addirittura uno shutout nell’ultima gara di un mese fa. Per Yale invece il tanto atteso titolo NCAA, campioni nazionali, dopo 117 anni dall’inizio della loro avventura nell’hockey, nel lontanissimo 1896, la loro prima volta, e proprio contro i vicini di casa, meno di 10 km tra i due campus, che in totale vantavano un 13-3 negli scontri diretti prima della finale. I due coach alla fine si sono lasciati andare a dichiarazioni che non lasciano dubbi, Packnold ha ammesso “pensavamo di avere la migliore squadra, per tutto l’anno lo siamo stati, invece vedendo stasera non era così”, mentre Allain invece ha dichiarato “sabato sera è stato il nostro turno” riuscendo a mantenere la promessa fatta, nel giorno del suo arrivo, al rettore, di far diventare competitivi e vincenti i suoi, in 7 anni ci è ampiamente riuscito, portandogli proprio il titolo di Campioni Nazionali.

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