Il grande spettacolo dell’Arena Ice Fever MMXII

Il grande spettacolo dell’Arena Ice Fever MMXII

Si è conclusa ieri sera la tre-giorni che ha portato la cittadina istriana di Pola al centro del panorama hockeystico mondiale: l’Arena Ice Fever 2012 ha ben soddisfatto le aspettative della vigilia, seppur con un inizio zoppicante a causa di un malfunzionamento dell’impianto di mantenimento del ghiaccio.

Zagabria – Lubiana 2:3 (0:1, 0:2, 2:0)
Quando, venerdì pomeriggio, gli addetti hanno sollevato i teli isolanti che ricoprivano il ghiaccio del rink, si sono trovati di fronte ad una brutta sorpresa: in parte la forte bora che spirava dalla sera precedente, in parte il temporale del giorno prima avevano danneggiato uno dei macchinari necessari al mantenimento del ghiaccio, causando così un lieve innalzamento della temperatura della superficie di gioco, tanto che il ghiaccio si era sciolto in corrispondenza delle assi di legno usate per bloccare i teli. Ci sono volute più di due ore e mezza, in cui la Zamboni ha battuto la pista quasi senza sosta, per riportare la superficie di gioco ad un livello accettabile.

Giochi di luce nel corso del secondo intervallo di Zagabria - Lubiana

Così, la partita tra gli orsi di Zagabria e i draghi di Lubiana, programmata per le ore 21, è iniziata poco dopo le 22:30, senza rifacimento del ghiaccio dopo il riscaldamento delle squadre e senza alcuna coreografia iniziale, quando sugli spalti già si iniziava a vedere qualche posto libero. Nei primi quaranta minuti di gioco, si è visto solo Lubiana: grazie ad una difesa solida e ben piazzata (Andrew e Groznik su tutti) e ad un reparto offensivo molto dinamico (McBride, Ankerst e i Pance hanno dato molti problemi alla difesa di casa) gli Sloveni sono riusciti a bucare il connazionale Kristan per tre volte, prima con gli imports McBride e Freeman e poi con Ankerst, in situazione di superiorità numerica.

Gli orsi si sono svegliati solo nel terzo periodo, grazie alla rete in apertura di frazione di Zanoski. Da lì in poi la partita ha cambiato volto, proponendo un interminabile assalto biancoblù alla gabbia difesa da Kuhn. Al 47′, Naglich insacca la rete del 2:3 e tutta l’Arena sembra prendere per mano gli orsi e trascinarli verso il pareggio. Ma non basta: prima il palo dice di no ad una botta a colpo sicuro di Greentree, poi un paio di miracoli di Kuhn consegnano la meritata vittoria ai draghi di Lubiana.

“Su una superficie così rovinata non avremmo dovuto giocare di fino come abbiamo fatto: dovevamo limitarci a fare le cose semplici e tenere la pressione alta – ma non l’abbiamo fatto: l’Olimpia ha meritato la vittoria” il commento a caldo del coach biancoblù Marty Raymond. Dall’altra parte, il collega finlandese Malkia pone l’accento sulle penalità, determinanti per consegnare ai suoi i primi due punti della stagione: “Penso che più che le condizioni del ghiaccio, la differenza in una partita così arrivi sempre dalle penalità: siamo stati bravi a non farci prendere dall’emozione dell’evento e abbiamo giocato in maniera semplice e disciplinata”.

Nella serata di sabato si è invece giocato il Memorial Ferdo Spajic, tra una rappresentativa di veterani russi e una selezione di ex-

Il rink, l'impianto luci e gli spalti dal lato nord delle mura

giocatori del Medvescak di Zagabria. La partita, aperta dalle coreografie annullate la sera prima, è stata prevedibilmente stravinta dalla selezione russa per 10:3.

A chiudere la tre giorni, la partita contro i Vienna Capitals di domenica sera. Con i macchinari a regime e condizioni meteo più favorevoli (molto meno vento rispetto ai giorni precedenti), l’evento funziona alla perfezione: il ghiaccio è quasi paragonabile a quello di un palazzetto e le coreografie iniziali scaldano il pubblico in vista  del face-off iniziale: i giocatori scendono sul ghiaccio accompagnati dalle trombe e dai tamburi che salutavano l’ingresso in arena dei gladiatori, tra gli applausi dei circa 6500 spettatori provenienti da mezza Europa: tra le migliaia di maglie biancoblù ci sono una folta rappresentanza di viennesi, carinziani, molti sloveni, tedeschi, una comitiva ungherese, alcune maglie dello Slavia Praga e del Bratislava e qualche sparuto gruppetto di tifosi italiani, provenienti per lo più da Bolzano e Val Pusteria.

Vicino al ghiaccio in occasione di Zagabria - Vienna

Zagabria – Vienna 4:1 (1:0, 2:0, 1:1)
Il Medvescak cambia il goalie titolare rispetto al venerdì, schierando a difesa della gabbia Michael Ouzas; dall’altra parte della pista spazio a Weinhandl, con l’ex Bolzano Zaba nel ruolo di back-up. Nonostante un’evidente superiorità da parte del Vienna, sono i padroni di casa a portarsi in vantaggio per primi, approfittando di una generosa penalità comminata al difensore giallorosso Lakos, che sommata ai precedenti due minuti presi da Schweda regala agli orsi sessanta secondi di 5vs3. Ne bastano tuttavia 32 perché Greentree infili Weinhandl con un preciso one-timer da posizione angolata dalla sinistra della gabbia, facendo esplodere la Pula Arena. Gli ospiti tentano più volte di acciuffare il pareggio, ma un Ouzas in serata di gloria nega ogni loro tentativo. Nel periodo centrale gli orsi sfruttano il momento e chiudono la partita: prima con Martinovic, veloce ad infilare Weinhandl non protetto a dovere dalla sua difesa e poi con Brine, in situazione di superiorità numerica.

Nell’ultima frazione i biancoblù si limitano a controllare la situazione, cercando di addormentare la partita: i Capitals accorciano la distanze sfruttando un powerplay grazie a Veideman, ma in situazione di cinque contro cinque il Medvescak è decisamente superiore, trascinato da un pubblico eccezionale. A trenta secondi dalla fine arriva anche la rete del definitivo 4:1, quando Zanoski infila l’empty netter che chiude l’Arena Ice Fever MMXII.

“Questo è il tipo di gioco che volevo vedere da parte dei miei ragazzi; – il commento in conferenza stampa da parte di coach Raymond – abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma penso che possiamo tornare a Zagabria molto soddisfatti da queste due partite”.

Grazie a questa vittoria, gli orsi sono ora ad un solo punto dai Capitals, assieme al Graz vittorioso ieri sul Dornbirn. La classifica vede in testa le aquile di Villach, che nel big match della quarta giornata hanno schiantato i campioni in carica di Linz per 5:2. A seguire, a sei punti, Vienna, Klagenfurt, Salisburgo e Znojmo. Dietro Zagabria e Graz, Linz (4 punti) e il trio Dornbirn – Fehervar – Lubiana. Chiudono la classifica gli squali di Innsbruck.

Classifica EBEL dopo 4 giornate

Un momento di Zagabria - Lubiana


1. Villach 7
2. Salisburgo 6
3. Znojmo 6
4. Vienna 6
5. Klagenfurt  6
6. Zagabria 5
7. Graz 5
8. Linz 4
9. Dornbirn 2
10. Fehervar 2
11. Lubiana 2
12. Innsbruck 1

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