A Vancouver, una Slovacchia esperta e… americana

A Vancouver, una Slovacchia esperta e… americana

Mancano ormai solo diciotto giorni all’ “Olympic puck drop” di dei XXI Giochi Invernali: lasciamo momentaneamente da parte le due Extraliga e concentriamoci quindi sulla preparazione delle nazionali ceca e slovacca per le Olimpiadi di Vancouver. Iniziamo oggi con i rosters, partendo da quello slovacco.

La lunga lista dei pre-convocati, diramata a fine ottobre da coach Filc, allenatore della nazionale e campione del mondo con la stessa nel 2002, comprendeva quattro portieri: Halak (Montreal, NHL), Budaj (Colorado, NHL), Janus (Norfolk, AHL) e Lasak (Kosice). Tra questi, solo Halak e Budaj sono poi entrati nella cerchia dei convocati effettivi: Janus e Lasak, infatti, sono stati lasciati a casa, e rimpiazzati da Rastislav Stana, attualmente in forza ai Severstal Cerepovec, in KHL. La decisione ha creato qualche mormorìo in Slovacchia, dove ormai da anni si parla della difficoltà di trovare – e formare – nuovi portieri. Jan Lasak, anche se non sta entusiasmando troppo in Extraliga, è comunque uno dei migliori goalies ancora “giovani” (30 anni) ed esperti, e uno dei pochissimi a giocare in patria.

Le coppie di terzini, invece, potrebbero benissimo parlarsi in americano piuttosto che in madrelingua. Gli Slovacchi porteranno infatti a Vancouver solo giocatori dal passato (e presente) nordamericano: Chara (Boston), Jurcina (Columbus), Lintner (Minsk, KHL), Meszaros (Tampa Bay), Sekera (Buffalo), Visnovsky (Edmonton) e Strbak (MVD, KHL). Scartati, invece, i preconvocati Obsut, Smrek e Baranka (tutti militanti in KHL), e gli “americani” Valabik e Mihalik.

In attacco troviamo l’unico atleta che non militi nè in NHL nè in KHL… ma neanche in Slovacchia. Stiamo parlando del sempreverde Lubos Bartecko, attualmente in forza agli orsi di Berna. A fargli compagnia, in casa dei Canucks troverà Demitra (che non dovrà neanche spostarsi, giocando a Vancouver), Gaborik (New York Rangers), Handzus (Los Angeles), Marian e Marcel Hossa (Chicago e Dinamo Riga), Stumpel (Astana, KHL), Satan (appena messo sotto contratto da Boston), Zednik (Lokomotiv Jaroslavl, KHL), Kopecky (Chicago), Radivojevic e Cibak (Spartak Mosca, KHL).
Una nota a parte merita la convocazione di Zigmund Palffy. La superstar dello Skalica è stata convocata, e sembra effettivamente deciso a tornare a giocare per la propria nazionale, quattro anni dopo la decisione di lasciarla per sempre. Vedremo se il giocatore più mediatico di Slovacchia partirà effettivamente per vancouver, o se questo sarà solamente un altro dei suoi coup de theatre. Di certo, per far posto a Palffy sono stati lasciati a casa giocatori come Ladislav Nagy, Peter Sejna, Juraj Kolnik e Stefan Ruzicka.

Come sempre quando si parla di nazionale, i toni nelle due repubbliche sorelle si fanno molto tesi. Filc è stato accusato di essere rimasto al 2002, anno del suo ultimo trionfo alla guida della nazionale, e bisogna dire che l’età media dei convocati potrebbe effettivamente dare ragione ai detrattori. In particolare, è stata attaccata la scelta di portare in Canada pochissimi giovani, e preferire a loro giocatori come Satan, addirittura senza contratto al momento delle convocazioni. Ed è effettivamente strano notare come, fra gli assenti illustri, si trovino quasi solamente nomi di ragazzi giovani e promettenti, di cui l’hockey slovacco ha un disperato bisogno. Svatos, ad esempio. Oppure Kolnik, Ruzicka e Tatar.

A difesa del coach, c’è da dire che le Olimpiadi non sono esattamente il tipo di competizione in cui si possa portare dei ragazzi “a fare esperienza”, soprattutto viste le speranze che i fan ripongono nella nazionale senior. Oltretutto, le partite si disputeranno sui rink nordamericani, più piccoli rispetto a quelli europei. C’è quindi bisogno di giocatori di esperienza, che per anni abbiano calcato il ghiaccio nordamericano, per avere un vantaggio – se non altro, morale – sulle avversarie del girone, tutte squadre che non possono contare così tanti ex-NHL: Lettonia, Norvegia, Germania, Svizzera e Bielorussia.

Fra un mese sapremo chi avrà avuto ragione; nel frattempo, è utile ricordare come a Bratislava non sia mai arrivata nessuna medaglia olimpica per questa disciplina, e il miglior risultato della nazionale maschile sia stato un misero quinto posto, ottenuto nel 2006 a Torino.

Foto: hokej.sk

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