Italia:intervista al capitano Joe Busillo.

Italia:intervista al capitano Joe Busillo.

di Filippo Restelli

HOCKEYTIME:”Allo stato attuale, è più l’emozione o la concentrazione sulle partite, visto che non avete ancora giocato la prima partita ufficiale?”

JOE BUSILLO:” Beh, l’amichevole di giovedì e quella di domani serviranno sicuramente molto a prepararci all’evento, già giovedì ne abbiamo avvertito gli effetti. Ieri, parlando anche con i giocatori di altre squadre, abbiamo capito che per tutti sarà un grande evento.”

HT:”Come ti è sembrato il gruppo giovedì sera, non tanto dal punto di vista tecnico visto che non è un progetto appena nato quello della Nazionale, ma più che altro da quello dello spogliatoio, dell’ affiatamento?”

JB:”In effetti la maggior parte di noi è insieme da due anni, ciò ha permesso di creare un bell’ambiente sicuramente. Per quanto concerne la partita, abbiamo pagato cari due minuti di distrazione, e quando giochi contro una qualunque nazionale, sai già che potrebbero essere due minuti decisivi.”

HT:”Parlavamo prima della cerimonia inaugurale, come l’hai vissuta?”

JB:”Qualcosa di meraviglioso, passavo continuamente il tempo al telefono per condividere tutto con parenti ed amici, ho scattato migliaia di foto! E’ stato uno show spettacolare, grazie al quale l’Italia ha dimostrato tutto il suo valore, ben rappresentato da celebrità quali Pavarotti e Sofia Loren.”

HT:”Cosa rispondi a chi dice che la nazionale avrebbe dovuto essere rappresentata da più italiani e da meno oriundi?”

JB:”Premesso che nel roster ci sono più italiani che oriundi, è ovvio che un argomento del genere trovi i punti di vista più disparati. Guardando gli ultimi mondiali ed Olimpiadi si può ben capire tuttavia che l’Italia c’è stata ed ha fatto la sua figura, se è stato ritenuto che su 23 giocatori ci fossero degli oriundi evidentemente è perché sono stati ritenuti migliori tecnicamente.”

HT:”Considerando poi il fatto che è strano considerare giocatori come te e Chitarroni, ad esempio, ancora degli stranieri…”

JB:”Beh, si, infatti. Tieni presente che ormai vivo in Italia, ho una moglie italiana, due figli che parlano entrambe le lingue…mi sento orgoglioso di essere sia italiano che canadese, per me è meglio ed è bello.”

HT:”Pensi che a livello di pubblico e di interessamento da parte degli sponsor tutto l’interesse che si sta avendo nei confronti dell’hockey su ghiaccio potrà continuare poi nel campionato italiano?”

JB:”Mi auguro proprio che continui. Dieci anni fa circa, mi ricordo che Svizzera e Germania, a esempio, avevano una nazionale a livello pari od anche inferiore al nostro. In questi dieci anni si sono sforzati molto, dal punto di vista delle strutture e dei settori giovanili soprattutto, ed il risultato è davanti agli occhi di tutti. Non dobbiamo perdere l’occasione, sarebbe un vero peccato.”

HT:”Per finire:arriveremo alla seconda fase?”

JB:”La squadra ne ha le possibilità, sappiamo di non avere le superstar della NHL, conosciamo i nostri limiti ma anche la nostra forza. Poi c’è sempre il non si sa mai…”

HT:”Beh, se poi magari succedesse come nel calcio, con la Grecia che ha vinto i campionati europei…”

JB:”Eheheh, magari!”

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