Anzhela Steblina: «Hanno drogato mio padre!»

Anzhela Steblina: «Hanno drogato mio padre!»

Di Paolo “pasha” Pozzi

Traduco un interessante scoop di “Futbol+Hokkej”:

Sensazionali rivelazioni della figlia del presidente della FHR (la FederHockey russa)

Ma cos’è davvero accaduto l’8 gennaio a San Pietroburgo? Tutti i testimoni dello scandalo che ha coinvolto Aleksandr Jakovlevich Steblin, presidente della FHR [la FederHockey russa] e della PHL [la Lega Professionistica di Hockey russa], mantengono il più stretto riserbo. Tace il presidente della IIHF, Renè Fasel, che a detta della versione trapelata sui media e ormai ritenuta praticamente ufficiale, sarebbe stato pesantemente insultato da Steblin. Tace il rappresentante dello sponsor principale della Coppa Campioni, Petr Makarenko, cui Steblin, sempre secondo quanto rivelato ai giornali, avrebbe tirato un piatto di arance. E tace il vecchio conoscente di Aleksandr Jakovlevich, Vsevolod Kukushkin, cui Steblin avrebbe messo le mani addosso. Tace infine, almeno per il momento, anche lo stesso Steblin.
Cos’è stato dunque a scatenare l’incidente? Una banale sbornia o un’intossicazione provocata ad arte?
I corrispondenti di Futbol+Hokkej hanno cercato di scoprire tutta la verità sull’episodio, aiutati dalla figlia Di Steblin, Anzhela. Ecco le sue sensazionali dichiarazioni.

UNA VOCE SOFFOCATA
“Quando ho deciso di concedere quest’intervista, mi hanno tutti sconsigliato di farlo, dicendo che sarebbe stato molto pericoloso. Ma ho voluto farlo comunque. Ricordandomi un bell’articolo di Futbol+Hokkej sul ’caso Sych’ [Valentin Sych, ex-presidente della FHR, ucciso nel 1997], ho cercato il numero della redazione e ho chiamato. Ecco come è nata questa intervista.
Mi risulta difficile parlare di quel che è successo a San Pietroburgo perchè non ne sono stata testimone diretta, anche se chiaramente dopo lo scandalo ho fatto tutto il possibile per farmi un’idea precisa dell’accaduto. Sono venuta a conoscenza dell’episodio dai giornali, e per prima cosa ho telefonato a mio padre, ma lì per lì ho faticato a riconoscerne la voce – era fievole e soffocata. Mi ha detto: ’Non ti preoccupare, è tutta una montatura’. Ma al contrario mi spaventò molto sentire che mio padre non era del tutto in sè. Ha aggiunto: ’Sto molto male ora, ti richiamo più tardi’.
Dopodichè ho chiamato mia madre, che mi ha detto che quel giorno maledetto papà le aveva telefonato da Pietroburgo, parlando con frasi sconnesse e sconclusionate. Continuava a ripetere: ’Loro…loro vogliono…” e a quel punto si innervosiva. Per mia madre è stato un trauma sentirlo così. Le ha detto infine che l’avrebbe richiamata e le avrebbe spiegato. Mamma si è subito agitata, e quando ha visto che alla cerimonia di premiazione della coppa Campioni mancava papà, ha capito che era successo qualcosa di grave.

IL COMPLOTTO
Mio padre non è nato ieri. Qualcuno può pensare che si sarebbe fatto fregare facilmente? No, è stato tutto preparato con estrema cura. Tanto per cominciare, hanno scelto un momento in cui era a Pietroburgo, non a Mosca. Nella capitale, se avesse cominciato a sentirsi male, avrebbe potuto subito chiedere aiuto al proprio medico di fiducia, ma a Pietroburgo…
’Ma insomma, cos’è successo davvero?’ ho chiesto a papà. E lui mi ha risposto: ’Non ho più alcun ricordo dal primo pomeriggio dell’8 gennaio. Mi hanno raccontato che parlavo ad alta voce, che agitavo in continuazione le mani, insomma che mi comportavo in modo del tutto strano e insolito. Ricordo solo che a un tratto ho alzato gli occhi su un quadro appeso ad una parete, e mi si è annebbiata la vista. Ho chiesto a chi mi stava intorno cosa stava succedendo, se avevo bevuto molto, ma mi hanno risposto di no, avevo bevuto solo un bicchiere di vino al pranzo ufficiale, e nemmeno loro capivano cosa mi stava accadendo’.
Credo che mio padre si sia arrabbiato con Vsevolod Kukushkin, che è anche traduttore ufficiale della IIHF, per non essere stato invitato alla cerimonia di premiazione. A maggior ragione perchè si trattava della Dinamo, i club che papà ha praticamente tenuto in piedi da solo durante la crisi degli anni ’90. Mamma comunque mi ha detto che Kukushkin non se l’è presa con mio padre, lui stesso ha capito che si è trattato di un complotto…
Immaginate se tutto questo fosse accaduto alla cerimonia di premiazione, davanti a migliaia di tifosi che affollavano il palazzetto e soprattutto davanti a milioni di telespettatori! Il piano di chi ha avvelenato mio padre con una sostanza psicotropa era davvero molto ben studiato…

AVVELENAMENTO
Prima di capodanno hanno tentato di rubare dei soldi dal conto della FHR, ma non ci sono riusciti. Papà allora mi ha detto: ’Grazie a Dio, sono riuscito a salvare quei soldi’.
Quei delinquenti non si fermano davanti a niente. Sono pronti non solo a fargli perdere il posto, ma anche a mandarlo in galera.
Perchè hanno aspettato quattro giorni, mi chiedo? A voi che leggete non è mai capitato di litigare con dei colleghi o degli amici? Non vi siete mai rivolti l’un l’altro parole dure? Eppure con ogni probabilità dopo un paio di giorni tutto si era risolto, ed eravate già pronti a dimenticare l’incidente. Quanti di voi hanno invece portato colleghi e amici in tribunale?
Ho una domanda per i signori Marlegov e Krasheninnikov: perchè hanno deciso di lavare i panni sporchi in pubblico? Perchè la richiesta di impeachment non l’hanno fatta Fasel o Kukushkin?
Queste persone, che si occupano di hockey da pochissimo tempo, stanno tentando, e non sono l’unica a pensarla così, di provocare un terremoto nell’hockey russo, alla ricerca esclusivamente di vantaggi personali. E qualcosa hanno già ottenuto, dato che a seguito di questa squallida vicenda mio padre ha già dovuto abbandonare de facto il posto di presidente della PHL.

PAPA’ HA EVITATO IL TERREMOTO
Sapete perchè mio padre ha ricoperto i due incarichi di presidente di FHR e PHL allo stesso tempo? Come mi ha spiegato lui stesso, solo per evitare conflitti tra queste due strutture. Dopo l’omicidio di Sych gli stessi responsabili dell’hockey russo hanno pensato bene di correre ai ripari proprio a quel modo, dato che una delle spiegazioni più diffuse dell’omicidio era stata quella di una lotta di potere originatasi dal conflitto tra la FHR e la MHL [la Mezhnacional’naja Hokkejnaja Liga, Lega Hockeystica Sovranazionale, che è stata poi sostituita dalla PHL con la creazione di Superliga e Vysshaja Liga].
Mio padre ha impiegato anni a risolvere quel conflitto e a tenere i criminali fuori dall’hockey russo. Vi siete tutti dimenticati dell’assassinio che ha sconvolto il paese il 22 aprile 1997?
Ora invece questa gente, che è riuscita ad entrare nell’ambiente hockeystico solo grazie al proprio peso politico, sta cercando di portarci indietro di 10 anni. Non conoscono nemmeno la storia dell’hockey russo, e senza neppure rendersene conto, ci stanno facendo ripiombare in un abisso di discordie. O pensate davvero che, adesso che mio padre non è più a capo della PHL, non si rischia di ritornare a quel conflitto antico?
E tutto questo intrigo l’hanno messo in piedi alla vigilia delle Olimpiadi di Torino. Uomini in nero, rappresentanti di vecchi poteri che stanno risorgendo. Vi rendete conto di quanto possa essere pericoloso il gioco cui hanno dato inizio, e dove può andare a finire? Non sarà facile spegnere i nuovi focolai di questa guerra di potere. Ricordate: chi scherza col fuoco…
Ora capiremo chi sono gli amici, e chi i nemici. E non tanto di mio padre, quanto dell’intero movimento hockeystico nazionale.

IL PARALLELO CON SYCH
Temo per la vita di mio padre. Tutti ricordano che il suo predecessore, Valentin Lukich Sych, fu ucciso. E nel 1997, prima delle elezioni per la presidenza della FHR, ricevemmo molte telefonate minatorie, che tentarono di spingere mio padre a rinunciare a candidarsi. Per qualche tempo gli toccò circondarsi di guardie del corpo, nonostante l’aver sempre intorno estranei non gli andasse granchè a genio.
Vjacheslav Koloskov, prima di essere rimosso [dalla presidenza della RFS, l’Associazione Russa di Football – è successo l’anno scorso], dichiarò in un’intervista che temeva per la propria vita. E gli attacchi contro di lui e contro mio padre da parte di Fetisov sono cominciati nello stesso periodo.
Mio padre non si è mai fatto il sangue cattivo per Fetisov. Solo raramente e malvolentieri ha risposto ai suoi attacchi sulla stampa, ma nulla di più. Sebbene, sia chiaro, di cose da dire ne avrebbe avute parecchie.

VITA IN FAMIGLIA
L’8 gennaio l’ho passato coi miei figli – Sasha e Liza – nei dintorni di Sergiev, al monastero della Santa Trinità. Abbiamo seguito la funzione, scritto delle preghiere commemorative [l’8 gennaio è il Natale secondo il calendario seguito dalla Chiesa Ortodossa Russa], comprato dei souvenir e siamo tornati a casa di ottimo umore. Non sapevamo nulla di quanto era accaduto nel frattempo…
Vorrei raccontare alcune cose su mio padre. E’ nato a Mosca subito dopo la guerra, nel 1946. Sua madre è morta quando aveva 8 anni, stavano andando in vacanza da dei parenti, e durante il viaggio sua madre cominciò a stare male per via del cuore. La portarono in ospedale, ma quando il mattino dopo mio padre e mio nonno andarono a trovarla, era già morta. Il nonno aveva 29 anni. Caricarono il corpo sulla loro piccola Moskvich e ripresero la strada verso Mosca, ma ebbero un incidente. Finirono contro un palo della luce, di notte, e quasi morirono.
Capite bene che mio padre non ha vuto un’infanzia facile. Ma non è diventato un teppista o un delinquente, per quanto sarebbe stato facile. No, lui si innamorò dell’hockey. E proprio l’hockey lo aiutò a tirarsi fuori da quei momenti difficili.
Papà si è sposato giovanissimo, a 19 anni. Io sono nata due anni dopo, quando giocava a Riga, da Viktor Vasil’evich Tihonov. Quello stesso anno morì il nonno. A 21 anni mio padre era ormai senza genitori, e aveva già messo su una famiglia, cui doveva provvedere da solo. Tutto quello che mio padre ha oggi, l’ha ottenuto da solo.
Mio padre ha sempre lavorato tantissimo, e tutta la nostra vita è dipesa dai suoi orari. Quando cominciai la scuola, lui smise di giocare, e iniziammo a vederlo più spesso. Poi iniziò a lavorare per la Dinamo, ed è così, anno dopo anno, passo dopo passo, che è diventato presidente della FHR e della PHL.

SASHA & MASHA
Mio figlio Sasha e la figlia non riconosciuta di Fetisov, Masha Isaeva, si sono conosciuti per caso al battesimo. Coetanei, sono stati battezzati dalla stessa persona; da allora hanno fatto amicizia e si frequentano spesso. Per questo conosco la vita di quella ragazza non per sentito dire.
E’ la stessa bambina la cui madre ha tentato di ottenere da Fetisov il riconoscimento di paternità. Fetisov ha rifutato di sottoporsi al test del dna, e non ha potuto provare di non essere il padre di Masha, ma il suo avvocato gli ha fatto vincere la causa. Dopodichè agli amici ha confessato: ’Mi ha pagato tanti di quei soldi per vincere la causa! Avrebbe fatto meglio a darne un po’ a sua figlia!’.
Ora Masha è del tutto indipendente. Studia al liceo linguistico, sta imparando tre lingue straniere, ed è anche una brava ginnasta. Ama Bulgakov e Dostoevskij, scia e va a cavallo, e per finire frequenta dei corsi di giornalismo alla MGU [l’Università Statale di Mosca].
Ed ecco, figuratevi che il padre di questa ragazza di diciannove anni – Fetisov – ha detto di volerle bene, le ha promesso che l’avrebbe portata lei a liceo – ma poi l’ha fatto la madre – e infine le ha detto che avrebbe sempre potuto contare sul suo aiuto. E poi l’ha piantata in asso. Dovremmo fidarci di uno così?
Con che coraggio parlano di sviluppare l’hockey giovanile, di tenere i bambini lontani dalla strada, quando lui stesso non si cura nemmeno di sua figlia?

LA RISSA DI KIEV
Fetisov è tornato indietro dall’America. In quel paese uno che si è comportato come lui con sua figlia avrebbe avuto difficoltà ad intraprendere una carriera poltiica. Ma da noi tutto è possibile.
Fetisov dice una cosa e ne fa un’altra. A Kiev ha scatenato una rissa con la polizia, dopodichè gli hanno tolto la fascia di capitano del CSKA.
Viktor Vasil’evich Tihonov lo ha salvato spesso, ma Fetisov ha tradito il proprio maestro.[Con ogni probabilità, visto quanto segue, la Steblina si riferisce alla campagna di stampa contro Tihonov quando questi era allenatore della nazionale]
A Tihonov all’epoca chiesero: ’Perchè non rispondete a Fetisov sulla stampa?’, e lui rispose ’Non ne ho il tempo, sto preparando la nazionale per i mondiali’.
Perchè mio padre, che sa molte cose su Fetisov, non ne ha mai parlato e non ha quasi mai risposto ai suoi attacchi? Perchè nemmeno lui ne ha il tempo. Fetisov invece vive di litigi e di scandali. si cerca una vittima e comincia a perseguitarla.
Senza scandali, Fetisov non potrebbe vivere. Non ha amici, usa le persone quando gli fanno comodo, e poi se ne sbarazza. Usa qualsiasi mezzo, per lui tutto fa brodo. Per rubare al suo predecessore, Pavel Rozhkov, il posto di ministro dello sport, Fetisov e la sua banda hanno appiccato il fuoco all’ufficio, non dopo aver messo in salvo tutto quanto c’era dentro. Che squallore…
L’auto di Rozhkov era parcheggiata davanti al ministero, ma Rozhkov in quel momento era ad un meeting altrove, solo che Fetisov & Co. non lo sapevano. Dopodichè, da Rozhkov andarono persone di Fetisov e gli dissero che Slava era pronto a soffocare l’incidente in cambio di un’assunzione di responsabilità da parte di Rozhkov, che si rifiutò, dato che un centinaio di persone poteva giurare che si trovava altrove.
Hanno drogato mio padre e tentato di screditarlo. Fetisov non può sopportare l’idea di non avere potere sulla FHR. Fin dove arriverà?

FETISOV E’ CAPACE DI TUTTO
Uno che ha tradito la propria figlia, è pronto a tutto. Ho molta paura per la vita di mio padre.
Durante i momenti più duri per il nostro paese, mio padre ha saputo proteggere uno degli sport più amati. Sì, ci sono stati problemi, alti e bassi, ma l’hockey è sopravvissuto e si è sviluppato. Nello stesso momento in cui invece Fetisov se ne andava in America per soldi.
Dov’era Fetisov, quando si trattò di salvare l’hockey russo? In America.
E quando la situazione qui era ormai cambiata, solo allora è tornato.

PER COSA E’ TORNATO FETISOV?
Ecco le parole del presidente della FederNuoto, Gennadij Aleshin: ’A qualcuno conviene seminare zizzania tra di noi!’.
Ho la sensazione che, tornato dall’America, Fetisov sia ormai più americano che russo. Sta cercando di ficcare il naso negli affari di tutte le Federazioni sportive e di metterle tutte sottosopra. Fetisov è tornato dall’America con lo scopo di distruggere lo sport russo. Fetisov non è in grado di vincere lealmente. Si è inventato il progetto di una nuova lega, e non ha ottenuto nulla di concreto. Vuole solo creare scompiglio.
Perchè Marlegov e Krasheninnikov, che di hockey sanno poco o nulla, pretendono di giudicare mio padre e la FederHockey?
Non potendo trovare nulla da ridire nell’operato di mio padre, allora hanno pensato bene di drogarlo e rovinarlo.
Ricordate il film ’I volontari’? C’era una frase geniale: ’Basta che uno semini la menzogna, e ci si avvelenano in centinaia’.
E’ quello che sta accadendo.

LETTERA APERTA DI ANZHELA STEBLIN A PUTIN
Egr. Vladimir Vladimirovich!
Mio figlio ha appena deciso di saltare una sessione di esami. Non è in grado di prepararsi a dovere, perchè è troppo preoccupato che possa capitare qualcosa a suo nonno. E non possiamo dargli torto: quella gente è pronta a tutto!
Con che coraggio si attacca il presidente della FHR alla vigilia delle Olimpiadi invernali? A chi giova tutto ciò? Quale risultato sperano di ottenere? Come si può preparare la nazionale a dovere in queste condizioni? Per chi lavora Fetisov?
Non permettete la distruzione del nostro sport, delle nostre federazioni sportive!
Le persone che hanno resistito durante i momenti bui meritano il vostro appoggio ed il vostro aiuto!

p.s.
Qualche giorno fa sono stata al Comitato Olimpico, e tutti mi hanno detto: ’Lo capiamo bene che è un complotto. Stiamo dalla parte di tuo padre e ci batteremo per lui’.

Temo che mio padre non approverà questo mio sfogo con la stampa.
Ma non potevo più tacere.”

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