Il pubblico non abbandona la Serie A

Il pubblico non abbandona la Serie A

di Marco Depaoli

Siamo giunti alla prima pausa, e possiamo tracciare un piccolo bilancio anche per quanto riguarda il pubblico riversato nei palaghiacci, in questo anno delicato, forse momento chiave per il nostro movimento.
Il confronto con gli ultimi tre campionati va preso con tutte le cautele, dal momento che il numero diverso delle partecipanti rischia di falsare ogni ragionamento. Va ricordato che i dati per le considerazioni che stiamo per fare si basano sui comunicati ufficiali della Fisg, i quali si fidano dei referti giunti dagli stadi. L’analisi considera quindi dati che potrebbero essere sovrastimati, sottostimati o a volte mancanti. Ci basiamo dunque sulla buona fede di chi ha compilato i tabellini. Un’altra premessa doverosa è che può capitare che una squadra giochi fuori dalle proprie "mura" di casa, o per scelta (positiva nel caso di Trento e Feltre), negativa in caso di Cavalese (Bolzano) e Varese (Milano) per necessità di altri impegni del palaghiaccio o squalifiche. Infatti per la partita giocata l’anno scorso contro l’Asiago a Varese il Milano, di mercoledì, ha registrato sole 420 presenze, abbassando di diverse centinaia la media generale della squadra. La nostra analisi deve comprendere comunque questo dato, anche se un vero e proprio "outlier".
Quando parleremo di medie "generali", ci riferiremo alla media nei ghiacci "depurata" delle formazioni quest’anno non presenti al campionato, per ovvie ragioni di confronto. Non considereremo pertanto le partite casalinghe di Varese, Torino, Egna, Caldaro, Appiano, Gherdëina e Merano. Non necessariamente queste squadre hanno abbassato la media del pubblico, ad esempio il Valpellice-Torino due stagioni avrebbe fatto impennare le nostre medie, tanto quanto lo scorso anno a Torino Esposizioni l’avrebbe fatta crollare. L’anno scorso ad esempio nelle prime 12 giornate s’era registrata una media di 658 presenze, mentre con una media "depurata" di Varese e Torino saliamo fino a 914. Meno flessibile due anni fa, quando la media di 658 sale a 715 senza gli altri palaghiacci ora inutilizzati o ospitanti serie cadette.
Un’ultima premessa è la disposizione nel calendario degli incontri. Mentre infatti per Milano è quasi indifferente giocare il martedì sera o il sabato, Asiago soffre molto il turno infrasettimanale dal momento che buona parte dei suoi aficionados giunge dalla pianura, molti addirittura da Padova.
Ciò premesso, concentriamoci sui risultati che abbiamo avuto modo di ottenere. Come era naturale che fosse, rispetto allo scorso anno, dal livello decisamente più alto e dai campioni in pista, la media degli spettatori è calata, ma non così tanto come si temeva: 844 presenze a bordo pista a confronto delle 914 dell’anno passato, 70 in meno che parlando di meno di un migliaio di persone non sono poche ma nemmeno tante. Stesso piccolo gap a confronto di due anni fa, quando si doveva assistere alle partite scontate contro Appiano, Egna e Caldaro. La media "depurata" di due stagioni or sono era infatti di 715, 200 in meno dell’anno scorso e 120 circa di quest’anno. Ciò significa che da solo l’agonismo e lo spettacolo in pista non basta per smuovere di molto le masse. E’ capitato infatti nella mesta stagione a 15 squadre di registrare un Milano-Appiano con oltre 1000 presenze, per non parlare degli innumerevoli derby sudtirolesi. Ci sarebbero poi da considerare i fattori promozionali di ogni singola squadra, come biglietti omaggio che hanno portato intere scolaresche o match a "entrata libera", più volte in passato offerte dal Bolzano, che, almeno in quest’ultimo caso, non hanno portato a miglioramenti significativi.
Passiamo ora ad analizzare ogni singola squadra: strabiliante è l’affluenza al Lungorienza di Brunico. Il Valpusteria è l’unica squadra con oltre 1.000 presenze, 1191 per la precisione, con molta probabilità frutto dell’entusiasmo attorno a una formazione competitiva arrivata a sconfiggere il Bolzano dopo 19 anni. Un’escalation sempre in crescendo, molto meglio della lusinghiera media di 1.078 delle prime 12 giornate della passata stagione, e degli 879 di due anni fa, quando però c’era la novità in casa pusterese del ritorno in serie A. Discorso simile per il Renon: il ritorno in Serie A ha portato l’entusiasmo giusto, 749 presenze per la piccola località di Collalbo, simile comunque a quella del Bolzano (755) e superiore alla media del campionato. L’anno successivo lo spettacolo ha portato a sfiorare il migliaio di presenze (956), sceso quest’anno a 880, con un calo particolare nelle ultime giornate dopo la perdita della prima posizione. La squadra che meglio ha lavorato in questi anni, almeno in termini di richiamo allo stadio, è il Cortina. La media odierna del pubblico ampezzano, oltre al Pusteria, è l’unica ad essere salita a confronto della sellare passata stagione (776). L’effetto Cullen si fa sentire anche dopo la sua dipartita, ma il dato più significativo, che rispecchia l’entusiasmo che si sta vivendo sotto le Tofane, è il confronto con due anni fa (342), l’anno del ritorno scettico degli Scoiattoli in serie A dopo troppi anni di buio. I biancoblu hanno in queste due stagioni aumentato l’affluenza all’Olimpico del 140%. In assoluto Cortina rimane al quarto posto dopo Brunico, Milano e Bolzano, ma il trend rispetto a queste è nettamente differente. Situazioni diverse infatti per Milano e Bolzano. I biancorossi hanno mantenuto bene o male la media dell’anno scorso (929 contro il 934 dell’anno degli Nhl), molti di più dell’anno di Caldaro e Egna, quando l’affluenza del Palaonda in questo periodo (derby col Merano compreso) era di soli 755 spettatori. L’Agorà di Milano rimane la seconda piazza più frequentata ma non c’è per niente da sorridere. Oltre ad aver perso il primato, 200 spettatori in meno del Palarienza, per la prima volta è scesa sotto le 1000 presenze (997 la media "secca" delle prime 12 giornate), addirittura peggio dell’anno della serie A allargata che registrava 1118 aficionados di media, facendo passare in secondo piano il calo fisiologico rispetto all’anno di Adams e Cullen, 1268 (ricordiamo comprendente l’outlier del campo neutro di Varese).
Abbastanza stabile ma pur sempre in costante calo l’Asiago, nonostante il primato di quest’anno. Gli stellati sono passati dai 952 spettatori del 2003, agli 888 del 2004 fino al 842 di questa stagione, benché i risultati in pista siano del tutto incoraggianti, a differenza dell’anno degli Nhlers.
Ultime della classe Alleghe e Fassa: leggero calo per gli agordini, passati da 756 a 687 di media in un anno, comunque decisamente meglio del 2003 quando ad Alleghe si registravano medie nella prima parte di campionato di 518 spettatori. Il ghiaccio di Feltre evidentemente fa bene alle Civette. Male il Fassa: la già bassa media dell’anno scorso di 608 s’è decisamente abbassata a 409 per via forse delle diverse mire della squadra biancoblu. Due anni fa una via di mezzo, 504 presenze medie ad Alba di Canazei.

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