Asiago-Milano 2002/03

Asiago-Milano 2002/03

Nel settembre 2002 il Milano campione d’Italia affronta al Palagorà l’Asiago vincitore della Coppa Italia per una nuova edizione della Supercoppa. Le due squadre si presentano sul ghiaccio fortemente rinnovate rispetto alla stagione precedente: nel Milano è partito Hiller e sono arrivati Chitarroni, Busillo, Peca, Woodcroft, Cowie, Stricker e Sparber mentre nell’Asiago non ci sono più Lecompte, Gendron e Houde ma sono arrivati Florian Ramoser, Bousquet, Savage e Kortelainen. Nel primo tempo molto equilibrato va in vantaggio l’Asiago con De Bettin, ma Mario Chitarroni pareggia segnando il primo gol ufficiale con la maglia della Saima. Nel secondo tempo i gemelli Molteni confezionano il primo vantaggio del Milano, annullato poco dopo da un altro gol di un giovane, l’asiaghese Luca Roffo, che corona un periodo di pressione dell’Asiago. A questo punto entra in scena Rob Cowie, difensore canadese con alle spalle una lunga carriera in NHL, che si fa conoscere al pubblico italiano con un micidiale tiro che centra il sette della porta di Gravel. Il Milano segna ancora con Armin Helfer in superiorità prima che Maurizio Bortolussi nel finale centri la porta vuota durante l’assalto finale dell’Asiago che giocava con l’uomo di movimento in più.
Nel gennaio 2003 nuova sfida all’Odegar con in palio la Coppa Italia. Nell’Asiago rispetto a settembre non c’è più Savage ma è arrivato Laplante assieme allo svedese Bergkvist che però non verrà schierato in questo match visto che in quel campionato non era possibile avere sul ghiaccio più di 4 giocatori privi di passaporto italiano. Nel Milano sono arrivati i difensori Alderucci (dal farm team Torino) e Terry Hollinger assieme all’attaccante oriundo Andersson. Le prime sei reti sono tutte realizzate in superiorità numerica: segna Beattie e pareggia Laplante, segna Lefebvre e pareggia Cibien. L’Asiago sembra prendere il largo con Strazzabosco e Bousquet. Partita finita? No: all’inzio del terzo tempo Busillo accorcia le distanze e Beattie pareggia a tre minuti dallo scadere. Dopo un’altalena di emozioni si va ancora una volta ai tiri di rigore: dopo i primi quattro tiri solo Beattie e Kortelainen sono riusciti a segnare. Cirone segna ed il peso della responsabilità grava su Maurizio Bortolussi: se sbaglia la Coppa resta ad Asiago. Ma il capitano milanese mantiene la calma ed infila il disco alle spalle di Gravel. Si va ad oltranza, ma i quattro giocatori che avevano segnato nella prima serie stavolta sbagliano. All’ottavo tiro è Lefebvre a far centro, mentre Muzzatti para su Laplante: anche il secondo trofeo stagionale prende la via di Milano.
L’epilogo della stagione vede le due squadre scontrarsi in una serie best of seven. E’ un campionato a sole sei squadre, ripetitivo e scontato. L’approdo delle due squadre alla finalissima era dato per certo alla vigilia, ma l’Asiago riesce ad estromettere il Bolzano in semifinale solo nell’ultima gara, per giunta ai tiri di rigore e dopo aver conquistato il pareggio nel minuto finale. Il Milano nel frattempo ha preso Paul Di Pietro dallo Zug (nelle prime due gare di finale non giocherà), Robert Nardella e Thomas Sjoegren, mentre Woodcroft non fa più parte del roster. Ad Asiago sono approdati gli svizzeri con passaporto italiano Marco Streit (portiere) e Didier Schaefer (attaccante), gli italocanadesi Mike De Angelis e John Parco (che fino ad allora si era dedicato al ruolo di allenatore delle giovanili) e soprattutto è ritornato Eric Lecompte dalla formazione svizzera del Lagenthal.
In gara 1 al Palagorà l’Asiago si porta subito in avanti con un gol dell’intramontabile Lucio Topatigh. Gli attacchi del Milano sono frenati dalle grandi parate del nuovo portiere Streit che ha preso il posto di Gravel infortunato. I meneghini giungono al pareggio nel secondo tempo con Busillo, ma a venti secondi dalla fine del drittel è Bousquet a portare di nuovo avanti l’Asiago. Nel terzo tempo il goalie italosvizzero erige un muro davanti alla sua gabbia. Un tiro di Cowie nel finale si infrange sul palo e con esso le speranze della Saima di pareggiare: ancora una volta la prima partita della serie è vinta dall’Asiago.
All’Odegar tre giorni dopo sembra tutto volgere a favore degli asiaghesi, che segnano all’inizio del primo tempo con Lecompte ed all’inizio del secondo con Laplante. Il Milano accorcia subito con Beattie e da qui inizia un susseguirsi di occasioni da entrambe le parti con i due portieri a far bella figura. Nel terzo drittel per lunghi tratti accade poco o nulla, poi Chitarroni nel giro di tre minuti ribalta il punteggio, suggellando il primo punto nella serie per il Milano.
In gara 3 Adolf Insam manda sul ghiaccio Di Pietro al posto di Sjoegren, mentre Leo Insam infortunato deve lasciare spazio a Christian Alderucci. Laporte lascia fuori Bousquet e schiera lo svedese Bergkvist in difesa.
Dopo un primo drittel molto tattico, nel secondo il Milano prende il sopravvento e va in gol con Busillo e Beattie. Streit deve impegnarsi per non permettere agli avversari di andare in rete altre volte. Nel drittel conclusivo i padroni di casa iniziano troppo presto a controllare partita e a dieci minuti dalla fine Muzzatti è trafitto dalla marcatura di Frigo. Gli asiaghesi credono alla rimonta e raggiungono il pareggio a 101 secondi dalla sirena finale con Jason Cirone. All’overtime prevale la paura di perdere e si va ai tiri di rigore. Nella prima serie segnano solo Kortelainen e Cowie. Si va ad oltranza: Beattie si fa parare nuovamente il tiro da Streit, mentre Laplante fa centro. L’Asiago dunque vince ancora una volta al Palagorà.
In gara 4 il Milano è di nuovo sotto pressione: Insam schiera Sjoegren al posto di Di Pietro che ha deluso nella partita precedente. Laporte preferisce rinunciare a Bousquet in attacco per rafforzare ancora il reparto arretrato con Bergkvist. Il Milano va subito in gol con Cowie, ma il Falco di Gallio pareggia. In chiusura di tempo Chitarroni porta avanti il Milano con una doppietta. All’inizio del secondo drittel Busillo porta a tre le lunghezze di vantaggio, ma prima Laplante e poi Cirone riportano l’Asiago in partita, anche se quando l’italocanadese va in rete il tempo era già scaduto (per un clamoroso errore il cronometro era rimasto fermo mentre le due squadre stavano regolarmente giocando). Nel tempo conclusivo prima Busillo e poi Chitarroni (empty net) fissano il punteggio sul 6-3.
Si giunge a gara 5. Ci sono delle novità nella formazione asiaghese: il ritorno di Gravel in porta, di Bousquet e soprattutto quello di Santino Pellegrino in attacco. Dopo aver letto l’annuncio su un quotidiano vicentino il giorno della gara, qualcuno pensa che possa essere soltanto uno scherzo visto che è il 1 aprile. Ma invece è tutto vero e le vere vittime del pesce d’aprile sono i giovani attaccanti asiaghesi che restano seduti in panchina a guardare un giocatore di 38 anni il quale ormai ha smarrito quella che negli anni d’oro era la sua caratteristica precipua: la velocità. La scelta di schierare Gravel implica la rinuncia ad un altro giocatore privo di passaporto italiano: Laplante e Kortelainen vanno in tribuna. Chissà se con il senno di poi Laporte non avrebbe tenuto tra i pali Marco Streit che stava disputando un’ottima stagione e schierato in attacco qualcuno che sapesse combinare qualcosa in più di questo Santino Pellegrino… La gara è logicamente molto sentita, trovandosi la serie sul 2-2 la quinta partita è fondamentale. Il primo tempo non può che essere tiratissimo con poche occasioni da gol: a sbloccare il risultato ci pensa Terry Hollinger dalla blu verso la fine del periodo. Dopo l’intervallo il Milano preme e raddoppia con Nardella in powerplay. Lefebvre va vicinissimo alla terza marcatura colpendo l’incrocio dei pali, ma in gol ci va l’Asiago con Marchetti. Nel terzo tempo i padroni di
casa dilangano con Sjoegren che ribadisce in rete un disco respinto dal palo su tiro di Nardella e poi chiudono la partita con Cowie. Primo successo casalingo in questa serie ed importantissimo vantaggio dal lato psicologico per il Milano.
Due giorni dopo ad Asiago gara 6 potrebbe essere quella decisiva per il Milano. Laporte lo sa e punta tutto sugli attaccanti: in porta ritorna Streit e Gravel sta fuori assieme a Bergkvist. Il primo tempo è ancora una volta dominato dalla paura di non perdere. In apertura di secondo drittel va subito in gol l’Asiago con John Parco, a metà periodo giunge il raddoppio di Lecompte. Si va al secondo intervallo con l’impressione che ci si giocherà tutto due giorni dopo a Milano. Invece nel terzo tempo il Milano reagisce: prima segna con Lefebvre e poi inizia a premere sempre di più. A cinque minuti dalla fine Beattie pareggia: i giocatori asiaghesi ritengono abbia segnato con il pattino e chiedono l’annullamento, ma l’arbitro Bosio è deciso a convalidare. All’overtime stavolta non si assiste ad una non-gara, la partita c’è e la fa solo il Milano ma il gol non arriva. Ancora una volta ci sono i tiri di rigore a decidere. Il Milano è implacabile e su quattro tiri tre vanno a segno: Cowie, Beattie e Sjoegren. Muzzatti ferma Laplante, Kortelainen e Lecompte dovendosi arrendere solo a Bousquet. Esplode la gioia dei rossoblu sul ghiaccio e sugli spalti: è il secondo titolo consecutivo.

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