Questione di…feeling in NordAmerica

Questione di…feeling in NordAmerica

Con due mesi sul groppone, la lunghissima regular season traccia già i primi bilanci di una prima parte certamente da incorniciare; questa volta metteremo da parte le stats oppure i nostri consueti recap, parlando dell’affluenza di pubblico nei palafrigoriferi nordamericani.

Se la stagione on-ice è splendida per quanto concerne le team leader di Dallas, Montréal e NY Rangers al pari del funambolico Patrick Kane quale top scorer della Lega oppure del monumentale Hank Lundqvist quale goalie su livelli fantascientifici, ci sono aree e zone di influenza prettamente hockeystica che si distinguono considerevolmente dalle altre.

Se ovviamente in Canada l’Hockey è considerato religione, platee raffinate ed elitarie quali Montréal e Toronto fanno registrare il sold-out in questi primi due mesi per la gioia dei bagarini del paese della Foglia d’Acero, con la storica franchigia quebecois a riempire costantemente lo splendido Centre Bell con 21288 presenze, è seconda nella Lega con lo United Center di Chicago appena più capiente (21624) e addirittura al 109,8% di affluenza; Toronto (19308, quarta in questa classifica) si contraddistingue invece per un incredibile surplus col 102,6% di presenze all’Air Canade Center visti i biglietti riservati ai loggioni, costantemente esauriti e terza solamente dietro all’arena dello Stato dell’Hockey, con Minnesota a riempire incredibilmente al 105,9% di capienza interna dell’Xcel Energy Center di St.Paul.

Con Vancouver ed Ottawa a viaggiare sopra un ottimo 92% di affluenza media, nonostante sul ghiaccio Edmonton,Winnipeg e Calgary vivono alti e bassi costanti, la risposta del pubblico è sempre da applausi con continui tutti esauriti ad iniziare dall’MTS Centre dei Jets a registrare “soli” 15294 spettatori di media (24mi) ma col più piccolo palaghiacco della NHL, mentre per le franchigie dell’Alberta, in attesa delle nuove Arene in costruzione, si rasenta la perfezione, con lo storico Northlands Coliseum degli Oilers (casa della Dynasty di Gretzky e soci) a chiudere i battenti a fine stagione per la nuovissima Rogers Arena, al pari dello splendido progetto della nuova casa dei Flames in procinto di partire ed esser consegnato dopo il 2020.

Parlando di pensionamenti, anche la storica Joe Louis Arena di Detroit si avvia ad un degno saluto viaggiando sempre sul virtuale podio dell’attendance con 20027 spettatori, mentre le nuove affiliate della Lega (questione di giorni per l’ufficialità) Québec e Las Vegas, presenteranno le splendide Centre Videotron ed il lussuosissimo MGM-AEG Arena nella capitale mondiale del gioco d’azzardo, saranno certamente oggetto di grandi discussioni in termini di rese: se sul retour della storica Ville de Québec è garanzia in termini di spettatori, resta una incognita immensa per quanto concerne l’interesse che potrebbe suscitare l’hockey in latitudini non proprio hockeystiche.

Questione affrontata innumerevoli volte in termini di presenze, anche quest’anno sgomitano nei bassifondi della National Hockey League le “solite” Arizona, Florida e Carolina con la sorpresa in negativo della nuova casa dei NY Islanders con soli 12635 spettatori di media ed arena in quel di Brooklyn coperta solamente al 79,9%, lontanissimo anni luce da parterre gremiti: soliti stillicidi per pochi intimi invece in quel di Glendale (13278, 77,5%), Sunrise (13068, 76,7%) e Raleigh mestamente ultima con poco più di 10000 presente costanti al pari del 57,6% col pubblico a preferire decisamente basket, baseball e football americano.

Se ad esempio lo stesso posto in tribunissima per un match di cartello viene pagato meno di un quarto tra Montréal e Sunrise, ancor più significante è il divario della forbice con i posti del secondo anello a qualsivoglia latitudine con prezzi vertiginosi dal Madison Square Garden ai soli 20(!) dollari pagati nelle arene di ‘Yotes e Canes con continui rigonfiamenti di presenze da parte delle varie franchigie nella tristezza più assoluta di lacune immense; menzione particolare proprio per il tempio delle blueshirts col 200mo match dei Rangers da sold-out consecutivo dal 2011 nonostante i prezzi fantasmagorici dell’impianto di casa (ricordate i 1000 e passa dollari per le Stanley Cup Finals contro LA?) con medie superiori ai 2/300 dollari per posti “di secondo piano”.

Mantengono fede alla propria popolarità cittadina sia Pittsburgh sia Boston, con le bellissime sorprese rappresentate dal calore di Los Angeles, Tampa e Washington, dove lo sport più bello del mondo è riuscito a ricavarsi un gran bel pezzo di importanza nonostante l’agguerrita concorenza tra Majors, spiagge e popolarità.

Rimandiamo al link della ESPN con le percentuali di gradimento della Lega.

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