KHL: Medvedev contro tutti

KHL: Medvedev contro tutti

Sono passati pochi mesi dalla conquista della seconda Gagarin Cup consecutiva da parte della Dynamo Mosca, e si torna a parlare della KHL, questa volta però chi lo fa è la voce più autorevole, direttamente il Presidente Alexander Medvedev che in un intervista rilasciata ad un quotidiano russo, il Kommersant, paragonabile al nostro Sole 24 Ore, ha rilanciato il progetto KHL parlando del mondo hockeystico russo in toni molto decisi, lanciando critiche, nemmeno molto velate, al vecchio sistema sovietico, reo di cercare di mettere i bastoni tra le ruote all’intero movimento.

Il motivo principale dell’intervista è quello di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ovvero tutte le critiche che gli sono piovute al termine dei recenti campionati mondiali, con la prematura uscita della compagine russa ai quarti di finale, e che prontamente è stata manipolata ad hoc per dare addosso alla KHL, ma da chi? Medvedev è stato chiaro e perentorio, “quando si vince, bravi tutti, ma soprattutto la Federazione Russa e il Ministero dello Sport”, mentre “quando si perde e si fanno brutte figure la colpa è della KHL”. Il gioco del tiro al piccione non piace più al presidentissimo e pertanto continua nel suo sfogo, ammettendo che “già dal principio della rassegna iridata i segnali di allarme erano evidenti, mancava lo spirito di squadra e non c’era nessuna unità d’intenti, essenziali per la vittoria, e così fondamentalmente è stato, e già dal prossimo futuro Bilyaletdinov ha analizzato i motivi della disfatta per evitarne il ripetersi durante le prossime Olimpiadi di Sochi”.

Altra critica mossagli contro, è la mancanza di ricambi all’altezza dei top player, due esempi lampanti sono Malkin e Datsyuk, dei quali non si intravedono nemmeno le ombre alle loro spalle. La colpa? Nemmeno a dirsi, della KHL. Anche qui risposta chiara, i talenti non è che manchino, Tikhonov e Sipachev sono il futuro della Russia, altri ne arriveranno, ma “il problema sta a valle dell’intero movimento, se mancano i fondamentali la colpa non può essere implicata alla lega, ma alla mancanza di formazione, senso della posizione e tattica si possono correggere anche nel futuro, ma se mancano i fondamentali tecnici, allora il discorso è diverso, correggere questo gap è materialmente impossibile”.

Il punto saliente dell’intervista arriva ora: il problema dell’espansione della KHL, che sempre più viene vista abbandonare madre Russia, e dei maggiori introiti, a cui viene additata la poca trasparenza. La risposta al primo quesito va ricercata nella maggior ricerca di sponsor, di visibilità anche al di fuori dei confini, indipendentemente la lega sia sempre la KHL e pertanto a tutti gli effetti russa, si vuol cercare di farla diventare “pan-europea”, le new entry Vladivostok e Medveskak Zagabria hanno un peso diverso in questo caso, gli Admirals sono il team più ad est dell’intera lega e rappresentano un trampolino di lancio verso il far-east, le due Coree, Cina e Giappone si sono dette interessate all’argomento, soprattutto la Corea del Nord ha già dimostrato un concreto interesse e per voce stessa di Medvedev “l’hockey e la KHL rappresentano non solo uno sport, ma anche culturalmente e politicamente un modo per avvicinarsi ad altre realtà”. Il team croato, dalla sua, rappresenta invece il modo di concepire l’hockey dalla KHL, ovvero arene con grandi capacità, in grado di richiamare tifosi, perciò maggiori introiti, maggiore pubblicità, maggior richiamo per tutti.

Il tasto sul quale Medvedev batte è la critica che gli è stata mossa sulla poca trasparenza della lega, e qui il presidente si lancia in esternazioni dirette “l’hockey prima della venuta della KHL era uno sport periferico, la media di spettatori era di 4369 per gara, ora è di 6105 ed è al sesto anno consecutivo di incremento, posizionandosi al terzo posto come affluenza in Europa, dopo Svizzera e Germania, ma qui il problema è un altro, sorge perché gli impianti sono vecchi, anche se abbiamo dato un tempo limite entro il quale o i team si adeguano con nuove arene o spostamento degli stessi in altre città, o altrimenti verranno sostituite, altri esempi sono i futuri ingressi del team finnico del Jokerit, di casa alla Hartwall Arena con una capacità superiore ai 13.000 spettatori, anche se sorgono dubbi sulla prossima partecipazione per l’opposizione degli altri team della SM-Liiga, e del Lada Togliatti, gradito ritorno, che sta completando un’arena nuova di zecca seguendo i dettami impostigli dalla lega. La poca trasparenza sta nel fatto al momento è impossibile divulgare sia le entrate derivanti dagli sponsor che i compensi dei giocatori, il sindacato giocatori è contrario, ma ci si arriverà così come succede in NHL. Queste critiche sono mosse dai falchi della precedente gestione, che vorrebbero un ritorno al passato e non è un segreto che prima della KHL i rubli arrivati dagli sponsor non sono stati utilizzati per quello scopo, ancorchè comunque usati tutti. Idem chi vuole la riduzione dei giocatori stranieri o solo team russi, sempre loro, la vecchia guardia, che non capisce, o fa finta di non capire, che così facendo si diminuisce la competitività del torneo e la sua popolarità, tanto che gli incontri clou sono stati seguiti da oltre 40 milioni si spettatori in territorio sovietico ed anche al di fuori dei confini, basti pensare l’interesse riscosso durante il recente lockout NHL, un motivo poteva essere il fatto di avere sul ghiaccio i migliori giocatori, ma anche dopo, l’interesse è continuato, durante i playoff, con le tv nordamericane che hanno trasmesso la serie finale della Gagarin Cup, sottolineando il livello di hockey elevato messo in mostra, ed ora anche in territorio europeo avremo visibilità grazie ai recenti accordi per il lancio di Viasat Hockey Finland che trasmetterà gli incontri della KHL. Ciò però sul quale i detrattori maggiormente hanno da ridire, è la presenza all’interno del movimento di ex-giocatori, come i vari Mogilny, Fetisov, Petrov, Mikhailov, Kamensky, Bykov e via discorrendo, sui quali sia la Federazione che il Ministero dello Sport non hanno “potere”, però nel contempo hanno una notevole professionalità che viene messa al servizio della KHL stessa, e non dilettantismo come all’interno dei due precedenti apparati, Tretiak a parte”.

Le ultime parole dello stesso Medvedev nell’intervista riassumono la morale ed il momento dell’hockey di casa “non c’è nessuna guerra in corso con Tretiak, Presidente della Federazione Russa di Hockey, RFH, quel che dico è che ognuno dovrebbe pensare ai propri problemi e provare a risolverli, noi siamo aperti ad ogni discussione con tutti, pur se al momento non c’è nulla su cui discutere, la verità sta dalla nostra parte”.

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