Stanley Cup Finals 2012: i Kings alzano la loro prima Stanley Cup

Stanley Cup Finals 2012: i Kings alzano la loro prima Stanley Cup

Los Angeles entra nell’Olimpo dei campioni. L’impresa è compiuta e i Kings conquistano la prima Stanley Cup della loro storia: dopo essere stati in vantaggio per 3 a 0 nella serie contro i Devils, Brown e compagni hanno sudato più del previsto per mettere le mani sul trofeo di Lord Stanley, ma nonostante il mancato “sweep” e la quasi riuscita rimonta dei Devils, lo Staples Center ha finalmente potuto dare il benvenuto alla coppa. Una gara 6 dove non c’è stata storia, con i Kings che hanno annientato i Devils con un sonoro 6 a 1 che porta la firma del capitano Dustin Brown.

Devils @ Los Angeles 1 – 6 [0-3; 1-1; 0-2] / Kings vincono la serie 4 – 2 e si aggiudicano la Stanley Cup
Il gioco lo prendono subito in mano i padroni di casa, che dopo due minuti rischiano già di passare in vantaggio, ma Brodeur è bravo a controllare tutto in mischia: il goalie ospite si dimostra pronto anche in occasione di un potente slap dalla blu di Voynov. Los Angeles preme sull’acceleratore ed è King a non riuscire a trovare il colpo vincente dopo un rebound concesso da Brodeur. I Devils cercano di uscire dal guscio e Henrique impegna Quick con un tiro dallo slot. Poco prima del giro di boa della prima frazione i Kings vanno ancora vicini al vantaggio, con un’azione fotocopia che in gara 5 aveva portato al gol di Parise: errore di Brodeur in uscita, ma in questo caso Williams non è abbastanza veloce nell’effettuare il “wraparound”. Ma il goal è solo questione di minuti e viene favorito dal lungo powerplay a favore di LA scaturito dalla penalità partita inflitta a Steve Bernier, reo di una carica scorretta ai danni di Rob Scuderi: al minuto 11:03, dopo una lunga serie di tentativi, Dustin Brown trova la deviazione vincente sul tiro di Doughty e porta i suoi sull’1 a 0. Galvanizzati dall’urlo “Go Kings Go” dello Staples Center al 12:45 Brown trova persino il raddoppio: sempre in powerplay il capitano dei Kings si accentra e scarica un polsino che si spegne alle spalle di Brodeur, che pure aveva toccato il puck. I Devils subiscono pesantemente il micidiale 1-2 dei Kings, che trovano così anche il terzo gol ancora nel powerplay causato dalla penalità di Bernier: al 15:01 King prova la percussione, mette il disco al centro e l’errore di Brodeur che non blocca permette a Lewis di infilare a porta vuota. Il primo tempo termina con un tentativo da buona posizione di Carter, ma questa volta Brodeur è attento.

I Devils devono cercare la reazione nella seconda frazione, ma la tegola arriva subito: al 21: 30 Brown serve da dietro la porta Carter, che centra il sette con un polsino di precisione chirurgica. Piccola nota di colore: nell’occasione Volchenkov e uno degli arbitri si scontrano, rimediando entrambi una ferita al labbro. Devils assolutamente non pervenuti, che continuano a subire le azioni offensive dei Kings: Penner non riesce a capitalizzare un bell’assist di Richards, mancano così il 5 a 0. E’ lo stesso Penner poco dopo che ha sulla stecca un’altra grande occasione, ma Brodeur gli nega la gioia del goal. I Kings controllano tranquillamente la partita e le avanzate avversarie latitano: Quick esalta i suoi riflessi però su un tiro deviato davanti alla sua porta. Il nervosismo dei Devils contagia anche i Kings, che concedono alcune penalità e non si tirano indietro nelle cariche. Al 38:45 New Jersey accorcia le distanze, grazie a Henrique che è più lesto di tutti a capitalizzare in rete un puck vagante nella mischia davanti a Quick.

Terzo tempo e si aspetta ormai solo la sirena finale, con i Devils troppo nervosi e demoralizzati per trovare la reazione a recuperare uno scarto di tre goal e i Kings attenti a non concedere nulla agli avversari. A quattro minuti dalla fine arriva il disperato tentativo di coach Peter DeBoer, che toglie Brodeur per un sesto uomo di movimento: anche l’ultima spiaggia però svanisce, con Lewis che al 16:15 trova l’empty net goal che vale il 5 a 1. E’ festa grande sugli spalti e nella panchina di casa: alla sagra del goal intanto partecipa anche Greene, che da distanza improponibile centra il tassello vincente approfittando di un Brodeur decisamente disattento. Arriva così la sirena finale e “Kings are the Kings”: tocca a capitan Dustin Brown ad alzare per primo la Stanley Cup, mentre Jonathan Quick viene meritatamente eletto Mvp di questi playoff, vincendo così anche grazie ai tre shutout il Conn Smythe Trophy.

Spettacolare la cavalcata dei Kings in questi playoff: qualificati come ottavi nella Western Conference, hanno prima annientato i vincitori del President Trophy dei Vancouver Canucks per 4 a 1, investendo in pieno anche i secondi classificati della Western dei St Louis Blues con un sonoro 4 a 0, vincendo infine la finale di Conference contro i Coyotes con un altro pesante 4 a 1. Solo ai Devils Los Angeles ha dovuto cedere due gare, ma per vincere la coppa allo Staples Center probabilmente ne è valsa la pena. Intanto New Jersey è stretta intorno a Martin Brodeur: arriverà il suo addio all’hockey? Uno dei goalie che ha fatto la storia della Nhl e dei Devils potrebbe appendere i pattini al chiodo, dopo 19 anni a Newark dove ha vinto la bellezza di tre Stanley Cup (1995, 2000 e 2003): è mancata l’ultima, quella che forse sarebbe stata la più bella. Ma contro questi Kings c’era davvero poco da fare.

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