Paolo Bustreo: «Il 30 marzo 2011 a Vipiteno ha vinto lo sport»

Paolo Bustreo: «Il 30 marzo 2011 a Vipiteno ha vinto lo sport»

Il Vipiteno torna in Serie A1 e accede alla massima Serie da Campione cadetto. L’anno scorso, alla rinuncia dell’Appiano, la squadra dell’alta Val d’Isarco presentò alla Lega la richiesta di iscrizione al massimo Campionato; la successiva Assemblea delle Società la respinse dando il via ad una serie di azioni che portò i Broncos alla sua fuoriuscita dalla LIHG unitamente al Bozen 84, il quale avrebbe dovuto fungere da suo farm team in A2. Uno dei giocatori più amati dalla tifoseria vipitense, soprattutto quella femminile, è Paolo Bustreo; l’attaccante ventottenne, compiuti alla vigilia della partita che ha regalato il titolo di A2, racconta in che modo i Broncos hanno colto il successo.

Dopo due anni di nuovo Campioni e con l’obiettivo dichiarato di salire in A1.

Quando cominci una stagione, in qualsiasi categoria, è sempre difficile vincere il titolo. L’obiettivo era sicuramente la vittoria, ma come tutti sappiamo ci vogliono diversi fattori per raggiungere il traguardo.
Serve una società solida e organizzata, servono degli stranieri “in gamba” dentro e fuori dal ghiaccio, serve la coesione del gruppo, degli ottimi giocatori locali e qualche innesto mirato; tutte cose che a Vipiteno non sono mancate.
Ma oltre a tutto ciò ci vuole la mentalità vincente e questa non si insegna. Lo spirito di sacrificio, la voglia di non essere mai soddisfatti dei risultati che mano a mano si raggiungono.
La vittoria di quest’anno ha sicuramente tutto un altro sapore rispetto a quella conquistata a Valpellice. Quell’anno il Vipiteno arrivava da una stagione precedente non molto fortunata, con molti giovanissimi che dovevano “farsi le ossa” e con diverse incognite su una squadra, per alcuni aspetti, da amalgamare e far crescere. Per questo nessuno avrebbe mai pensato di vincere il Campionato e per questo forse è stata una piacevole sorpresa su cui non molti ad inizio stagione avrebbero scommesso.
Il clima su cui si è costruita la vittoria di quest’anno è stato molto molto molto diverso. Abbiamo giocato con un obiettivo MINIMO che si chiama “Titolo di Serie A2”, con tutte le conseguenze che comporta. La Squadra arrivava da un’estate complicata fatta di burocrazia e uffici più che di sport, dove tutti erano nervosi e stressati da questa polemica e questo ostruzionismo senza fine. Di conseguenza il clima con cui si è partiti non era sicuramente dei più rilassati e tranquilli per affrontare serenamente la stagione.
Questo Titolo rappresenta il riscatto, la rivincita, lo sport, quello vero, quello giocato sul ghiaccio, il premio strameritato, la consapevolezza, l’orgoglio e il giusto epilogo di tutto ciò che è successo l’estate scorsa. Se lo merita la società, lo meritiamo noi giocatori e lo merita la città di Vipiteno.
Il 30 marzo 2011 a Vipiteno ha vinto lo sport.

Nei quarti contro Merano hanno provato a metterti KO senza riuscirci. La forza di volontà ha superato ogni ostacolo?

Si ci hanno ben provato, ma il “vecchio” ha la pellaccia dura. Per fortuna l’infortunio non era così grave e con ottima fisioterapia e un tutore sono riuscito a rientrare già nell’ultima gara della serie. La forza di volontà e la voglia di esserci fanno guarire molto più in fretta.

Dai playoff è uscita una squadra trasformata da quella vista nell’ultima parte della regular season. Qual è stata la vera forza dei Broncos?

Si sentivano diverse voci che dicevano che la nostra squadra non era così competitiva per vincere il campionato, che mancava il gioco. Io in merito a questo ho sempre detto a chiunque che la regular season non conta niente. Serve solo per riempire giornali e forum di lunghi e ostentati elogi. Poi arrivano i playoff e la musica cambia. La nostra squadra ha carattere e questo si vede nei momenti che contano. Io sapevo che nei playoff avremmo fatto bene. Vincere? quello non si può mai dire, anche perché il Gardena era sicuramente un avversario difficile da superare e “sulla carta” più quotato di noi (questo lo dicono gli altri).
La vera forza dei Broncos è lo spogliatoio. Io ho avuto occasione di giocare in diverse squadre, ma uno spogliatoio come il nostro non credo si possa trovare da un’altra parte. I giovani (ovvero tutti) sono veramente in gamba dentro e fuori dal ghiaccio e gli stranieri sono riusciti ad integrarsi nel gruppo e a capire le dinamiche interne diventando in poco tempo parte della squadra.

Un anno fa in un’altra intervista affermasti che la Serie A1 è un valore aggiunto per i giovani. Ora avranno la possibilità di mettersi maggiormente in mostra anche in chiave Nazionale. Sei d’accordo?

Sono d’accordissimo e ribadisco ciò che avevo dichiarato l’anno scorso. Questi ragazzi hanno il diritto e meritano di essere presi in considerazione per la Nazionale maggiore. Con l’arrivo in A1 avranno maggiore visibilità. Questa promozione sarà il passaggio naturale per continuare il processo di maturazione sportiva della società e del gruppo.

Pensi che dopo tutte le vicissitudini dell’estate scorsa, il Vipiteno possa trovare ancora ostacoli sulla strada dell’iscrizione in Serie A1?

Spero di no. Prossima domanda…

Il prossimo anno ti vedremo ancora con la maglia dei Broncos?

Non so se mi vogliono ancora… dovresti chiedere al nostro Presidente. Io sto benissimo qui, perché dovrei cambiare? E poi scusa una cosa, sai che gusto dopo tre anni in A2 e due titoli, giocare nella massima serie da Neo Promosso con la mia squadra e i miei amici? Questo ha un sapore che non ha paragoni. Poi per l’amor di Dio nella vita non si sa mai.
In ogni caso è la società che decide, ma non dovrebbero esserci problemi. E poi qui sono un “Italo-tirolese”….. vorrà pur dire qualcosa…

 

Si ringrazia la Società SSI Sterzing Broncos Vipiteno e Paolo Bustreo per la collaborazione.

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