Tucker vuole l’Italia

Tucker vuole l’Italia

HockeyTime: Ciao John, hai lasciato l’Italia dopo essere stato sulla panchina Asiaghese, come mai non ha avuto seguito questa avventura? Puoi raccontarci a cosa ti sei dedicato quest’anno?

John Tucker:Prima di tutto vorrei dire che mi sono divertito veramente tanto ad allenare l’Asiago! Mi sono sentito immediatamente a casa e questo mi ha facilitato. La mia “familiarità” con i giocatori italiani e con il campionato stesso ha reso questa avventura molto facile e godibile. Purtroppo ero arrivato a stagione ormai compromessa e probabilmente, con più tempo a disposizione, avremmo potuto migliorare il nostro piazzamento.
Sfortunatamente ho dovuto lasciare il lavoro per motivi di tempo: mia figlia è entrata alla scuola maggiore mentre mio figlio ha iniziato a giocare ad hockey ed abbiamo, quindi, deciso di tornare insieme in America.
Lasciato Asiago sono ritornato in Florida; sono un ospite fisso del canale televisivo dei Tampa Bay Lightning, nonché direttore del club delle “vecchie glorie” dei Tampa Bay Lightning. Inoltre sono il presidente del club giovanile dei Tampa Bay Lightning che è un organizzazione che riunisce più di 200 famiglie: i miei compiti all’interno dell’organizzazione sono di reclutare i ragazzi, sponsor e allenare tutti i giocatori dagli 8 ai 18 anni. Inoltre, sta partendo un progetto con il giocatore NHL Martin St.Louis con il quale sto aprendo una scuola che prende come obiettivo l’allenamento fuori ghiaccio.

HT:Hai avuto la possibilità di seguire il campionato italiano? Lo sai che il Milano non si iscriverà al prossimo campionato? Puoi farci un tuo commento visto che hai giocato anche con la squadra meneghina?

JT:Come sempre, ho seguito l’intera stagione e sono stato contento che il Bolzano abbia vinto soprattutto per la presenza di Jon Pittis, giocatore che io ho allenato ad Asiago.
Sono rimasto molto sorpreso dalla chiusura del Milano; da sempre il capoluogo lombardo è stato al centro dell’hockey italiano: squadre come la Saima o i Devils hanno fatto la storia del nostro sport. Sono fiducioso che a Milano tornerà una squadra molto presto.

HT:John hai visto i mondiali gruppo ‘A’ svoltisi lo scorso Maggio in Canada? Ti ha sorpreso la retrocessione della nazionale Italiana? Cosa non ha funzionato secondo te? C’è qualcosa che si può fare per risalire al più presto?
Hai mai avuto la possibilità di allenare una nazionale? E’ un ruolo che ti affascina e saresti disposto, un giorno, a guidare la nazionale italiana? Su cosa si baserebbe il tuo stile di allenamento in una nazionale e cosa pensi di poter portare al “sistema”?

JT:Ho seguito i Mondiali e ho visto tutte le partite dell’Italia dal momento che il torneo si è svolto in Canada. Sono rimasto molto sorpreso dell’esito finale per il ‘Blue team’: so che i giocatori italiani hanno un grande cuore e lavorano al proprio massimo… la squadra era molto buona ma forse poteva essere motivata di più.
Sarei molto contento di essere preso in considerazione per un ruolo nella nazionale Italiana e credo di avere un esperienza sufficientemente buona. Ho avuto, e tuttora ho a che fare con giocatori, scouts, allenatori e ho anche esperienza nel reclutamento giocatori; ho molti contatti in NHL e avrei l’aiuto di molte persone; ho giocato ed allenato in Europa ed anche in Asia, quindi conosco molto bene lo stile di gioco europeo. Durante il mio periodo in Giappone ho fatto amicizia con il coach della nazionale giapponese e dai suoi racconti mi ha sempre entusiasmato l’idea di guidare una nazionale.
Il mio stile da allenatore è basato sulla forte motivazione dei giocatori, e sul gioco veloce sia difensivo che offensivo.
Chiunque ricordi il mio stile di gioco può trovare molte similitudini con il mio stile da allenatore: giocare con cuore, determinazione e “fuoco”. Questo è quello che io ho dato all’hockey ed è quello che mi aspetto dalla mia squadra, niente di meno di questo.
Mi piacerebbe, inoltre, lavorare per la nazionale Italiana perchè, malgrado i 12 anni trascorsi in NHL, gli anni più belli li ho trascorsi in Italia. Mia moglie ed io vogliamo che i nostri figli abbiano lo stesso amore e lo stesso rispetto che noi abbiamo per l’Italia. Veniamo in visita praticamente tutte le estati e ci piace molto la comunità di Asiago: ci sono belle persone come ad esempio il mio grande amico Guido Tessari, una delle persone migliori che ho incontrato nella mia vita; si è preso molta cura di me nel 1991 e continua a farlo ancora oggi!
Quest’anno saremo nuovamente ad Asiago a Luglio quando collaborerò all’allenamento delle squadre giovanili e dei giocatori locali.

Si ringrazia John Tucker per la cortese disponibilità

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