Lo Zell am See vince, in rimonta, una gara che l’ha vista – sempre – rincorrere il risultato. La partita più valida agonisticamente che bella dal punto di vista tecnico, tiene inchiodati alla visione spettatori e commentatori fino alla sirena finale e l’esito è incertissimo fino al sessantesimo.
La vittoria dello Zell am See regala agli austriaci il primo vantaggio nella serie di finale, una condizione che consentirà al Team guidato dal Marcel Rodman di giocarsi con una certa tranquillità il prossimo match esterno previsto per domenica sera, proprio nella città che ha dato i natali al suo Allenatore.
A dispetto di una leggera superiorità degli austriaci, il primo tempo si chiude con il vantaggio degli ospiti, bravi a capitalizzare l’unica vera azione offensiva da loro costruita nei primi venti minuti di gioco. La prima parte del primo drittel è molto “tattico”, con entrambe le formazioni più attente a non prenderle che a creare. Per vedere la prima occasione da gol bisogna attendere sette minuti, quando Robin Johansson mette il disco nello slot per Niklas Huard che cerca – invano – nell’uno contro zero, di superare l’attento Zan Us. Lo Zell am See continua a fare la partita ma opportunità eclatanti per andare in vantaggio non arrivano. Gli sloveni escono dal guscio negli ultimi minuti ed a 130 secondi dalla sirena trovano il gol. La segnatura è tutta merito di Erik Svetina. Il venticinquenne attaccante sloveno chiede ed ottiene triangolo con Nejc Brus e, ricevuto indietro il puck, si porta davanti al portiere che riesce a superare con una finta, mettendo poi il puck a filo del secondo palo.
Nel secondo tempo lo Zell am See su una velenosa ripartenza subisce – anche – lo 0:2. Poi, dopo aver rischiato di affogare subendo il terzo gol, riesce a rimontare il doppio svantaggio in cinque minuti grazie al prezioso apporto di due tra i suoi migliori “Legionari”.
La frazione di mezzo inizia con il gol del doppio vantaggio per gli ospiti. Jack Lyons servito da Jasa Jenko va via in controfuga. Martin Bohinc, allargato sulla sua sinistra, ne accompagna l’azione ma quando il terzino canadese entra nel terzo, invece di passare il disco al compagno, lascia partire un slap-shot che si insacca in fondo alla gabbia di Zimmerman. Al 29:10 arriva anche il primo power play del match. Slibar Ozbe per una bastonata viene mandato in panca puniti. Gli Orsi polari cercano di accorciare le distanze ma il loro “giro del disco” è troppo lento e Martin Bohinc è lesto a catturare il possesso della pastiglia nera ed ad involarsi verso Zimmermann che in 1 vs 0 salva letteralmente i suoi dalla debacle parandone la conclusione. Sul prosieguo del Power Play con un tiro da posizione angolata, dalla sinistra della gabbia, Matt McLeod accorcia le distanze e cinque minuti più tardi è lo svedese Robin Johansson ad incendiare la Ke Kelit Arena col gol del 2:2 che riapre – un po’ a sorpresa – la gara.
Lo Jesenice parte benissimo nel terzo drittel e dopo appena un minuto e mezzo rimette fuori la testa. Il gol nasce da una bella azione dietro la porta di Martin Bohinc che completa il giro-porta mettendo il disco a fil di palo. Il puck resta libero ed il primo ad intervenire è Jasa Jenko per il quale spingere la pastiglia nera dietro la linea rossa è un lavoretto facile facile. Gli Orsi Polari di fronte al gol che potrebbe avere l’effetto di un uppercut in grado di stendere un toro, hanno il merito di non sgonfiarsi e di continuare a giocare. Avviene così che a sette minuti e mezzo dalla fine, i giallo-blù trovino il pareggio. La segnatura è una vera e propria invenzione di Christian Jennes che, da posizione angolatissima, segna con un tiro di rovescio. Il Gol riporta fiato e speranza al pubblico di casa ed i loro beniamini, a 76 secondi dalla fine, colgono, infine, il frutto del loro lavoro. La rete la segna uno dei migliori (se non il migliore) cecchino di questo torneo. Un giocatore bravo a farsi trovare sempre al punto giusto nel momento giusto. Ecco che da un tiro ravvicinato di Max Wilfan nasce un rimbalzo sul portiere che fa andare il disco sul centro, a pochi metri dalla porta, dove, per Aljaz Predan (uno sloveno nato 24 anni fa a Ptuj – la Pettau dell’epoca Imperiale Asburgica) segnare è quasi un obbligo. Gli sloveni – raggiunti tre volte e superati proprio al fotofinish – non ci stano a perdere ed a 44 secondi dalla fine, provano anche la mossa dell’extra attacker al posto del portiere Zan Us. A 22 secondi dalla fine con il disco dietro alla gabbia (vuota) slovena, Leon Widhalm trattiene un avversario e si prende una (sciocca) penalità che fa tremare i suoi per il periodo che li separa dalla sirena. Ma la difesa austriaca non molla e la squadra di casa conclude felicemente la gara portandosi avanti nella serie ed attendendo con una certa fiducia il prossimo impegno in programma domenica sera in terra slovena.
Finale Gara FG3: Giovedì 10 aprile 2025 – Ore 19:30 – KeKelit Arena Zell am See
EK Die Zeller Eisbären – HDD SIJ Acroni Jesenice 4:3 (0:1, 2:1, 2:1)
Tiri in Porta: 32:28 (9:7 – 13:10 – 10:11) – Spettatori: 2,539 – PIM: 4:4.
Arbitri: BULOVEC Miha e SNOJ Tadej; Giudici di Linea: WEISS Alexander e WUCHERER Gerald.
MARCATORI: 17:50 0:1 JES Erik Svetina (Nejc Brus – Jaka Sturm); 22:15 0:2 JES Jack Lyons (Jasa Jenko – Luc Slivnik); 31:04 1:2 PP1 EKZ Matt McLeod (Niklas Huard – Kilian Rappold); 36:25 2:2 EKZ Robin Johansson (Matt McLeod – Devin Steffler); 41:34 2:3 JES Jasa Jenko (Martin Bohinc – Jack Lyons); 52:36 3:3 EKZ Christian Jennes (Aljaz Predan – Maximilian Egger); 58:44 4:3 EKZ Aljaz Predan (Maximilia Wilfan – Leon Widhalm).
(nella foto in evidenza Aljaz Predan)