L’Italia e l’obiettivo salvezza – 3a parte

L’Italia e l’obiettivo salvezza – 3a parte

Pat Cortina

Lo stesso format venne riproposto anche ai Mondiali 2001 ospitati dalla Federazione tedesca, evitare il Relegation Round per gli uomini di Pat Cortina, neo coach subentrato ad Insam, era fondamentale; incassate le sconfitte da Russia (7-0) e Canada (3-1), l’avversario da domare questa volta era la Norvegia, anch’essa a zero punti in classifica, il miglior quoziente reti degli Azzurri consentiva loro anche l’opzione pareggio: la partita rimase in bilico fino al 47’, sul punteggio di 2-2 i goal in sequenza di Tony Iob e Chris Bartolone diedero fin troppa tranquillità all’Italia che, nel finale, pagò con i goal di Tommy Martinsen e Tore Vikingstad due distrazioni di troppo. Ricompattatisi gli uomini capitanati da Zarrillo riuscirono a chiudere il match sul 4-4 e a centrare l’obiettivo salvezza. Tra i terzini utilizzati da Cortina c’era anche Rucchin, il quale un anno più tardi non riuscì a vincere la partita più importante contro un tumore che presentò l’amaro conto.
I Mondiali svedesi del 2002 segnarono la retrocessione dell’Italia, si chiuse così un ciclo che fotografava anche un movimento hockeistico da tempo agonizzante.

Il Gruppo A riaccolse la Nazionale italiana nel 2006 che, sotto la direzione di Mickey Goulet, chiuse la prima fase senza successi; dirottata nel Relegation Round non poté utilizzare Iob, squalificato tre giornate a causa di una rissa con l’ucraino Vadym Shakhraychuk nell’incontro precedente. Nonostante qualche acciaccato in difesa, il Girone si aprì con il successo sul Kazakistan (3-2), la pesante sconfitta subita contro la Danimarca (0-5), mise in grande pericolo la permanenza tra i top team: a pari punti con i kazaki, la differenza reti penalizzava il Blue Team (-4 contro il +4 degli asiatici); era necessario battere la Slovenia, o in alternativa, pareggiare qualora i danesi avessero battuto il Kazakistan. In pista i danesi non confezionarono biscotti, mentre l’Italia dovette far fronte ai primi 25’ di gioco da dimenticare, durante i quali la difesa fu trafitta da Ales Kranjc, Anze Kopitar e Dejan Kontrec. Sostituito Jason Muzzatti con il giovane Thomas Tragust, Luca Ansoldi accorciò le distanze; la rimonta fu completata nel terzo tempo: l’attaccante meranese mise a segno il secondo goal personale, quando la gara sembrava destinata a concludersi a favore della Nazionale slava, a 99 secondi dalla fine Michele Strazzabosco tirò fuori dal cilindro un tiro millimetrico che gonfiò la gabbia avversaria e mandò in visibilio i tifosi italiani.

“Segnare un gol così decisivo regala emozioni incredibili – dichiara il terzino asiaghese a Michele Bolognini, addetto stampa FISG –. Abbiamo giocato meglio della Slovenia, e siamo stati bravi a non perdere mai di vista l’obiettivo, cercando di continuare a lavorare durante tutta la partita per recuperare passo dopo passo le tre reti di scarto”.

Le coronarie dei tifosi Azzurri vennero nuovamente messe alla prova un anno più tardi in Russia; ancora una volta centrare la salvezza nella prima fase del torneo era prioritario: persi i confronti con Svezia (1-7) e Svizzera (1-2), gli uomini capitanati da Chitarroni si giocavano buona parte del Mondiale contro la Lettonia, anch’essa al palo con zero punti in classifica. Abolito il pareggio dalla IIHF, il successo era l’unica opzione: senza Muzzatti a difesa della gabbia, il compito di sbarrare la strada ai lettoni toccò a Günther Hell; la gara fu palpitante e le superiorità numeriche complici nei primi due goal: Lauris Darzins aprì le marcature al 14’51” sfruttando un rebound su un tiro di Olegs Sorokins, Jason Cirone annullò il vantaggio lettone al 23’03” con un’azione simile a quella del goal degli avversari. I baltici replicarono al 51’43” con Kaspars Daugavins dimenticato dalla retroguardia italiana, ma Ansoldi e Borgatello, nel giro di un minuto, cambiarono il punteggio a favore dell’Italia; un’altra amnesia della difesa 28” più tardi costò la rete del 3-3 di Darzins che mandò le due squadre all’overtime. A 50” dai tiri di rigori Signoretti, saltati alcuni avversari, servì a Cirone il disco che valse la salvezza.

“E’stata una grande partita – afferma l’attaccante italocanadese a Hockeytime.net –. Non mi ricordo di aver mai giocato una partita del genere, l’emozione è veramente tanta, non ho neanche le parole. Abbiamo dato il meglio di noi, non dovevamo avere paura di nessuno e ce l’abbiamo fatta”…“Il mio gol non potevo non farlo: su un bel passaggio di Signoretti mi sono trovato il portiere a terra e ho tirato subito. Fortunatamente il disco è entrato!”

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