PyeongChang 2018: l’O.A.R. strappa l’oro alla Germania all’overtime

PyeongChang 2018: l’O.A.R. strappa l’oro alla Germania all’overtime

Ventiseianni dopo Albertville 1992, la Russia (sotto la denominazione di Olympic Athletes from Russia) si mette al collo la medaglia d’oro al termine di un’incredibile finale contro la Germania. I tedeschi sfiorano l’impresa nel terzo tempo, sfumata a 56” dalla sirena dei tempi regolamentari, ma si devono accontentare della medaglia d’argento: il risultato migliora i due terzi posti ottenuti a Lake Placid nel 1932 e Innsbruck nel 1976.

Partenza ad handicap per l’O.A.R. causa penalità comminata ad Andronov; scontata la pena, i russi iniziano a premere in avanti andando a concludere in breve tempo con Grigorenko, Mozyakin e Telegin. Dalla parte opposta il gioco tedesco è caratterizzato da molto fraseggio: solo all’8’ gli uomini di Sturm giungono ad una doppia conclusione con Fauser e Ehrhoff. In difesa tengono testa agli avversari anche in situazione di uomo in meno: Aus den Birken sventa i tentativi ravvicinati di Kaprizov e Datsyuk; il portiere tedesco diventa un incubo anche per Gusev, il cui tiro centrale e potente è respinto dai gambali. All’ultimo assalto del periodo il missile di Voinov dalla media distanza scardina la difesa teutonica.

Nei primi minuti del secondo tempo la Germania cerca il pareggio con Mauer davanti allo slot; i russi riprendono subito il controllo della partita, il forechecking non va oltre la traversa colpita da Kablubov, nel capovolgimento di fronte Schutz pareggia con la complicità di Koshechkin che non trattiene il disco. L’O.A.R. ha subito la possibilità di rimediare con il power play che non trova sbocchi, ma col trascorrere dei minuti si assiste ad una loro pericolosa involuzione dalla quale i tedeschi provano a trarne profitto con Kahun  e Hagen.

Chi si attende una Russia aggressiva nel terzo tempo deve ricredersi, perché è la Germania a dettare i ritmi di gioco e sfiorare il vantaggio con Plachta; gli uomini di Znarok si affidano allo spunto in contropiede di Telegin, ma è solo nella seconda parte della frazione di gioco, puntando sulla velocità, che gli ex sovietici non sono più in balìa degli avversari: l’azione più pericolosa è quella di creata da Barabanov il cui taglio orizzontale non è finalizzato da Kovalchiuk. Pochi secondi più tardi Gusev con un’iniziativa personale infila il puck nell’unico varco possibile tra portiere e traversa. Neanche il tempo di esultare e la Germania pareggia immediatamente con la  discesa di Ehliz, proseguita con il backhand di Mauer da dietro la gabbia tramutato in goal da Kahun per vie centrali. La Germania potrebbe passare in vantaggio con il contropiede di Mauer, tutto è rimandato al 56.44 con il goal di Jonas Muller maturato da una ripartenza innescata da Ehliz. Lo sgambetto di Kalinin complica i piani dei russi: seppur in inferiorità Znarok toglie il portiere per l’uomo di movimento in più, Gusev rimedia con una palettata depositando il disco alle spalle di Aus Den Birken.

Nel supplementare i russi impongono il proprio gioco, se la Germania riesce raramente ad avvicinarsi a Koshechkin, dalla parte opposta si fatica ad impegnare il goalie avversario. Con il passare dei minuti i tedeschi ingabbiano l’O.A.R. nel loro terzo difensivo impedendogli d’impostare azioni d’attacco. La partita potrebbe essere chiusa da Kovalchiuk in contropiede: l’attaccante, messo a sdraiare Aus den Birken, non alza abbastanza il puck che finisce sul gambale. L’autolesionismo di Reimer  (bastone alto) è pagata dai teutonici con il goal risolutivo di prima intenzione di Kaprizov.

O.A.R. – Germania 4-3 ot (1-0; 0-1; 2-2; 1-0)
O.A.R.: Vasili Koshechkin (Ilya Sorokin); Vladislav Gavrikov – Vyacheslav Voinov – Sergei Andronov – Bogdan Kiselevich – Nikita Nesterov – Artyom Zub – Andrei Zubarev – Yegor Yakovlev; Sergei Andronov – Sergei Kalinin – Ilya Kovalchuk – Pavel Datsyuk – Kirill Kaprizov – Nikita Gusev – Sergei shirokov – Nikolai Prokhorkin – Alexander Barabanov – Ivan Telegin – Sergei Mozyakin – Mikhail Grigorenko – Ilya Kablukov. Coach: Oleg Znarok
Germania: Danny Aus Den Birken (Timo Pielmeier); Daryl Boyle – Christian Ehroff – Jonas Muller – Yannic Seidenberg – Frank Hordler – Moritz Muller – Bjorn Krupp; Brooks Macek – Marcel Goc – Marcel Noebels – Patrick Reimer – Patrick Hager – Felix Schutz – marcus Kink – Frank Mauer – Dominik Kahun – Matthias Platcha – Yasin Ehliz – Gerrit Fauser – David Wolf. Coach: Marco Sturm
Arbitri: Mark Lemelin (U.S.A.) e Aleksi Rantala (Finlandia) Linesmen: Jimmy Dahmen (Svezia) e Sakari Suominen (Finlandia)
Penalità: O.A.R. 4 (2/0/2/0) – Germania 6 (2/2/0/2)
Tiri: O.A.R. 30 (12/9/7/2) – Germania 25 (6/8/10/1)
Marcatori: (1-0) 19.59 Vyacheslav Voinov (Nikita Gusev – Kirill Kaprizov); (1-1) 29.32 Felix Schutz (Brooks Macek – Patrick Hager); (2-1) 53.21 Nikita Gusev (Kirill Kaprizov); (2-2) 53.31 Dominik Kahun (Frank Mauer – Yasin Ehliz); (2-3) 56.44 Jonas Muller (Yasin Ehliz – Frank Hordler); (3-3) 59.04 Nikita Gusev (Kirill Kaprizov – Artyom Zub) SH EA; (4-3) 69.40 Kirill Kaprizov (Nikita Gusev – Vyacheslav Voinov) PP
Spettatori: 5.075

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