Il precedente con la Romania

Il precedente con la Romania

In occasione dei Mondiali riportiamo alla luce antiche battaglie degli uomini che hanno lottato per la maglia Azzurra. Uno spaccato con cui vogliamo narrare la storia della Nazionale e far conoscere ai lettori le gesta di campioni e accadimenti sconosciuti o dimenticati.

Contro la Romania, dopo i successi negli anni pionieristici, l’Italia inanellò cinque sconfitte consecutive nel secondo dopoguerra, interrotte dal pareggio per 5-5 ottenuto nel Mondiale di Gruppo B del 1976 disputato in Svizzera ad Aarau.
La spedizione azzurra fu composta dai portieri Franco Viale (Cortina) e Giorgio Tigliani (Renon), quest’ultimo raggiunse la squadra in Svizzera qualche giorno più tardi “per sopraggiunte difficoltà burocratiche” relative alla degenza postoperatoria della moglie che aveva da poco partorito, i difensori Giulio Verocai (Cortina), Erwin Kostner, Lucio Brugnoli, Herbert Frisch (Gardena), Robert Baumgartner (Renon), Norbert Gasser, Gino Pasqualotto (Bolzano) e gli attaccanti Alberto Da Rin, Giovanni Mastel, Ruggero Savaris, Fabio Polloni, Renato Lacedelli (Cortina), Fabrizio Kasslatter, Adolf Insam, Guido Paur (Gardena), Rolando Benvenuti, Hubert Gasser (Bolzano) e Norbert Prünster (Merano). Un roster formato da giocatori di esperienza come il trentasettenne Alberto Da Rin, il trentacinquenne Verocai o i trentatreenni Mastel e Brugnoli, e da giovani leve come l’esordiente Pasqualotto.  Alla vigilia della partenza alla volta della Svizzera, coach Aldo Federici espresse ottimismo:

“La squadra è a posto, gioca, gli schemi ci sono, il morale è alto, sono tutti amici, le botte del campionato, non solo quelle fisiche, mi intendo, sono scomparse senza lasciare traccia. Possiamo fare la nostra figura”.

Tuttavia gli uomini di coach Federici mostrarono prestazioni altalenanti che li piazzavano a metà classifica, la sfida coi rumeni divenne cruciale per determinare se lottare per il terzo posto o la retrocessione.
La gara prese subito una piega positiva con l’1-0 realizzato da Hubert Gasser all’1’34”, fallite le occasioni con Polloni, Benvenuti e Insam, i rumeni ribaltarono il punteggio grazie alla doppietta di Marian Pisaru realizzata tra il 7.40 e l’8.25. Da Rin si caricò la squadra sulle spalle e al 26’ pareggiò con un gran tiro. Nei minuti successivi la gara visse di continui ribaltamenti di fronte, in uno di questi Verocai libera debolmente favorendo Pisaru che mise a referto il personale hattrick con un tiro che s’insaccò alla destra di Tigliani. A nulla servì mischiare le linee, nel terzo tempo le penalità comminate a Savaris e Tigliani favorirono il 4-2 di Eduard Pana al 41.07. Il doppio svantaggio non demoralizzò gli Azzurri che mostrarono il loro carattere raggiungendo il pareggio nell’arco di un 1’ con Mastel, lesto a riprendere un rebound sulla conclusione di Kostner, e Brugnoli con una sassata dalla lunga distanza. Il Blue Team continuò a imperversare dalle parti della porta avversaria sfiorando il vantaggio con Polloni, Lacedelli, Insam e Benvenuti. La beffa, però, maturò al 55’ dalla stecca di Dumitru Axinte; il tempo di un amen e Insam mise a segno il 5-5 su imbeccata di Benvenuti. Nell’arrembaggio finale Kostner colpì un palo.

Carlo Gobbi, inviato de La Gazzetta dello Sport, riassunse con queste parole l’incontro:

“L’Italia chiude in parità con la Romania un incontro tiratissimo, emozionante sino all’ultimo secondo, drammatico per l’evolversi delle sue fasi di gara. Un incontro che l’Italia avrebbe senz’altro meritato vincere su un avversario veramente fortissimo, che può senz’altro considerarsi pago del pareggio strappato con i denti. Ancora una volta sono stati commessi in campo azzurro errori, ingenuità, soprattutto da parte della difesa nelle azioni da gol romene. Si aggiunga che l’inaffidabile arbitro austriaco (in realtà tedesco occidentale, nda) Westreicher, già grande protagonista nei nostri confronti della sciagurata gara con la Svizzera, ha ancora imperversato con punizioni in serie, parzialmente aiutato dal bulgaro Popov, lui pure tutt’altro che tenero nei nostri riguardi. Per finire il quadro schematico di una gara incredibilmente sofferta, come raramente possiamo ricordare pur scavando nei nostri ricordi. L’attacco si è mangiato parecchie belle occasioni, anche per merito del portiere avversario.
In definitiva, considerata la piega che aveva preso la partita per noi” …”il pareggio non guasta. Tuttavia resta l’amaro in bocca per una vittoria che avrebbe dovuto premiare la grande partita degli azzurri e che invece è sfumata, anzitutto per le sciocchezze della difesa, di cui Tigliani è soltanto parzialmente colpevole”.

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