Il precedente con Giappone e Ucraina

Il precedente con Giappone e Ucraina

In occasione dei Mondiali riportiamo alla luce antiche battaglie degli uomini che hanno lottato per la maglia Azzurra. Uno spaccato con cui vogliamo narrare la storia della Nazionale e far conoscere ai lettori le gesta di campioni e accadimenti sconosciuti o dimenticati.

Quando nell’aprile del 2015 il Giappone si presentò ai Mondiali di 1a Divisione Gruppo A, organizzati dalla Federazione polacca a Cracovia, erano trascorsi trentasette anni dalla loro ultima vittoria contro l’Italia. Alla vigilia dell’incontro le due Nazionali erano a un bivio: la Nazionale italiana, sconfitta nel turno precedente 1-4 dall’Ungheria, aveva necessità di vincere per poter alimentare l’obiettivo promozione, mentre la Nazionale del Sol Levante, impantanata nel fondo della classifica, aveva fame di punti e i tre in palio facevano gola.

Nel primo tempo la partita era saldamente nelle mani Azzurre, tuttavia le bocche di fuoco di coach Stefan Mair furono spente dagli interventi dell’estremo difensore nipponico Yutaka Fukufuji fino al 19.34, quando un suo rebound favorì Luca Frigo che finalizzò un’azione che coinvolse Alex Trivellato e Anton Bernard. Le parti s’invertono nella frazione centrale, il Giappone uscì alla distanza e, approfittando della troppa libertà concessa dalla difesa, trovò il pareggio con Mei Ushu e la complicità involontaria di Trivellato che, deviando il tiro dell’avversario mise fuori causa Andreas Bernard. Il Blue Team iniziò il terzo tempo in apnea a causa di un fallo d’ostruzione fischiato al 39.53 ad Armin Helfer, superato il pericolo al 47.24 Joachim Ramoser approfittò di un altro rebound concesso da  Fukufuji, sulla conclusione di Brian Ihnacak,  per riportare l’Italia in vantaggio. Tutto filò per il verso giusto fino al 55.56: Ushu lanciò Go Tanaka, Andreas Bernard respinse il fendente, Shinya Yanadori fu pronto a ribattere a rete. Il 3-2, realizzato al 57.06, fu favorito da un errore di Daniel Sullivan che consentì a Yushiroh Hirano di annichilire il portiere italiano. In un 1’10” svanì il sogno promozione. A fine torneo la Nazionale italiana si classificò al quinto e penultimo posto, il peggiore dalla fine degli ’70, quando navigava tra Gruppo B e Gruppo C.

Sebbene l’Ucraina sia membro della IIHF dal 6 maggio 1992, il primo contatto tra la Nazionale dell’est Europa e l’Italia avvenne in Lettonia al Mondiale di Top Division del 2006.

Nelle prime due giornate del Gruppo C gli Azzurri furono sconfitti dalla Svizzera 3-1 e dalla Svezia 4-0. Per evitare il Relegation Round sarebbe servita un successo. Favoriti da tre superiorità, i primi 10’ di gioco fanno ben sperare con le occasioni create, ma non finalizzate, da Stefano Margoni, Luca Ansoldi, Nicola Fontanive e Luca Felicetti.

Andrea Buongiovanni, inviato della Gazzetta dello Sport scriveva: “All’Italia mancano chili e centimetri. La squadra crea, ma non suggella. Attacca, ma senza costrutto”.

La penalità comminata a Fontanive cambia le carte in tavola, con l’uomo di movimento in più al 14.54 Kostiantyn Kasianchuk, finalizza la prima superiorità a favore degli ucraini con un fulmineo diagonale che sblocca il punteggio. Nei minuti successivi gli avversari costringono gli uomini di Michel Goulet nel terzo di difesa, complice una nuova penalità (Michele Strazzabosco in panca puniti per una carica alla balaustra), al 21.08 Roman Salnikov raddoppia. Per vedere la reazione degli Azzurri bisogna attendere il 13’, quando il Capitano Joe Busillo sfrutta un rebound di Kostyantyn Simchuk per accorciare le distanze. Il buon momento prosegue anche nel terzo tempo, Andrea Molteni, con una deviazione, e Carter Trevisani sfiorano il pareggio. L’entusiasmo, però, è spento al 51’11” dal contropiede di Iurii Gunko. Da questo momento sale la tensione sul ghiaccio: 40” più tardi Denys Isayenko è colpito duro da Margoni, trasportato in ospedale gli è diagnosticata una frattura alla mascella e un trauma cranico. Ripreso il gioco, a mantenere vive le speranze dell’Italia ci pensa al 55.38 Christian Borgatello, in powerplay, con una conclusione dalla blu nel traffico davanti allo slot di Simchuk. Coach Goulet si gioca la carta dell’uomo di movimento in più senza fortuna, al 57.56 Yuriy Dyachenko cala il poker a porta vuota che salva la sua Nazionale e spedisce l’Italia al Relegation Round. Il nervosismo sfocia in una rissa tra Tony Iob (quattro punti di sutura sotto l’occhio sinistro), Vadym Shakhraychuk, entrambi con un 4+10 a carico, Helfer e Strazzabosco sanzionati con 10’ per condotta antisportiva. L’alterco prosegue negli spogliatoi tra Iob e Sergii Klymentiev; il Mondiale dell’Azzurro si conclude mestamente con una squalifica di tre giornate.
Queste le dichiarazioni rilasciate da coach Goulet a mente fredda:

“Sapevamo che rimanere in Gruppo A non sarebbe stato facile – commenta Michel Goulet – ora il cammino si è fatto più difficile: dal punto di vista tecnico perché dobbiamo fare risultato in almeno due partite su tre, dal punto di vista mentale perché non possiamo concentrare tutte le nostre attenzioni su un’unica partita. Rispetto al match con l’Ucraina dovremo riuscire ad essere più incisivi sottoporta: ieri la squadra mi è piaciuta sotto l’aspetto della determinazione, ma dobbiamo essere più concreti. Se avessimo sfruttato almeno un paio delle occasioni da gol avute nei primi minuti di gioco, la partita sarebbe sicuramente cambiata. Mi aspetto inoltre di più da parte di alcuni giocatori, il cui rendimento è stato inferiore rispetto ai loro standard”.

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