A distanza di cinquantatré anni la Nazionale italiana torna in Romania per disputare un Mondiale IIHF: in passato ha partecipato a una qualificazione ai Mondiali Gruppo B (1965) e a due rassegne iridate di Gruppo C (1970 e 1972). In tre puntate Hockeytime racconta gli avvenimenti di quegli anni.
Alla fine di dicembre del 1971 la Federazione Italiana confermò a quella rumena la partecipazione al Gruppo C; con grande anticipo venne inviata anche una lista di giocatori, suscettibile di modifiche, che avrebbero fatto parte della spedizione. La notizia diede adito a polemiche, perché non tenne conto dei valori espressi dal Campionato; non vennero considerati i nomi di Franco Viale, Renato Brivio e Franco Gallo, giocatori dei Diavoli Milano, club in quel momento in testa alla classifica e con la migliore difesa, o i fratelli Gianfranco e Alberto Da Rin, indiscutibili pilastri della Nazionale. Ernesto Crotti si affrettò a gettare acqua sul fuoco chiarendo i motivi di tale scelta:
“Vogliamo portare alle Olimpiadi del 1976 una squadra giovane. Nella rosa dei convocati ci sono molti giovani: la squadra ha una media di 22-23 anni. Per ora si è fatto un elenco di massima, orientativo tutt’altro che definitivo. Si giustifica solo per ragioni burocratiche poiché bisognava fare una rosa di nomi da inviare agli organizzatori. E per la scelta di questi nomi la CT ha badato solo a un criterio di disponibilità dei giocatori. A parità di condizioni sarà sempre su un giovane che la CT si orienterà preferibilmente”.
La lista definitiva venne ufficializzata un mese prima dell’inizio dei Mondiali in scena a Miercurea Ciuc (Romania) dal 3 al 12 marzo e comprendeva i portieri Romeo Tigliani (Bolzano) e Franco Viale (Diavoli Milano), i difensori Giulio Verocai, Giulio Constantini (Cortina), Lucio Brugnoli (Gardena), Franco Gallo (Diavoli Milano), Thomas Mair, Arnaldo Vattai (Bolzano) e gli attaccanti Renato De Toni, Orlando De Toni, Sandro De Toni (Alleghe), Rolando Benvenuti, Hubert Gasser, Raimondo Refatti (Bolzano), Adolf Insam, Ulrich Moroder (Gardena), Bruno Ghedina, Alberto Da Rin, Giovanni Mastel e Ruggero Savaris (Cortina). Volutamente la Commissione Tecnica lasciò a casa il trentasettenne Gianfranco Da Rin, miglior terzino italiano del momento, ma al tempo stesso dovette incassare il rifiuto di Brivio, a detta del quale non avvisato con largo anticipo e non poté organizzarsi con gli impegni di lavoro, inoltre il difensore non era intenzionato a far da riserva a nessuno; quelli di Ulrich Moroder, anche lui motivi lavorativi, Adolf Überbacher, distorsione ai legamenti di una gamba, e Fabio Polloni, impegnato con l’Università. Si presentò anche il problema dell’allenatore: Edmondo Rabanser, impegnato con l’Under 19 al Mondiale di categoria a Lyss (Svizzera), non poté seguire la Senior; la Commissione Tecnica contattò Gianfranco Da Rin, Carmine Tucci e Bryan Whittal, i primi due declinarono l’offerta per motivi lavorativi, il canadese preferì tornare in patria dalla moglie in stato interessante. Crotti pensò anche a Gianfranco Rudatis, tuttavia venti giorni prima il giocatore ricevette una squalifica di un anno per aver picchiato un arbitro durante una partita di campionato ad Alleghe. Non trovando un sostituto, il Presidente della Commissione Tecnica decise di assumere la guida della squadra:
“In fondo l’allenatore servirà relativamente a noi due della CT Gaspari ed io. Con la mia esperienza dovrei cavarmela per i cambi in panchina”.
Il CT era fiducioso della giovane squadra che stava andando ad affrontare il Mondiale Gruppo C:
“Andiamo a costruire la Nazionale del prossimo ciclo olimpico: è questo il primo passo quindi di un lungo viaggio. Andiamo in Romania non tanto con lo scopo di vincere, cioè al cento per cento, quanto per fare bella figura e per saggiare le nostre forze e quelle degli avversari.”.
La preparazione si concluse con due amichevoli giocate contro l’Avintul Gheorgheni, in cui l’Italia incamerò una sconfitta (2-0) e una vittoria (11-1). Alla vigilia dell’esordio le avversarie più temute, come due anni addietro, erano Ungheria e Austria; i magiari furono ben presto ridimensionati: le loro vittorie ottenute con Danimarca (11-4) e Olanda (6-1), furono intervallate dalle sconfitte con Bulgaria e Austria, rispettivamente con i punteggi di 6-2 e 4-3; l’Italia, alla vigilia dello scontro diretto, si presentò in testa alla classifica a punteggio pieno, ottenuta grazie alle vittorie con Olanda (3-1), Bulgaria (6-2), Cina (7-1) e Danimarca (8-0). L’Ungheria era obbligata a vincere per tenere in vita le speranze di promozione, mentre agli Azzurri sarebbe bastato un punto: al 3’ Renato De Toni aprì le marcature con un diagonale che sorprese il portiere avversario, il pareggio ungherese fu immediato: al 5’ János Póth pareggiò da posizione ravvicinata, ma un minuto più tardi Savaris realizzò il nuovo vantaggio Azzurro. Nei 10’ successivi la difesa italiana visse un vero e proprio incubo: Attila Bálint, Petér Bikár e Gáspár Menyhárt ribaltarono il punteggio sul 4-2; al 17’ Savaris tenne aperta la partita mettendo fine ad una mischia sviluppatasi davanti allo slot ungherese. Il 12’ della frazione centrale segnò il massimo vantaggio dei magiari che si portarono sul 6-3 con i goal di Menyhart e Peter Havrán. Il punteggio favorevole fece loro commettere l’errore di considerare chiusa la partita; tuttavia, non lo pensarono gli italiani, i quali a pochi secondi dal suono della sirena accorciarono le distanze con Brugnoli. Il difensore gardenese si ripeté al 1’ del terzo tempo con un’azione personale che riaprì la partita. Preso coraggio “Rolando Benvenuti ha indovinato il corridoio giusto, sorprendendo il portiere con un tiro da lunga distanza di rara potenza”. Ottenuta la meritata promozione, nella partita con l’Austria gli Azzurri scesero sul ghiaccio deconcentrati ed incassarono una sconfitta per 3-1 che assegnò agli austriaci il primo posto del gruppo C. Tornato in Italia Crotti dichiarò di essere soddisfatto “sia della buona armonia e il rendimento generale di tutti i giocatori”.